L'assessore Morena Manfredini interviene sul disegno di legge di riforma della scuola
"Trasmettiamo un intervento dell'assessore Morena Manfredini: "Reduce dall'aver partecipato ad un incontro di una delegazione Anci con i dirigenti dell'Ufficio legislativo del Ministero Pubblica Istruzione, vorrei tornare sui pesanti problemi che il disegno di legge di riforma della scuola apre in generale per i comuni italiani e più nello specifico a Modena. A Roma abbiamo duramente contestato l'ipotesi ministeriale relativa alle ricadute finanziarie per i comuni derivanti dalla riforma Moratti, secondo la quale la riduzione di 5000 classi elementari sul complesso del Paese permetterebbe l'ammissione dei nati in gennaio e febbraio senza difficoltà. Il dato, risponde al vero a livello nazionale, ma deriva da andamenti assai differenziati: forti riduzioni delle nascite soprattutto nelle Regioni meridionali e notevoli aumenti in molte aree del Centro-Nord. A Modena, ad esempio, i nati nell'ultimo quinquennio sono cresciuti del 24% e risulta già problematico il reperimento di aule solo per fronteggiare la ripresa demografica; in questa situazione, è evidente che aprire la possibilità di iscrizione alla prima elementare ad altri 270 bambini creerà disservizi enormi. Anche la vicina Bologna ha una situazione analoga, come gran parte dei comuni della nostra Regione. Dunque se la legge venisse approvata così com'è qui si aprirebbero problemi enormi. Anche per le scuole d'infanzia le previsioni degli esperti ministeriali, in merito al fatto che il flusso in entrata dei bambini nati in gennaio e febbraio sarebbe equilibrato da analogo flusso in uscita di coloro che anticipano l'iscrizione alla prima elementare, non costituiscono la soluzione del problema. A Modena prevediamo l'iscrizione alle sezioni 3 anni delle scuole d'infanzia di poco meno di 200 bambini le cui famiglie utilizzeranno la nuova opportunità offerta dalla legge, mentre alla prima elementare dovrebbero iscriversi non più di 140 ulteriori alunni, creando quindi la necessità di ulteriori 50-60 posti. Se anche il flusso in uscita fosse pari a quello in entrata, si avrebbe l'uscita di 200 bambini dalle sezioni 5 anni e l'entrata di un pari numero in quelle 3 anni: parrebbe, quindi, non esservi problemi di capienza nelle scuole. Il punto è che si liberano posti nelle sezioni di 5 anni e mancano i posti in quelle di 3 anni: non sarà certo possibile inserire questi nuovi iscritti di due anni e mezzo nelle sezioni 5 anni! L'impossibilità tecnica di accogliere i nuovi richiedenti solleverà certamente le (giuste) proteste delle famiglie cui la legge si impegna ad "assicurare la generalizzazione dell'offerta formativa e la possibilità di frequenza della scuola d'infanzia". Va, anzi, ricordato che una recente norma della legge finanziaria blocca gli organici delle scuole d'infanzia statali. Dunque viene a galla un problema: saranno i Comuni a dovere rispondere alle promesse del governo' Se è così significa scaricare su altri gli oneri derivanti da proprie scelte. Resta poi il problema che - sia nelle scuole d'infanzia che nelle elementari - troveremo bambini con ben 20 mesi di differenza d'età, con gli ovvi problemi didattici che ciò comporterà. Altro problema deriva dall'inadeguatezza strutturale di molte scuole d'infanzia ad accogliere bambini di poco più di 2 anni ed anche il personale non è formato per trattare bambini così piccoli. C'è infine il tema delle varie leggi regionali che disciplinano il servizio fino a 3 anni di età: in Emilia Romagna - ad esempio - la recente legge dispone un rapporto massimo di 1 educatore ogni 7 bambini; come si concilierà, sotto il profilo della legittimità e della pratica, tale norma col rapporto 1:14 vigente nelle scuole d'infanzia statali' Per un Comune come Modena, in cui la qualità dei servizi è un dato fondamentale, questi sono aspetti decisivi. Infine, considerato che l'anticipazione delle iscrizioni è una facoltà delle famiglie e non un obbligo, cosa accadrà ai bambini che hanno anticipato l'iscrizione alla scuola d'infanzia ma non alla elementare: aumenteremo le nuove sezioni 5 anni fino a 30 o più iscritti ' In realtà vi è una considerazione generale da svolgere in riferimento alla legge di riforma. Molti dei problemi che andiamo discutendo potrebbero trovare soluzioni realistiche se si tenesse finalmente conto del nuovo titolo V° della Costituzione, che attribuisce alle autonomie locali, scolastiche e regionali molte competenze. La stessa legge finanziaria 2002, che prevede la riduzione degli insegnati e altre norme regolamentari sfavorevoli alla scuola, è già stata impugnata da alcune Regioni per invasione del loro spazio autonomo di regolamentazione. La personale disponibilità dei dirigenti ministeriali con cui ci si è confrontati non può supplire alla necessità di aprire un approfondito confronto preventivo con le parti sociali e, soprattutto, coi rappresentanti delle varie autonomie che la riforma costituzionale varata dal governo dell'Ulivo ci ha consegnato alla fine della scorsa legislatura". "
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