Dal 3 aprile al 30 giugno i visitatori potranno 'vivere la preistoria' in un villaggio di 3 mila 500 anni. Attività sperimentali, narrazioni e iniziative sul cibo e i sapori
                
            
            
        
                             
                             
            Come in un'ideale macchina del tempo, le lancette della storia si muovono al contrario e si fermano in un giorno imprecisato di 3 mila 500 anni fa in un villaggio dell'età del bronzo. Ci sono il fossato, il terrapieno con le palizzate difensive, la porta d'ingresso, due grandi case arredate con suppellettili, vasellame, utensili, armi, vestiti: oggetti e strumenti che consentono ai visitatori di sperimentare modi di vita e attività di tre millenni e mezzo fa. 	Tutto questo è possibile dal 3 aprile al 30 giugno, quando su un'area di 23 mila metri quadrati riapre le porte ai visitatori il Parco e museo all'aperto della terramara di Montale, realizzato nella stessa località in cui sorgeva un importante abitato dell'età del bronzo.	Il progetto, avviato nel 1998 in accordo con la Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia Romagna, è stato realizzato dal Museo civico archeologico etnologico del Comune di Modena e dal Comune di Castelnuovo Rangone con il sostegno della Commissione Europea, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Parco e museo sono stati portati a termine nell'ambito del più vasto progetto 'Archaeolive', sostenuto dall'Unione Europea, che ha coinvolto, accanto al Museo civico di Modena, il Museo di Storia naturale di Vienna e il Museo delle palafitte di Unteruhldingen, sul lago di Costanza. 	A un anno dall'inaugurazione, e forte di una risposta del pubblico che ha permesso di registrare 13 mila 500 presenze nel primo anno, il parco di Montale offre, soprattutto ai visitatori più giovani, esperienze di manipolazione di materiali (argilla, fibre e filati) e visite 'narrate' di Aran, il vecchio saggio della terramara, interpretato dall'attore Alessandro Rivola.	Nei giorni festivi, il Museo civico archeologico etnologico di Modena in collaborazione con il Comune di Castelnuovo Rangone offre inoltre al pubblico  attività di archeologia sperimentale introducendo, accanto alla fusione del bronzo, alla tessitura su telai a pesi, alla modellazione e cottura della ceramica anche elementi di assoluta novità con il coinvolgimento di esperti di produzioni artigianali con tecnologie preistoriche. Il primo appuntamento è il 3 aprile con Wolfgang Loebisser, collaboratore del Museo di Storia naturale di Vienna, che illustrerà le tecniche che permettevano agli artigiani delle terramare di ricavare armi, attrezzi e ornamenti dai palchi di corno di cervo.	Nell'ambito della rassegna 'Cibi e sapori nell'Italia Antica', infine, il Parco, in collaborazione con l'Orto botanico dell'Università di Modena e Reggio Emilia, ha programmato 'Archeologia dei sapori', che prevede due appuntamenti e un'esposizione di manufatti, resti paleobotanici e archeozoologici della terramara. Tema conduttore del primo appuntamento, domenica 22 maggio, sarà il corniolo, frutto di antica origine, oggi poco conosciuto, che le popolazioni delle terramare utilizzavano probabilmente anche per ricavare una bevanda alcolica fermentata.	Il Parco di Montale resta aperto al pubblico dal 3 aprile al 30 giugno le domeniche e i festivi dalle 10 alle 19. Dopo la pausa estiva, durante la quale il parco apre le porte ai centri estivi, gli appuntamenti domenicali con il pubblico riprenderanno dal 4 settembre al 30 ottobre con un nuovo programma di attività. 	Il biglietto costa 6 euro (4 euro dai 6 ai 13 anni, soci Touring e Fai, 5 euro gruppi di almeno 20 persone e scolaresche). L'ingresso è gratuito per under 5, over 65 e studenti universitari di facoltà e corsi di laurea legati all'ambito dei beni e delle attività culturali. Per informazioni si può telefonare ai numeri 059-200101/532020 e consultare il sito www.parcomontale.it	
        
        
		
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