Dopo un ampio dibattito approvato un ordine del giorno della maggioranza. Dura polemica del Polo, mentre c'è l'astensione di Rifondazione. L'autorizzazione della Consob dovrebbe arrivare a fine settembre
"Il consiglio comunale, dopo un ampio confronto, ha approvato ieri un ordine del giorno dei gruppi di maggioranza (hanno votato a favore Ds, Margherita, astenuta Rifondazione, contrari Forza Italia, An e Udc) con cui si ribadisce il percorso verso la quotazione in Borsa di Meta spa. Il consiglio ha respinto un ordine del giorno presentato dal Polo sullo stesso argomento. Il confronto in aula è stato aperto da una comunicazione del professor Alessandro Migliavacca, in rappresentanza dell'advisor Bnp-Paribas, cioè il soggetto consulente di Meta nelle complesse operazioni verso la quotazione. Migliavacca ha ribadito come "la procedura stia andando avanti secondo il calendario annunciato e come a giorni, possa partire la fase autorizzativa (che dura 60 giorni), al termine della quale, cioè verso fine settembre, Consob dovrebbe autorizzare l'operazione di quotazione vera e propria. A quel punto occorrerà svolgere una valutazione sull'andamento dei mercati, andamento che è oggi estremamente problematico. Il nostro suggerimento è di predisporre tutti gli atti ed essere pronti a cogliere la finestra utile, e vedere quale sarà il trend dei mercati dopo l'estate. Pur nella difficoltà di fare previsioni, oggi i mercati appaiono eccessivamente sottovalutati". Migliavacca ha proseguito sottolineando come Meta possa usufruire dei vantaggi dell'articolo 35 della Finanziaria che lascia alle società quotande la proprietà delle reti: "Il punto è oggi che l'alternativa per una azienda come Meta è quello o di proseguire verso la quotazione, oppure di smontare tutto, cioè di scindere la proprietà delle reti, che resterebbe pubblica, affidando la gestione dei servizi a privati, come prevedono le norme sulle liberalizzazioni del settore energetico". Migliavacca ha respinto come false e prive di fondamento le notizie circa un conflitto di interessi di Bnp-Paribas, rispetto a concorrenti in gara per divenire partner di Meta. Proprio sul partner strategico, Migliavacca ha sottolineato, sulla base degli andamenti dei mercati, la positività di avere in gara tre grandi gruppi che entro il 15 settembre dovranno presentare le loro offerte per dare vita a partnership con Meta. Sulla esclusione della società tedesca Rwe dalla gara per il partner, Migliavacca ha sottolineato come da Rwe siano pervenute richieste "fuori dal nostro contesto normativo" con una richiesta di garanzie che la proprietà pubblica non avrebbe potuto dare. E da qui la scelta del ritiro dalla gara, così come avvenuto per la stessa Rwe con l'Acea di Roma. Il dibattito si è aperto con l'intervento del capogruppo di Foprza Italia Giorgio Barbolini che ha illustrato l'ordine del giorno del Polo, nel quale, partendo dalle notizie apparse sulla stampa, che indicavano Vivendi come possibile partner di Meta e rilevando le critiche venute da soggetti economici ed imprenditoriali modenesi, si chiede alla giunta "di valutare l'opportunità di un temporaneo rinvio della quotazione in Borsa di Meta" e un "controllo rigoroso delle procedure legate alla scelta del partner strategico". Il capogruppo dei Ds Giorgio Pighi, che ha criticato l'impostazione del documento del Polo, ha illustrato l'ordine del giorno della maggioranza nel quale si esprime apprezzamento per l'allargamento della compagine societaria di Meta, si ribadisce la valenza strategica dell'individuazione di un partner industriale in grado di apportare un contributo di valorizzazione all'azienda. Nel riconfermare con piena convinzione il percorso verso la quotazione in borsa, il documento sostiene che "il momento della effettiva collocazione andrà deciso dalla proprietà e dall'azienda, anche in relazione ad un'attenta valutazione di tutti gli elementi disponibili ed in particolare quelli relativi all'andamento dei mercati finanziari". Andrea Galli, di An, ha criticato duramente sindaco e vertici aziendali, giudicati "inadatti ad accompagnare questa società in borsa". Galli ha elencato "errori e manchevolezze" dei mesi recenti (dalle obbligazioni convertibili ai rapporti con Albacom) ed ha indicato problemi e dubbi anche nella procedura di scelta del partner, polemizzando duramente sulla esclusione di Rwe prima della gara. Galli ha anche chiesto "che fine ha fatto la disponibilità di una quota del capitale di Meta destinata a un partner che dopo le tante promesse della giunta è progressivamente sparita dalla scena". Galli, anche in sede di dichiarazione di voto, ha giudicato insoddisfacenti ed elusive le risposte ai suoi quesiti fornite dal rappresentante di Bnp-Paribas. Vittorio Corsini del Udc ha criticato la fretta con cui ad aprile si è deliberato per poter garantire l'entrata in Borsa di Meta a luglio e poi oggi si sia di fronte ad un altro rinvio. "Meta è una scialuppa che fa acqua da tute le parti - ha detto Corsini - mentre la bolognese Seabo ha diverse offerte di comuni della Romagna che vogliono entrare". Critico anche l'intervento di Olga Vecchi di Forza Italia secondo la quale "le insormontabili difficoltà di bilancio hanno spinto la giunta ed il Comune, come un incallito giocatore d'azzardo, sulla rischiosa strada della quotazione in borsa". Vecchi si è anche chiesta che "appetibilità può avere per il mercato una azienda che presenta un piano industriale fallimentare come Meta". Per Antonio Finelli del gruppo Ds il percorso verso la quotazione è funzionale a rendere una azienda come Meta in grado di essere competitiva su un mercato sempre più globale. "Meta ha bisogno di risorse per fare investimenti. La borsa serve proprio a questo, così come servono alleanze strategiche per far crescere il valore dell'azienda". Finelli ha anche auspicato una maggiore responsabilità nella discussione tra le forze politiche. Paolo Ballestrazzi di Modena a Colori nel definire inutile la convocazione del consiglio dedicato a Meta ha sottolineato come il suo gruppo abbia invece chiesto "le dimissioni dell'amministratore delegato di Meta che ha detto di non riuscire a fare il proprio lavoro perché c'erano interferenze politiche della maggioranza nella gestione dell'azienda": Ballestrazzi, ne ribadire come i "bilanci di Meta siano oppressi da mancanza di idee" ha concluso indicando come il problema principale sia "mandare a casa un management inefficiente". Francesco Frieri di Rifondazione comunista è partito dal ribadire la contrarietà al percorso di privatizzazione dei servizi pubblici e quindi anche della quotazione in borsa, sostenendo che "le privatizzazioni fatte dagli enti pubblici fanno acqua da tutte le parti". Frieri ha però aggiunto che l'articolo 35 introduce una novità rilevante e positiva in un percorso verso la quotazione già avviato: "Per noi a questo punto diventa importante avere garanzie di un percorso trasparente, ma soprattutto che dalla privatizzazione di Meta derivi un impegno a interventi con finalità sociale da parte del Comune. Noi chiediamo che 10 milioni di euro siano destinati a realizzare 1 nido, 1 materna ed 1 struttura protetta pubbliche. Se ci saranno precisi impegni su questo versante per noi sarà un segnale positivo". Antonino Marino del gruppo Ds ha criticato duramente il Polo dal cui ordine del giorno non emerge alcuna idea sul tema delle privatizzazioni: "Diteci cosa pensate sul questo argomento, se le privatizzazioni vanno fatte e come. Leggendo il documento che avete presentato è come se la montagna avesse partorito il topolino". Marino ha poi ribadito la piena trasparenza dei percorsi sin qui seguiti verso la quotazione, con una scelta deliberata dai 27 consigli comunali dei comuni soci. Ad Antonio Verna di An che ha chiesto chiarimenti su accordi commerciali all'estero, che Meta avrebbe in corso con la cooperativa Cpl, ha fatto seguito l'intervento di Adolfo Morandi di Forza Italia che ha rimarcato la legittimità della scelta del Polo di chiedere una seduta del consiglio dedicata al tema Meta: "Abbiamo letto ripetutamente affermazioni preoccupanti apparse sulla stampa ed era giusto da parte nostra chiedere di parlarne". Morandi ha anche ribadito dubbi sul percorso nella gara di selezione del partner, definendo l'esclusione di Rwe una "perdita importante". Davide Torrini di Modena a Colori ha ribadito come ci sia un giudizio fortemente negativo sulle gestione di Meta a prescindere da come si concluderà il percorso di quotazione, sottolineando che la "borsa non è un bagno purificatore. In questo senso, se ad ottobre ci saranno ancora gli attuali problemi legati all'andamento dei mercati, chiediamo ci sia il coraggio politico di non entrare e di assumersi l'onere di questa scelta, per tutela un bene di tutti quale è Meta". Giandomenico Glorioso, capogruppo della Margherita ha rimarcato come "la maggioranza di centro sinistra sa ritrovarsi compatta e come questo sia un dato confermato. La dialettica politica, con differenziazioni che possono emergere, è naturale, ma ciò ci porta a confermare la coesione e la condivisione di una impostazione sulla vicenda di Meta. A differenza di quanto fa il centro destra a livello nazionale, con un governo che perde continuamente pezzi". Nell'intervento conclusivo il sindaco Giuliano Barbolini ha sottolineato i positivi risultati raggiunti da Meta nell'ultimo periodo, dall'allargamento della compagine ad altri comuni tra cui San Cesario e Castelfranco, all'intesa coi sindacati interni, ai buoni andamenti gestionali e di bilancio, all'avanzamento della procedura di selezione del partner. "Sulla borsa noi non abbiamo l'assillo di andarci ad ogni costo, non abbiamo sofferenze del bilancio così come qualcuno dipinge. Certo abbiamo interesse a ricavare risorse per realizzare programmi destinati alla città. In questo non vedo ragione di scandalo. E' la stessa cosa che hanno fatto gli altri Comuni con le società già quotate". Barbolini ha poi rimarcato "le opportunità che dall'articolo 35 derivano per Meta e di cui, come maggioranza e minoranza, dovremmo essere soddisfatti. L'alternativa alla quotazione è solo quella di separare gestione delle reti dalla proprietà, di modo che agli enti locali spetterebbe farsi carico degli oneri di investimento proprio sulle reti. Per questo oggi diciamo di andare avanti nel percorso per essere pronti per la prima finestra utile che credo sarà a metà novembre. Allora potremo decidere, visto l'andamento dei mercati, se andare in borsa o rinviare: tenendo conto che comunque i benefici attesi sono conseguibili solo entro il 31 dicembre del 2003". Dopo aver ribadito la piena volontà di ricercare intese con le espressioni economiche del territorio, il sindaco ha apprezzato la posizione di Rifondazione comunista, che pur partendo da una diversa visione politica sul tema delle privatizzazioni, "la incrocia con un principio di realtà che riconosce le opportunità offerte dall'articolo 35. In questo senso - ha detto il sindaco - è condivisibile l'obiettivo che una parte rilevante degli introiti derivanti dalla privatizzazione di Meta possa andare a interventi nel campo della socialità. Sulla indicazione di realizzare 1 nido, 1 scuola ed 1 struttura protetta per anziani, che sono opere già previste nel nostro piano investimenti, c'è una piena convinzione di questa giunta. Si tratta di opere che vanno incontro ad una domanda presente e dunque, se l'operazione della quotazione andrà in porto, ci impegniamo ad attivare l'iter realizzativo di questi interventi già dal prossimo anno". "
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