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30/11/2006

QUANDO L'ARTE È UN SECONDO LAVORO

Una ricerca sul settore delle arti visive evidenzia che a Modena solo il 16 per 100 degli artisti può permettersi di non avere anche un'attività per integrare il reddito

 

Hanno un titolo di studio elevato e condizioni economiche discrete. Sono attenti a ciò che accade all’estero e utilizzano le nuove tecnologie. Ma, soprattutto, non vivono di sola arte, lamentano "un mercato piccolo nelle mani di pochi", avvertono una frizione tra la dimensione della provincia e la globalizzazione e vorrebbero un pubblico più ampio e un rapporto più stretto con le istituzioni.

È ciò che emerge dalla ricerca "Non di sola arte", indagine sulle condizioni di vita e lavoro nel settore delle arti visive a Modena, realizzata da Giulia Bondi e Silvia Sitton attraverso 19 questionari, 2 focus group e 13 interviste aperte.

Sono numeri piccoli, ma rappresentativi di un universo che si può stimare in alcune decine di persone attive nel mondo dell’arte contemporanea in città. Ad esempio, sono 54 gli iscritti all’archivio Giovani d’arte (fino a 35 anni) che operano con continuità sul territorio provinciale.

Gli artisti e gli operatori del mondo della cultura intervistati per la ricerca hanno in media 39 anni e 3 su 4 sono nati in provincia di Modena in famiglie di discrete o agiate condizioni economiche. Tutti conoscono almeno una lingua straniera e quasi 7 su 10 sono stati all’estero per lavoro nell’ultimo anno. Il 63 per cento è laureato o diplomato all’Accademia e 8 su 10 sono presenti sul mercato attraverso una o più gallerie. Tuttavia molti di loro (63 per cento) hanno un secondo lavoro. La grande maggioranza fa uso del personal computer e di internet per progettare e realizzare opere d’arte o per fare ricerche e comunicare (il 42 per cento ha un sito web personale). Il 26 per cento dedica all’arte oltre 40 ore settimanali, il 47 per cento oltre 15 ore e il 21 per cento meno di 15. Il reddito medio mensile è di 1257 euro e la mancanza di ritorno economico è per molti il principale ostacolo alla crescita artistica. Solo 16 su 100, infatti, ricavano il loro reddito esclusivamente dall’arte.

Di Modena gli intervistati apprezzano la presenza di gallerie private e della Galleria civica, l’offerta culturale complessiva e il Festival filosofia, anche se trovano difficoltà ad emergere e lamentano chiusura, provincialismo, mancanza di spazi, di coordinamento e di collaborazione.

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