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30/03/2006

IL 60° DEL VOTO ALLE DONNE RICORDATO IN CONSIGLIO

Seduta straordinaria in occasione dell'anniversario del suffragio universale

Il Consiglio comunale di Modena riunito in seduta straordinaria ha celebrato il 60° anniversario del suffragio universale e del voto alle donne. In apertura di seduta il presidente del Consiglio comunale Ennio Cottafavi ha ringraziato gli ospiti in sala, sottolineando il 'valore epocale del voto alle donne del 1946' e citando passi del discorso di Maria Cabassi eletta a Carpi con oltre 12mila preferenze. E' stata quindi la volta di Patrizia Gabrielli, docente dell'Università di Siena, che ha tracciato la storia del percorso di emancipazione femminile dal 1946 ad oggi. In particolare, la Gabrielli ha sottolineato che 'il voto alle donne ha rappresentato un passaggio fondamentale non solo delle donne italiane, ma della storia della Repubblica Italiana' e ha ricordato in tal senso il ruolo dell'Udi (Unione donne italiane) e del Cif (Centro italiano femminile) negli anni '40, oltre che dei politici e delle realtà pubbliche e private che all'epoca favorirono il suffragio universale e diedero avvio ad iniziative che - nei decenni successivi - avrebbero garantito l'accesso delle donne a molte professioni, con il riconoscimento di specifici diritti legati alla condizione femminile. La docente ha anche sottolineato che nell'assemblea costituente furono elette 21 donne, pari al 4%, a cui si aggiunsero circa 2000 donne elette nei vari consigli comunali in Italia, che 'chiedevano alla stampa più attenzione ai titoli accademici più che al taglio dei vestiti indossati'. Nel dibattito è poi intervenuta Ivonne Poppi, eletta in Consiglio comunale a Modena nel 1951, con incarichi successivi anche come assessore: 'Lotto ancora per le pari opportunità ' ha detto la Poppi ' Fin da piccola non accettavo le differenze tra maschi e femmine, che si verificavano anche in famiglia. Non capivo, ad esempio, perché dovevo pulire le scarpe a tutti, quando i maschi sarebbero stati in grado di farlo da soli'. Ivonne Poppi ha rievocato altri ricordi d'infanzia e di gioventù, tra cui l'adesione nel 1944 alla formazione clandestina Fronte della Gioventù di Sandro Cabassi 'che comprendeva maschi e femmine con uguali diritti e uguali doveri', ma anche alcuni episodi tra cui il rischio di nascondere alle S.S. il materiale cartaceo clandestino, che veniva occultato nei fasci di bacchette di salice per fare i cesti. Secondo la Poppi 'una grande serie di attività favorirono in seguito il diritto al voto, anche se c'erano ancora grandi difficoltà nel paese ad accettare il fatto che le donne potessero realmente governare. Ci fu addirittura qualcuno, Giolitti, che parlò di salto nel buio'. 'La prima volta che votai ' ha ricordato ' ero emozionata e temevo di sbagliare qualcosa, tanto che aprii e richiusi più volte la scheda per essere certa che non ci fossero segni o macchie che potessero annullarlo. L'emozione, ancora oggi, continua e sono sempre preoccupata di sbagliare qualcosa. Purtroppo, però, noto una disaffezione al voto negli ultimi anni, che si accompagna ad un'idea di donna diffusa vista ormai solo in rapporto alla moda. Credo però che le donne siano accomunate dalla difesa della propria dignità, dal diritto a scegliere e a salvaguardare le scelte fatte per difendersi dall'antifemminismo. Con il voto si può continuare in questa direzione'.

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