Secondo le indagini dell'Osservatorio regionale dello spettacolo la provincia è quarta per lo spettacolo dal vivo e seconda per le infrastrutture cinematografiche
Modena è la terza città in Emilia-Romagna nella produzione di musica (dopo Bologna e Parma) e di spettacoli di prosa (dopo Bologna e Rimini). Minore è la presenza di attività di danza e di produzioni interdisciplinari, ma con un’interessante presenza di agenzie di spettacolo, dato che riguarda soltanto altre tre città in regione. Esiste dunque un contesto imprenditoriale equilibrato, rafforzato dalla buona presenza di imprese di produzione cinematografica, che colloca Modena al secondo posto dopo Bologna.
Lo affermano le indagini dell’Osservatorio dello spettacolo della Regione Emilia-Romagna, attualmente in fase di elaborazione finale e pubblicazione. “Ovviamente non si tratta di fare confronti gerarchici, ma semplicemente di verificare lo stato di salute del tessuto culturale e i suoi potenziali sviluppi”, spiega Michele Trimarchi dell’ArCapp del Centro analisi delle politiche pubbliche di Modena e docente all’Università di Catanzaro.
Per quanto riguarda la dotazione infrastrutturale, la situazione di Modena appare solida se si fa riferimento all’intero territorio provinciale, mostrando un reticolo di infrastrutture di buona caratura: sale in cui prevale una capienza tra i 200 e i 500 posti, e una media di 15,2 posti a sedere per 1000 abitanti: Modena è la quarta provincia (dopo Bologna, Forlì-Cesena e Parma) per lo spettacolo dal vivo, e la seconda (dopo Bologna) per le infrastrutture cinematografiche.
“Di estrema importanza – sottolinea Trimarchi - il ruolo delle amministrazioni comunali, che è proprietario dell’80 per cento delle sedi dell’intero territorio provinciale; il dato è ancor più interessante se si considera la notevole prevalenza di sale comunali, ma gestite in convenzione con altri soggetti, il che conferma la vocazione imprenditoriale cui fa da efficace contraltare la responsabilità e l’iniziativa dell’amministrazione comunale”.
Lo affermano le indagini dell’Osservatorio dello spettacolo della Regione Emilia-Romagna, attualmente in fase di elaborazione finale e pubblicazione. “Ovviamente non si tratta di fare confronti gerarchici, ma semplicemente di verificare lo stato di salute del tessuto culturale e i suoi potenziali sviluppi”, spiega Michele Trimarchi dell’ArCapp del Centro analisi delle politiche pubbliche di Modena e docente all’Università di Catanzaro.
Per quanto riguarda la dotazione infrastrutturale, la situazione di Modena appare solida se si fa riferimento all’intero territorio provinciale, mostrando un reticolo di infrastrutture di buona caratura: sale in cui prevale una capienza tra i 200 e i 500 posti, e una media di 15,2 posti a sedere per 1000 abitanti: Modena è la quarta provincia (dopo Bologna, Forlì-Cesena e Parma) per lo spettacolo dal vivo, e la seconda (dopo Bologna) per le infrastrutture cinematografiche.
“Di estrema importanza – sottolinea Trimarchi - il ruolo delle amministrazioni comunali, che è proprietario dell’80 per cento delle sedi dell’intero territorio provinciale; il dato è ancor più interessante se si considera la notevole prevalenza di sale comunali, ma gestite in convenzione con altri soggetti, il che conferma la vocazione imprenditoriale cui fa da efficace contraltare la responsabilità e l’iniziativa dell’amministrazione comunale”.
Azioni sul documento