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28/11/2006

ALLARMI ANTIFURTO NEL RISPETTO DELLA QUIETE PUBBLICA

L'assessore Monticelli risponde all'interrogazione del consigliere Caropreso.


Il diritto a difendere se stessi e le proprie proprietà non esime dal dover tutelare gli altri dai disagi arrecati dall’inquinamento acustico. In altre parole, la normativa locale può intervenire per arginare aspetti problematici che derivano da carenze legislative nazionali. E’ quanto ha affermato l’assessore alla Polizia Municipale Gualtiero Monticelli rispondendo all’interrogazione del consigliere comunale Achille Caropreso (Gruppo Indipendente) che denunciava il disagio creato ai cittadini dall’anomalo funzionamento dei sistemi d’allarme. Il consigliere ha chiesto se si possono effettuare accertamenti a campione per verificare se i tempi di taratura dell’allarme siano rispettati e ha fatto sapere che intende formalizzare una proposta di modifica del Regolamento di Polizia Urbana che preveda l’obbligo di esporre la targhetta con l’indicazione della persona a cui rivolgersi per disattivare l’allarme – già prevista per gli edifici diversi dalle dimore private - anche nel caso di dimore private “per ovviare all’inconveniente di allarmi che scattano in modo anomalo mentre proprietari o locatari dell’immobile sono per qualsiasi motivo assenti”. L’assessore Monticelli non esclude la possibilità di modificare il regolamento di Polizia Urbana, ma ritiene occorra prima aspettare le specifiche direttive nazionali “di cui siamo in attesa” e si riserva di attivare tutti i canali istituzionali “affinché questa disciplina avvenga in tempi ragionevoli”, mentre fa sapere che non è possibile effettuare controlli periodici perché non c’è nessun obbligo di segnalare all’amministrazione locale l’installazione di tali sistemi. Il consigliere Caropreso si è dichiarato soddisfatto della risposta nel suo complesso, ha tuttavia annunciato che se nel giro di alcuni mesi non sarà recepita la modifica nel regolamento di attuazione, formalizzerà la sua richiesta di modifica del regolamento di Polizia Urbana e ha ribadito: “se la targhetta non contravviene al diritto alla privacy del titolare di un’azienda non vedo come non si possa estendere l’obbligo a tutti i cittadini che fanno ricorso a sistemi d’allarme antifurto”.

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