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22/04/2004

GLI SCAVI HANNO RESTITUITO CASE, GRANAI E OFFICINE

Emersi anche oggetti in bronzo, ceramica e legno, tra cui una divinità sul trono.
"Resti di abitazioni, di un granaio e di un'officina metallurgica, ma anche reperti in bronzo, ceramica e legno - come i resti di un piccolo aratro e di un arco - e un idoletto che raffigura una divinità seduta su un trono: sono solo alcuni dei ritrovamenti avvenuti nel corso degli scavi archeologici condotti negli ultimi otto anni a Montale dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena che, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, ha ripreso le ricerche sulla terramara a oltre un secolo di distanza dalle prime indagini. I primi interventi di scavo a Montale furono infatti condotti dal Museo tra il 1871 - quando il sito fu visitato dai più importanti studiosi europei di Preistoria - e il 1884, ma successivamente la terramara rimase inesplorata, anche perché la cava per l'estrazione di terriccio organico aveva estremamente ridotto le possibilità di esplorazione archeologica. Le nuove ricerche hanno portato in luce una stratigrafia dello spessore di oltre 3 metri e numerosi materiali databili nel complesso all'età del Bronzo media e recente e più precisamente fra il XVII e il XIII secolo a.C. I dati provenienti dagli scavi hanno fornito una ingente mole di informazioni scientifiche sugli aspetti archeologici, ma anche sulle attività economiche e l'ambiente delle terramare grazie anche all'avvio di ricerche specialistiche condotte dall'Università di Modena (archeobotanica), di Milano (geoarcheologia) e di Lecce (archeozoologia). Gli scavi hanno rappresentato la premessa scientifica per la realizzazione del parco. I resti di due strutture abitative individuate in due diversi livelli di scavo hanno infatti permesso la ricostruzione delle case realizzate nel museo all'aperto. La più antica delle due abitazioni, risalente alla fase centrale del Bronzo Medio (XVI secolo a.C.), ha una forma rettangolare e una superficie di circa 55 metri quadrati. La piattaforma che la sorregge è sopraelevata dal suolo di circa 120 cm. La più recente, databile in un momento leggermente più avanzato (XV secolo a.C), ha una forma simile a quella più antica ma è un po' più grande (oltre 60 metri quadrati). Le ricerche hanno poi evidenziato altre importanti strutture fra cui, oltre a resti di altre abitazioni, una "officina" metallurgica per la fusione di oggetti in bronzo e un granaio il cui contenuto, conservatosi grazie all'incendio che lo ha distrutto, ha permesso assieme ad altri dati di ricostruire le colture agricole praticate dagli abitanti della terramara di Montale. "

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