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21/04/2006

SESSANTESIMO DEL CONSIGLIO, I PARERI DEI CONSIGLIERI

Il resoconto del dibattito consiliare sulle celebrazioni della prima seduta del 1946
La giornata celebrativa del 60° del Consiglio comunale e la contestuale delibera presentata da Baldo Flori (Modena a Colori) di indire ogni anno una giornata per ricordare la Liberazione, ha dato il via ad un ampio dibattito in aula, a cominciare dall'intervento con cui Achille Caropreso (Forza Italia) ha ricordato che 'la proposta di Flori ha una caratteristica di novità rispetto a quanto il Comune fa già per ricordare la Resistenza'. Caropreso ha sottolineato che 'il Consiglio ha il diritto-dovere di occuparsi di temi che non hanno solo ricaduta locale', tra i quali il tema del rapporto con i giovani di Locri, il problema dell'acqua nel mondo e il disagio giovanile. Enrico Artioli (Margherita) ha aggiunto che 'il Comune è l'istituzione repubblicana di più antica data', tracciando quindi un quadro storico dell'evoluzione degli organi di rappresentanza nel corso dei secoli e ponendo il tema del voto ai cittadini immigrati, annunciando il voto favorevole alla delibera proposta da Flori. Giuseppe Campana (Ds) ha detto di 'riconoscersi in pieno nelle motivazioni di Flori', sottolineando la propria soddisfazione nel ritrovare il nome di alcuni famigliari nell'albo che riporta i consiglieri comunali di Modena diffuso durante la seduta. Secondo Campana 'il Consiglio comunale deve potenziare ulteriormente i riconoscimento e la riconoscenza per quelle generazioni che sono state protagoniste di questa rigenerazione nazionale', Mauro Manfredini (Lega Nord) ha ricordato le vicende storiche che hanno portato poco alla volta alla rappresentanza popolare nei secoli sino all'istituzione dei Consigli comunali, rilevando in particolare le spinte autonomiste e sottolineando che 'un Italia ragionevolmente federata avrebbe avuto una storia migliore di quella che ha avuto'. Secondo Manfredini 'c'è una lontananza dei cittadini verso la politica, testimoniata anche dalla scarsa partecipazione dei cittadini tra il pubblico ai Consigli comunali. Non è un bel quadro quello di oggi ' ha concluso ' Però se il processo di devoluzione dal centro alla periferia continuerà, i cittadini potranno riappropriarsi delle risorse a favore del proprio territorio e i Consigli comunali potranno contare moto più di oggi'. E' stata poi la volta di Rosa Maria Fino (Società Civile), che ha ringraziato 'le donne che sono intervenute, le colleghe consigliere che con me dividono i problemi legati al fatto di essere donne in un Consiglio. Ringrazio anche idealmente le prime tre donne consigliere che si sono insediate il 20 aprile del 1946, Leda Vaccari, Bice Ligabue e Clelia Manelli. Erano in tre. Oggi, a sessant'anni di distanza, siamo solo in sette'. Eugenia Rossi (Ds) ha rilevato che 'oggi manca il riferimento al mondo dei giovani, e questo è evidente anche dalla mancanza di loro rappresentanti tra il pubblico. Il ruolo della memoria è importante in questo senso, non solo quella storica, ma anche quella famigliare e collettiva', mentre per Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori) 'il problema di questo Consiglio è di recuperare una dimensione feconda dell'agire privato e dell'agire pubblico. Per fare questo i giovani devono capire la differenza che c'è tra un cittadino e un suddito. Sessant'anni fa la Liberazione ha sancito questo dato di fatto. Tutti sono diventati cittadini e non ci sono più stati sudditi'. Ballestrazzi ha aggiunto che 'Modena ha realizzato il proprio progresso con le proprie mani, da persone che hanno dimostrato di non voler essere sudditi, ma uomini, realizzando un progresso che non è stato dato da nessuno, ma da sé stessi. La proposta della nostra delibera è proprio quella di definire un'occasione importante per rapportarsi con le giovani generazioni in un rapporto fecondo, non didascalico e da cattedra, perché una società che perde i giovani è destinata a morire'. Antonio Maienza (Udeur) ha dichiarato che 'oggi siamo i rappresentanti del governo della città e dobbiamo onorare con il ricordo chi ci ha preceduto in questo impegno. Non si deve abbandonare la tensione morale che ha spinto i nostri predecessori alla ricerca della libertà. Oggi, dopo un quinquennio brutto, dobbiamo ricostruire il paese su altre basi'. Il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha infine dichiarato che 'il carattere austero e di forte impegno civile che deve caratterizzare le istituzioni rischia di passare in secondo piano dopo la vis polemica. Tutti siamo consapevoli che è un errore e dobbiamo cogliere momenti come questi di oggi, in questo consiglio, in cui si torna ad una dialettica equilibrata'. Il sindaco ha sottolineato che 'la classe politica del dopoguerra riusciva a tenere il tono del confronto - nonostante l'abisso che divideva le posizioni ' a livelli del tutto normali. Sulla delibera presentata da Flori, infine, la presentazione in un contesto come quello odierno, ne potenzia il significato e cade in un periodo fecondo'.

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