Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

Tu sei qui: Home / Archivio Stampa / Archivio Comunicati Stampa / 2002 / Settembre / "CRITICHE DAL CONSIGLIO AL "PATTO PER L'ITALIA""

Archivio Stampa

Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

24/09/2002

"CRITICHE DAL CONSIGLIO AL "PATTO PER L'ITALIA""

Approvati due Odg dei gruppi Ds e Rc. Pollice verso per gli Odg di Fi e An.
"Anche il Consiglio si divide sul "Patto per l'Italia" e la politica economica e sociale del Governo. Chiamato a pronunciarsi su quattro ordini del giorno tutti dedicati ai temi che hanno diviso nel luglio scorso Cgil da Cisl e Uil, il Civico consesso, a maggioranza, boccia l'operato del Governo ed approva due Odg, di forte critica alle politiche economiche sociali di Berlusconi e della sua maggioranza di centro destra. A favore dei due documenti, presentati rispettivamente da Ds e Rc, hanno votato tutti i gruppi di maggioranza - Ds, Margherita, Udeur - e Rc. Contrari, Fi e An. Pollice verso, invece, per gli altri due Ordini del Giorno, sottoscritti separatamente da Fi e An, respinti dalla maggioranza e da Rc. Dalla maggioranza così come da Rc, dunque, nessuna attenuante - nemmeno generica - all'operato del Governo. Nei due documenti approvati, forte è la preoccupazione per l'aggravarsi dello scontro sociale e politico nel paese. Con il "Patto per l'Italia", si legge nell'Odg dei Ds illustrato in aula da Antonio Finelli, si determina uno scambio altamente ineguale. In cambio di sgravi fiscali inferiori a quelli già previsti dal Governo Amato, si apre la strada , con la manomissione dell'articolo 18 ad un governo unilaterale del mercato del lavoro. Non meno duro il giudizio di Rc. Il governo - come ha ricordato in aula Francesco Frieri - ha scoperto fino in fondo le sue carte fatte di ulteriori restrizioni nei trasferimenti agli Enti locali, di vere e proprie svendite e privatizzazioni del patrimonio pubblico, di "svolte" fiscali solo a favore dei redditi più alti, o ancora, di interventi di revisione dei sistemi sanitario e pensionistico fatti di sanità privata e pensioni integrative. Di ben altro segno gli ordini del Giorno di Fi e An. Per il primo, "l'accordo di portata storica che ha portato alla firma del Patto per l'Italia, apre la strada ad una esperienza fortemente innovativa". Più precisamente come ha ribadito Giorgio Barbolini, capogruppo di Fi - si vuole "far procedere di pari passo dinamismo economico e giustizia sociale, nonché la valorizzazione delle risorse umane in primo luogo attraverso l'incremento dei tassi di occupazione regolare". Volutamente "provocatorio" - come ha ricordato il capogruppo Gianpaolo Verna - l'ordine del giorno di An. Visto che il Patto per l'Italia prevede tra l'altro, riduzioni di imposte e garanzie per il lavoro, non è legittimo che chi non ha aderito a tale accordo come la Cgil debba trarne vantaggio. Il documento poi, invita il Governo a disporre che gli iscritti alla Cgil od ai partiti dell'opposizione siano esclusi dai benefici derivanti dal Patto prevedendo la richiesta di un'autocertificazione da sottoporre a verifiche per accedere a tali benefici". Intervenendo nel lungo dibattito che ha preceduto le votazioni, Fausto Cigni (Ds) si è chiesto, rivolgendosi contemporaneamente ad An e Fi, quali siano i vantaggi per i lavoratori e i cittadini determinati dal Patto per l'Italia. Anche per Giorgio Pighi (Ds) l'operato del Governo non solo non ha prodotto alcun effetto positivo ma sta generando situazioni di grave crisi. In questo quadro non si comprende - ha detto - come si possa ancora proporre documento di elogio nei confronti del Governo e delle sue scelte politiche ed economiche. Stefano Bonaccini, assessore ai lavori pubblici, ha manifestato forte preoccupazione per la crisi economica in atto. Quello per l'Italia è un patto che per tentare di funzionare aveva bisogno di risorse e non di fallimenti come sono stati registrati dalla Tremonti Bis, o ancora, dalle strategie per l'emersione dal nero. Quelli proposti da Fi - ha detto Giandomenico Glorioso, capogruppo della Margherita - sono trionfalismo fuori luogo, lontano dalla realtà non solo ora ma già nel mese di luglio. I dati della crisi erano già noti: o qualcuno del Governo ha fatto finta di non saperlo o - ed è ancora più grave - non ne aveva colto la portata. Forti preoccupazioni sono state espresse anche da Morena Manfredini, assessore alla Pubblica Istruzione. La scuola registra solo tagli. A Modena, su 16 insegnati su altrettanti progetti speciali ne sono stati confermati solo 4 con grave effetti sui livelli qualitativi del nostro sistema scolastico formativo. Infine, Antonio Finelli ha avanzato al Consiglio una proposta precisa. Per evitare che dibattiti così importanti finiscano per restare nei soli atti del Consiglio, sarebbe opportuno allargare il confronto anche alle forze economiche, sociali e culturali della città per capire, insieme, quali sono gli effetti che scelte compiute a livello nazionale possono produrre sul sistema economico cittadino. Già fin da ora - ha concluso - sarebbe interessante approfondire gli "effetti modenesi" del federalismo, delle politiche fiscali annunciate dal Governo o, ancora, dei progetti nazionali per l'assistenza. "

Azioni sul documento