L'ingegner Corcioni dello studio Sgs interviene sulle ipotesi progettuali relative alla realizzazione di una metropolitana a Modena
"Trasmettiamo un intervento dell'ingegner Giovanni Crocioni, dello studio Sgs, sul progetto di metropolitana a Modena: "La proposta di metro leggero avanzata da SGS per la città di Modena punta innanzitutto sul principio di appropriatezza, ragionando in un un'ottica di integrazione con la rete infrastrutturale esistente e di convergenza con le politiche urbanistiche, nella consapevolezza di operare nella dimensione di una città medio-piccola. I dati da considerare innanzitutto sono quindi la domanda di mobilità e il disegno della città. La proposta SGS è imperniata su una risposta fondamentale a questa impostazione: una linea Nord-Sud, in galleria profonda, estesa per circa 5 km., con tre punti fondamentali di interscambio (sulle due tangenziali Nord-Sud al Mercato Bestiame e a Saliceta San Giuliano oltre che in Stazione centrale), con dieci fermate, a breve distanza l'una dall'altra, ad alta frequenza (fino a due-tre minuti primi per senso di marcia nell'ora di punta) ed una alta velocità commerciale, 25/30 Km/ora. La capacità di questo sistema, basato su convogli corti e di piccola dimensione, è pari a 5.000-6000 passeggeri/ora nell'ora di punta come richiesto dalla domanda prevedibile. La tecnologia è quella di una moderna metrotramvia (cioè un sistema a guida vincolata) utilizzata però in galleria profonda, come nel caso di un metro. E' il sistema di trasporto giudicato, appunto, il più appropriato per il bacino modenese, per capacità, prestazioni e qualità del servizio oltre che - e questo appare fondamentale - possibilità di implementazione nel tempo verso un'estensione della linea (polo ospedaliero di Baggiovara), e verso un vero e proprio sistema a rete. E' un sistema di trasporto integrato alla mobilità privata e imperniato innanzitutto sul centro storico. Gli studi attendi condotti da SGS sulla domanda, dimostrano a medio termine su questa linea (linea A) una presenza di circa 50.000 passeggeri/giorno, il che significherebbe una soglia pari al 35-40% dell'intera domanda di mobilità che coinvolge oggi il centro storico. Si tratta di una soglia assai alta che si commenta da sola, quanto all'efficacia di questa soluzione. Su questo asse fondamentale, di assoluta priorità, lo studio SGS propone poi, a medio e lungo termine, una serie di implementazioni possibili e realistiche, derivanti dai caratteri emergenti nel quadro infrastrutturale delle città, considerando ancora la dimensione di Modena e il quadro delle risorse necessario: l'utilizzo della linea storica Modena-Milano una volta dismessa intorno al 2010 secondo i programmi dell'Alta Velocità, e la riconversione della Sassuolo al 2015 (linea B). Nel primo caso si potrebbe servire il polo fieristico e di Cittanova 2000 insieme al casello di Modena Nord, a costi assai contenuti, servendo anche con opportune stazioni intermedie il quartiere della Madonnina, con una tecnologia lettera, a basso impatto, e che potrà essere resa del tutto compatibile con questa parte della città e con i previsti programmi di riqualificazione. Sulla Sassuolo, che rende disponibile un'infrastruttura preziosa, con la galleria superficiale che consente di attraversare in modo del tutto indolore la città per molti chilometri, dalla Stazione Piccola fino alla via Emilia per il Policlinico, in una sua parte densamente abitata, l'ipotesi si basa sulla possibile opportunità di superare nel lungo termine una tecnologia come quella ferroviaria di efficienza calante nel servizio delle città, sostituendola con un sistema leggero e moderno. La linea B dalla Fiera alla Stazione Piccola, con un'infrastruttura disponibile a bassissimi costi, consentirà al 2015 secondo le stime SGS di servire una domanda di sicuro rilievo, attestata sui 30.000 passeggeri/giorno. Quanto al sistema di trasporto, avanzato con la proposta SGS, l'esperienza dimostra che è tecnicamente e programmaticamente rischioso, se non sbagliato, effettuare scelte secche e unilaterali sulle tecnologie da utilizzare. Si tratta infatti di confrontarsi oggi - in regime di appalto pubblico - con un mercato industriale assai selezionato ed in grande evoluzione, e la scelta del sistema (su ferro, su gomma, a fune) deve in ogni momento potersi muovere fino all'appalto in un quadro aperto ed in una logica rigorosa di concorrenzialità. La proposta SGS appare in questo quadro del tutto innovativa, anche se non imprudente: in Italia non sono in esercizio sistemi del tipo di quello proposto, e si stanno sperimentando oggi prime realizzazioni in Europa. In particolare il sistema deve poter garantire alte frequenze (2-3 minuti primi) e alte velocità commerciali (25-30 Km/ora), perché in caso contrario non sono proponibili i momenti di interscambio e di integrazione con il mezzo privato, che appaiono un momento essenziale della proposta SGS. Naturalmente i costi di esercizio della proposta, che possono con ragionevole certezza essere giudicati di buon equilibrio nel rapporto costi/ricavi, vanno studiati non in astratto (su questo o quel sistema), ma nella configurazione reale e nelle condizioni effettive di esercizio che si possono effettivamente venire a determinare. In questo quadro che richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti, una sola nota critica: pare improprio e superficiale parlare, come sembra che si stia facendo, di scelte "giuste o sbagliate". Si tratta invece di confrontare le possibili proposte in termini tecnicamente responsabili". "
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