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23/05/2002

SONO 123 I SERVIZI SOCIALI ATTIVI A MODENA

Pronto il Piano di zona dei servizi sociali. La spesa annua nel 2001 è stata di 64 milioni di euro, con un investimento del Comune aumentato del 38% rispetto al 1997.
Sono 123 i servizi o le attività sociali esistenti ed operanti sul territorio del Comune di Modena, per una spesa complessiva di gestione nel 2001 pari a 64 milioni di euro di cui 30 a carico del Comune (46%), 18 milioni a carico dell'Asl (28%), 9 milioni (14%) derivanti dai pagamenti degli utenti e 6.5 milioni (10%) di contributi dalla Regione. Il 38,2% di questi 123 servizi (cioè 47) è riferito ad attività di informazione e prevenzione, mentre un altro 30,9% (cioè 38) è relativo agli interventi di sostegno familiare, un 13,8% (17) sono servizi diurni, semiresidenziali o soggiorni estivi e per il tempo libero. Un altro 13% (16 servizi) riguarda i centri semiresidenziali. Il dato così rilevante sulle attività sociali esistenti a Modena è emerso dal lavoro istruttorio con cui si è arrivati alla definizione del Piano di zona dei servizi sociali presentato oggi ai mezzi di informazione. Tale piano (e Modena, assieme a Bologna, è l'unica realtà di tutta la regione in cui il piano di zona riguarda un solo Comune) è previsto dalla legge nazionale 328 che ha introdotto questo nuovo strumento di programmazione, previa definizione di un accordo tra Comune, Asl ed organizzazioni del terzo settore che concorrono alla gestione e fornitura dei servizi in questione. Proprio partendo dalla ricerca di un percorso condiviso, si sono tenuti ben 60 incontri con organizzazioni presenti in città (da cui è scaturita l'elaborazione di 27 documenti scritti) che hanno consentito di definire una fotografia quantitativa e qualitativa dei servizi., dalla quale è emersa una condivisione sugli obiettivi definiti dal Piano di zona di integrazione sociale degli esclusi, socializzazione degli inclusi, coniugando sussidiarietà con solidarietà e innovazione dei servizi. Ritornando sul piano economico, la spesa del Comune di Modena per le principali attività inserite nel piano di zona è passata dai 69 miliardi di lire del 1997 ai 97 miliardi del 2001, con un aumento del 38.6%. La spesa pro-capite è poi passata da 397.800 lire nel 1997 alle 545.500 lire del 2001, con un dato che è tra i più alti in assoluto a livello nazionale. In questo senso si conferma come Modena abbia un livello di risposta alla domanda tra i più alti d'Italia, visto che, ad esempio, sui nidi siamo a un 34% di copertura dei posti sulla richieste, contro una media nazionale del 7%. Sul piano delle entrate, per far fronte alla spesa complessiva, pur considerando gli aumenti di trasferimenti da parte di Regione e Asl, è da notare come l'onere che il Comune deve finanziare attraverso la tassazione generale, è passato dal '97 ad oggi da 41,9 miliardi a 51,7 miliardi di lire. Ciò nonostante il grado di copertura derivante dalle rette a carico degli utenti sia passato dal 39,8% al 46,4% nel 2001. Rispetto agli interventi di programmazione futura, il Piano di zona definisce alcune precise linee di indirizzo circa le modalità gestionali da sviluppare. In primo luogo si ritiene essenziale che il Comune mantenga il governo diretto della rete degli accessi, nonché una significativa gestione nei servizi al fine di mantenere know how e competenze anche per favorire una pluralità delle forme di erogazione dei servizi. Il piano riconosce inoltre il valore del principio di sussidiarietà ed punta sulla valorizzazione del ruolo del terzo Settore e del privato imprenditoriale nella gestione dei Servizi, attraverso affidamenti complessivi della gestione, superando forme miste frutto del passato, sulla base di un percorso evolutivo sostanzialmente già realizzato nei servizi con riferimento al Comune di Modena. Quanto alle regole per l'affidamento dei servizi sono oggetto di uno specifico approfondimento, con l'intento di verificare la compatibilità tra una normativa comunitaria garantista della libera concorrenza e della libertà di circolazione dell'impresa e la necessità di adeguati radicamenti territoriali quale garanzia di successo delle capacità di connessione con un sistema di relazioni e di servizi localizzato, complesso e specifico. In tale ambito, si affronta anche il tema dell'accreditamento dei servizi, argomento sul quale si ritiene di confermare la sperimentazione nell'ambito del progetto Serdom e dei nidi d'infanzia. Sulla base di questi indirizzi gestionali si svilupperà poi la parte attuativa del Piano stesso che sarà gestita da un apposito comitato che sarà affiancato da gruppi di lavoro specifici, finalizzati alla progettazione operativa delle attività. Sul versante degli obiettivi concerti, che vengono confermati e individuati per qualificare e potenziare il livello e la rete dei servizi, il piano di zona prevede entro l'anno l'avvio di un nuovo centro diurno per 16/20 anziani e di servizi residenziali a contrasto delle povertà e del disagio adulto; circa gli investimenti programmati prevede la realizzazione della RSA per anziani gravemente non autosufficienti di via Guicciardini, con annesso centro diurno, nonché della residenza protetta con mini appartamenti e annesso centro diurno di via Vaciglio (angolo via Anzio), realizzato grazie all'intervento dell'Opera Pia Casa di Riposo. Per quanto concerne i servizi per la prima infanzia, sono previsti per l'anno in corso il raddoppio delle esperienze di Educatrice domiciliare, l'aumento di circa 40 nuovi posti di nido, l'avvio di circa 50 nuovi posti di servizi integrativi al nido. Per l'anno successivo è prevista l'apertura di un nuovo nido d'infanzia con 50 posti in via Dalla Chiesa, e si stanno predisponendo nuove collaborazioni con soggetti diversi. Nel prossimo biennio è prevista l'attivazione di 3 nuove scuole dell'infanzia.

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