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29/01/2002

"MODENA SPERIMENTA L'ASILO NIDO A CASA DELLA "TATA""

Prima iniziativa in Italia per i bambini da 0 a 3 anni. Due le strutture aperte
"Modena è la prima città italiana a sperimentare l'asilo nido a casa della maestra. I bambini da 0 a 3 anni che non trovano posto nelle strutture pubbliche o private o le cui famiglie hanno orari di lavoro flessibili, possono da quest'anno utilizzare il nuovo servizio di "educatrice domiciliare". Non è dunque la "tata" a trasferirsi a casa dei bimbi, come già accade nel servizio di educatrice familiare adottato in molte città, ma il contrario. L'iniziativa è del Comune, che ha stipulato una convenzione per l'apertura, avvenuta nell'ottobre scorso, di due strutture che funzionano da lunedì a venerdì dalle 8 alle 13 e accolgono ognuna 5 bambini: "Le nuvole blu" in via Roncaglia 17, gestito da Angela Cafaro, 24 anni, potentina, e "La freccia azzurra" in via Canaletto 258/4, gestito da Anna Blumetti, 23 anni, modenese. Le due maestre, che hanno il diploma di educatrice e hanno seguito un corso di aggiornamento organizzato dal Comune, hanno attrezzato le loro abitazioni come previsto dal bando. Serve, infatti, un appartamento che risponda a particolari requisiti: l'assenza di fonti di pericolo, una stanza arredata per giochi e attività e un bagno adeguato, dotato per esempio di fasciatoio per cambiare i pannolini. Le principali caratteristiche di questo nuovo servizio sono l'ambiente familiare, il rapporto individualizzato con l'educatrice e gli orari flessibili: ogni famiglia può infatti concordare i momenti più comodi per portare i figli e riprenderli. I bambini possono essere al massimo cinque, anche di età diverse, per ogni abitazione: di conseguenza non c'è la suddivisione in sezioni e l'organizzazione formalizzata che esiste nei nidi. Le due esperienze sono seguite dal Comune attraverso una responsabile, Patrizia Rilei, che svolge visite periodiche, osserva le attività svolte dai bambini, organizza corsi di formazione e aggiornamento per le educatrici. Alla fine dell'anno scolastico si ascolterà il giudizio dei genitori e si faranno le prime valutazioni. Il costo sostenuto dalla famiglie è equiparabile a quello di un servizio di nido convenzionato part-time. La retta si articola in tre fasce che vanno da un minimo di 4,62 euro (8 mila 952 lire) ad un massimo di 10,77 euro (20 mila 857 lire) al giorno. Per assicurare alle maestre un compenso di 14,46 euro (28 mila lire) al giorno per ogni bambino ospitato, il Comune dà un contributo che varia in funzione della retta pagata dalla famiglia e che va da un minimo di 3,69 euro (7 mila 143 lire) a un massimo di 9,84 euro (19 mila 048 lire) al giorno. "Se queste prime due esperienze andranno bene - spiega l'assessore comunale all'Istruzione Morena Manfredini - il Comune potrebbe aprirne altre creando una rete di educatrici domiciliari dislocate in città per integrare i servizi già esistenti per la fascia 0-3 anni, che oggi comprendono 1305 posti nido e 360 posti nei servizi integrativi". "

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