Ancora in crescita i servizi che si confermano tra i settori trainanti (+1,3%)
"Occupazione in calo a Modena. Il dato, pari al 2,8%, emerge dall'ultima indagine comunale sull'occupazione a Modena relativa a ottobre 200 realizzata dall'assessorato alle politiche economiche, e pubblicata dal numero di febbraio 2002 di "Lettera sull'occupazione". Una flessione, rispetto allo stesso periodo del 2000 fortemente segnata dal calo dell'industria che registra un -9,8% di settore. Su questo risultato negativo pesa da un lato la difficile situazione congiunturale internazionale, già in rallentamento prima dell'estate e che ha subito un brusco peggioramento all'indomani degli attentati dell'11 settembre. Dall'altro lato, pesa il confronto con un periodo, ottobre 2000, che chiude brillantemente un anno eccezionale per livelli produttivi e occupazionali. Dal confronto con il resto d'Italia, risulta che l'economia locale risente più pesantemente della difficile congiuntura internazionale. Non bisogna dimenticare, infatti, che la struttura produttiva modenese è fortemente rivolta ai mercati esteri e ciò la rende maggiormente sensibile all'andamento del mercato globale. La diminuzione nell'occupazione colpisce in particolare la componente maschile (-3,5%) e riguarda prevalentemente i comparti dell'industria manifatturiera e delle costruzioni. Il risultato negativo dell'occupazione modenese ad ottobre è infatti da attribuire interamente al settore industriale, che registra un calo pari a -9,8% rispetto ad ottobre 2000. Risultato da mettere in relazione con la caduta della produzione industriale nel terzo trimestre 2001 (-2,6%) e con la riduzione del volume delle esportazioni (-4,6%). Nel complesso del Nord Est l'ISTAT rileva un'analoga riduzione dell'occupazione industriale (-2,7%) anche se meno marcata. A livello nazionale il calo nell'industria è pari a -0,2%. Occupati nell'industria e nei servizi a Modena: confronto ottobre 2000 - ottobre 2001. Fonte: Comune di Modena, Indagine comunale sull'occupazione A Modena il settore che registra il migliore andamento occupazionale rispetto al 2000 è quello dei servizi, sia commerciali (sostanzialmente stabile con un +0,7%) sia le altre attività (+1,3%). Anche a livello nazionale il settore trainante è quello terziario che fa registrare un +2,1%. L'occupazione dipendente nel suo complesso diminuisce a Modena del -4,1% in un anno, con una riduzione del -4,4% nell'industria manifatturiera e una riduzione del -1,3% nei servizi diversi dal commercio. Si nota invece una stabilità dell'occupazione indipendente (+0,7%). In calo il lavoro dipendente a tempo determinato E' interessante notare che la riduzione in termini assoluti del numero di occupati incide maggiormente sulle posizioni lavorative a termine. Dai nostri dati emerge infatti una riduzione più marcata sui contratti di lavoro dipendente a tempo determinato. Carattere dell'occupazione e tipologia di orario Permanente a tempo pieno Permanenti a tempo parziale A termine a tempo pieno A termine a tempo parziale Totale dipendenti Occupati dipendenti per carattere dell'occupazione e tipologia di orario, confronto ott. 2000 - ott. 2001. Fonte: Comune di Modena, Indagine comunale sull'occupazione. Inoltre, sembra che la flessione abbia inciso in modo ancor più netto sul lavoro interinale. Le agenzie interinali che operano nella provincia di Modena ci confermano una brusca caduta delle missioni attivate a ottobre 2001 sia rispetto all'anno precedente sia rispetto agli altri mesi del 2001. Su questa riduzione ha pesato indubbiamente il clima di grande incertezza seguito agli avvenimenti dell'11 settembre. Il lavoro a tempo determinato si è ridotto soprattutto nelle fasce d'età più giovani (15-24 e 25-34) senza che si sia verificato un equivalente incremento nei contratti a tempo indeterminato in queste fasce di età. L'effetto che si è avuto è stata una riduzione nel numero di occupati in quelle fasce d'età ma senza un corrispondente aumento dei disoccupati, ciò significa che questi giovani sono probabilmente usciti dalle forze lavoro, andando ad incrementare le altre condizioni (studenti, casalinghe, in altra condizione). Se a livello nazionale si è avuta una flessione del lavoro atipico e un rafforzamento della percentuale di lavoro stabile (passata dall'83,8% nell'ottobre 2000 all'85,8% nell'ottobre 2001) a Modena il peso del lavoro stabile sul totale degli occupati è costante (infatti passa dall'89,6% al 90,4%). Dalla rilevazione comunale emerge che il 9,6% degli occupati dipendenti permanenti svolgono la loro attività lavorativa a tempo parziale. Questo dato è pari al 6,6% a livello nazionale. Tra gli occupati a tempo parziale nel comune di Modena il 90,2% sono donne le quali affermano di preferire questa modalità lavorativa per conciliare maggiormente tempi di lavoro e tempi di vita. Scende il tasso di disoccupazione Nonostante la riduzione dei livelli occupazionali, il tasso di disoccupazione scende rispetto a ottobre 2000 di circa un punto percentuale, attestandosi al 4,3%. Questo risultato, apparentemente contraddittorio, si può spiegare con una fuoriuscita dal mercato del lavoro di persone (soprattutto giovani nella fascia d'età 25-34) che a ottobre 2000 si trovavano in una condizione di attività lavorativa temporanea e che a ottobre 2001 si trovano in condizioni di studenti o in altra condizione non lavorativa (ad esempio stanno seguendo un corso di formazione, un master o altro). Dal confronto tendenziale degli indicatori del mercato del lavoro modenese risulta che rispetto ai 12 mesi precedenti, il tasso di occupazione globale ha subito un leggero calo, passando dal 70% al 68,5%, mentre si mantengono stabili il tasso di occupazione femminile e quello dei giovani tra i 25 e i 34 anni. Si noti come a livello nazionale il tasso di occupazione femminile nello stesso periodo sia in crescita (+2,5%) e il tasso di occupazione globale sia aumentato dell'1,2%. La riduzione delle forze lavoro (dovuta ad una riduzione sia del numero delle persone in cerca di occupazione sia degli occupati) ha causato una variazione negativa del tasso di attività che registra un -2,4 punti percentuali, attestandosi al 71,6%. Tassi di occup.ne Globale Femminile Giovanile (15-24 anni) Tassi di attività (15-64 anni) Globale Femminile Giovanile (15-24) Tassi di disoccupazione Globale Femminile Giovanile (15-24) Indicatori del mercato del lavoro a Modena, confronto ottobre 2000 - ottobre 2001. Fonte: Comune di Modena, Indagine comunale sull'occupazione. Il mercato del lavoro locale si mantiene in linea con l'andamento delle altre regioni del nord-est, nelle quali il tasso di attività si assesta sul 67,2% e il tasso di disoccupazione sul 3,2%. In generale, gli indicatori del mercato del lavoro modenese si mantengono a livelli nettamente superiori alla media italiana. In particolare, il tasso di occupazione globale (al 68,5%) si avvicina a quello indicato dal Consiglio Europeo di Lisbona come obiettivo per il 2010 (70%), contro una media nazionale pari al 55%. Il tasso di occupazione femminile (al 62,1%), supera quello fissato come obiettivo (60%), mentre il dato italiano è pari a 41,6%. In saldo positivo gli esercizi commerciali non alimentari (+ 2,1%) Dai dati degli archivi dell'Ufficio Commercio del Comune di Modena, emerge ad ottobre 2001 che il numero di esercizi commerciali segna un saldo positivo dopo un periodo piuttosto difficile. Rispetto a ottobre 2000 si è verificato un aumento dell'1,2% a livello comunale del numero di esercizi commerciali e dello 0,6% nel centro storico. L'andamento generale mostra una tendenza verso una progressiva riduzione nel settore alimentare, soprattutto negli esercizi a specializzazione prevalentemente alimentare di dimensioni inferiori ai 250 mq (-2,3%). Alimentari Non alimentari Totale Andamento degli esercizi commerciali nel comune di Modena, confronto ottobre 2000-ottobre 2001. Fonte: Archivi dell'Ufficio Commercio del Comune di Modena.. Anche in centro storico il confronto sui 12 mesi mostra una variazione positiva negli esercizi commerciali non alimentari (+1,4%), contro una decisa riduzione di quelli a prevalenza alimentare (-4,2%). Alimentari Non alimentari Totale Andamento degli esercizi commerciali nel centro storico, confronto ottobre 2000-ottobre 2001. Fonte: Archivi dell'Ufficio Commercio del Comune di Modena. In generale, quindi, si rileva una variazione positiva nel numero di esercizi, contro una crescita modesta della superficie occupata. E un aumento nello specializzato non alimentare, in particolare negli articoli di abbigliamento e calzature. Stabile l'artigianato modenese L'artigianato modenese sembra mostrare una buona tenuta: dai dati rilevati dall'Archivio dell'Ufficio Artigiani del Comune di Modena a ottobre 2001 non si rilevano sostanziali variazioni nel numero complessivo di attività artigianali rispetto a ottobre 2000. In particolare, si mantiene stabile il numero di aziende artigiane di produzione, all'interno delle quali diminuiscono gli artigiani del settore tessile-abbigliamento (-14) e nel settore delle macchine e apparecchi meccanici (-11). Crescono, invece, le costruzioni (+42) intesecome preparazione cantieri, costruzioni complete e parziali, infrastrutture. Anche all'interno dei servizi alle famiglie cresce il settore dei servizi alla casa, che include le manutenzioni (+27), probabilmente stimolato dagli incentivi fiscali fissati dalla Finanziaria 2001, destinati a ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie delle abitazioni. Servizio alle famiglie Servizio alle imprese Produzione Totale Andamento delle attività artigianali nel comune di Modena, confronto ottobre 2000-ottobre 2001. Fonte: Archivi dell'Ufficio Artigianato del Comune di Modena. CONFERME DA MEDITARE Nota dell'assessore agli Interventi economici, Ennio Cottafavi "Tante conferme da meditare. La prima che la "Lettera" propone è il permanere di un sostanziale stato di buona salute per gran parte del mercato del lavoro. Contemporaneamente, però, trova conferma anche un fenomeno tutto emiliano: una elevata precarietà in ingresso, che significa tempi più lunghi per i giovani per stabilizzare la posizione lavorativa, collegati anche alla alta scolarità e alle aspettative conseguenti. Anche le analisi qui riportate evidenziano che sono questi, giovani con contratti a termine, i primi a risentire della congiuntura sfavorevole. Occorre perciò continuare a lavorare per superare le criticità, mettendo in atto progetti di riqualificazione, di riconversione e di formazione in collaborazione con gli altri attori locali dello sviluppo. Nel contempo, il nostro modello sembra mantenere la quota di lavoro a tempo indeterminato costante. Un dato certamente positivo che evidenzia una buona capacità di consolidare le professionalità di cui c'è bisogno e di sperimentare percorsi di transito dal "precario" allo "stabile". "
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