I pareri dei consiglieri comunali sul documento che regola i rapporti per i prossimi 3 anni
Il dibattito in aula consiliare sulla delibera che dà il via libera alla convenzione tra l’amministrazione comunale e Fism si è protratto per più di tre ore, nel corso delle quali maggioranza e opposizione sono intervenute a motivare la propria posizione, arrivando all’approvazione intorno alle 23. Dopo la presentazione del documento da parte dell’assessore alle Politiche per l’Infanzia Adriana Querzè, il dibattito si è aperto con l’intervento di Eugenia Rossi (Ds), che ha sottolineato di “aver sempre creduto in una scuola pubblica e laica” e che “questa convenzione ha il pregio di avere un atteggiamento realistico, ma anche di avere l’obiettivo di puntare alla qualità”, evidenziando le difficoltà future legate alla scarsità di risorse. Achille Caropreso (Indipendente) ha invece dichiarato che “le scuole Fism non sono scuole confessionali, la confessionalità è cosa ben diversa dal fatto che abbiano avuto origine religiosa. A Modena, se si manda un bimbo ad una scuola Fism, non uscirà un abatino, né un fervente ateo se va alla scuola pubblica”. Baldo Flori (Modena a Colori) non ha condiviso la ricostruzione storica dello sviluppo delle scuole d’infanzia fatta dall’assessore, sottolineando che “negli anni passati a Modena si rifiutava l’intervento statale, non si volevano i docenti statali, per contrapporre un modello locale a quello statale”, ironizzando poi sulla certezza che l’attuale governo darà una risposta certa assicurando i docenti statali: “Come fate ad esserne sicuri? Si vede che ci sono canali privilegiati”. Nel merito della convenzione, Flori ha poi espresso “dubbi sull’opportunità di un accordo quadro con un’associazione di scuole nel momento in cui le singole scuole hanno l’autonomia”, auspicando che non si vada nella direzione di un’omogeneizzazione dei modelli e ricordando infine che sul tema dei modelli di valutazione di qualità delle singole scuole “l’ipotesi è stata rifiutata anche sul piano sindacale”.
Paolo Ballestrazzi ha espresso “netto dissenso” alla delibera, sottolineando che “due miliardi e 400 milioni delle vecchie lire vengono dirottate a vantaggio di poche persone, gestite da meno persone ancora, senza possibilità di controllo effettivo da parte dell’amministrazione”. Inoltre, Ballestrazzi ha invitato a “finirla di pensare che lo Stato debba farsi carico di sostenere il pluralismo nelle istituzioni. Se accettiamo di convenzionarci con la Fism, allora deve valere per tutti i privati. Se passa l’idea del cardinale Scola che dice che gli enti locali devono istituire scuole, e non gestirle, io dico che questa cosa grida vendetta. Se passa questa ipotesi che l’onere della realizzazione delle strutture è a carico della collettività, ma i progetti e gli utili vengono raccolti dai singoli, questo è un principio a cui non mi presterò mai, contraddice la Costituzione sullo specifico dell’insegnamento, che dice che chiunque può istituire scuole senza onere per lo Stato”.
Giuseppe Campana (Ds) ha sottolineato di non vedere nell’intervento della Querzè “l’attesa messianica del governo amico, piuttosto ho visto preoccupazione e senso di responsabilità per la situazione economica. Questa integrazione garantisce progressi, ad esempio attraverso la partecipazione dei genitori. Sulla qualità e aggiornamento degli insegnanti, sostengo la necessità di monitoraggio con controlli incrociati, senza cadere in una logica di customer-satisfaction, che può peccare di assoluto soggettivismo”. Campana ha aggiunto che “il criterio prioritario è la qualità pedagogica e, in questo caso, pragmatismo e laicità si impongono. La qualità pedagogica non è appannaggio delle scuole Fism, o di quelle statali o comunali, ma di quell’insegnante in quella precisa sezione e in quella scuola. E’ constatabile sulla pratica didattica, non è teorizzabile in fase prioritaria”. Campana, infine, ha rilevato che “nella mia maggioranza, rispetto alla convenzione, ci sono obiezioni. Ne prendo atto, però concludo con un esempio: l’associazione Moxa, attivata a Modena da insegnanti laici e di sinistra, ha un’attività seria in Etiopia. Questi insegnanti si trovano da anni a lavorare con suore e missionari, indipendentemente dalle loro convinzioni. La priorità, evidentemente, è un'altra”.
Enrico Artioli (Margherita) ha rilevato che “il sistema è caratterizzato da una pluralità di attori, che collaborano per ottenere un obiettivo comune. Se il punto chiave è di gestire il sistema nel suo complesso, allora sono d’accordo. La gestione diretta costa più di quella esternalizzata. L’obiettivo della convenzione è l’innalzamento dei livello di qualità complessivo. Metto in guardia da un aspetto: una serie di realtà esistono già nella Fism, ad esempio la partecipazione dei genitori, così come l’accoglienza di bimbi disabili. E’ quindi un miglioramento della qualità attraverso lerogazione di fondi. Credo anche che l’importanza della socializzazione non sia inficiata dal riferimento religioso, l’importante è il rispetto delle regole costituzionali”.
Per Alvaro Colombo (Prc) “la convenzione è un atto politico, non solo tecnico. Offre una fotografia di quello che è oggi il momento formativo fondamentale, la fascia dai tre ai sei anni. Oggi il 38% è coperto dal Comune, 35% dalla Fism, 18% dallo Stato e 10% da altri. Ci sono trenta soggetti a disagio, 7 disabili e 5% di stranieri. Quindi il 45% dell’offerta passa attraverso il sistema convenzionato, di cui la maggior parte alle scuole confessionali e il 55% al sistema pubblico, cioè gestito da strutture pubbliche. Questi i dati. Rifondazione ha sempre sostenuto che nella fascia 3-6 anni il ruolo centrale deve essere pubblico e questo ruolo deve essere difeso. La politica non si può arrestare di fonte alla foto del presente, deve prefigurare un domani in cui le risposte devono essere principalmente pubbliche. Siamo in presenza della trasformazione della società, multiculturale, multireligiosa e multietnica che solo una struttura pubblica può gestire. Dentro le istituzioni ci deve essere il pluralismo perché il pluralismo nasce all’interno dell’istituzione pubblica. Questo deve essere l’orizzonte su cui costruire il futuro. Non neghiamo – ha aggiunto Colombo - che la delibera contenga elementi migliorativi anche grazie alla nostra battaglia. C’è il tema dei controlli, l’ufficio qualità, la formazione. Sui controlli si è detto che già si facevano e oggi si dice che saranno ancora più attenti. Verificheremo che siano effettuati. Questo è uno dei nostri punti di miglioramento”. Colombo ha proseguito dichiarando che “ci sarebbe piaciuta la possibilità di un intervento sui programmi offerti dalle scuole Fism. L’impegno a mantenere la centralità del pubblico per noi è determinante. Così come è fondamentale che parte dell’intervento sia a carico dello Stato. Il 18% di intervento statale è debole. Non è scontato che ci sia in futuro un finanziamento statale, però faremo fino in fondo la battaglia perché ci sia”. Per Colombo “va affermato il principio diverso di sussidiarietà, ma con una diversa riorganizzazione, verticale, tra Stato ed enti locali. Arriveremo fino alla denuncia se lo Stato non risponde a questi bisogni. Quanto al governo amico, lo valuteremo nei fatti”.
Sergio Rusticali (Sdi) ha riaffermato il valore di una “scuola pubblica e laica. L’atteggiamento giusto è quello della consigliera Rossi, cioè realistico. Se dall’oggi al domani escludessimo le scuole confessionali, quali risposte metteremo in campo? Il problema allora è se il tipo di rete che oggi abbiamo costruito debba rimanere inalterato o se invece si debba lavorare per dare un segnale necessario di affermazione graduale di laicità”. Per Rusticali “un segnale di novità può essere l’allargamento di soggetti che possono partecipare in carenza di uno Stato, ma qualificati e in grado di allargare la fascia di risposta alla domanda che anche in futuro ci sarà posta. Certo, vorrei di più, ma riconosco che la convenzione è sostanzialmente diversa a quella precedente. Ci sono novità, i controlli, la formazione, l’ufficio qualità”.
Michele Barcaiuolo (An) ha invitato a “non travisare l’uso delle parole pubblico e privato. Tutte le scuole d’infanzia sono pubbliche, non private. La laicità va in subordine alla libertà, la libertà delle famiglie di scegliere dove far studiare i loro figli. Sono contento che da una maggioranza di questo tipo si vada in questa direzione, lo apprezzo”. Barcaiuolo ha ricordato che “un terzo di queste scuole sono cattoliche”, sottolineando di essere “il primo a combattere le scuole non statali che poi diventano degli esamifici. Se noi governassimo questa città – ha concluso – la delibera sarebbe sostanzialmente uguale, forse leggermente diversa. Io apprezzo molto questo passaggio e apprezzo il ministro Fioroni che garantisce la libertà delle famiglie. Per questi motivi daremo il nostro appoggio”.
E’ stata poi la volta di Alberto Caldana (Margherita) che ha ringraziato l’assessore Querzè per l’azione che ha portato alla delibera, ma anche Alvaro Colombo perché “ha la capacità di mantenere il suo ragionamento in un quadro che tende a rafforzare gli elementi di governo su questo Comune. All’inizio Comune di Modena e Fism si guardavano con diffidenza, però poi è stato chiaro il senso di un cammino di reciproca fiducia, che rafforza il concetto di rete, quel sistema di servizi che è l’obiettivo a cui tendere. A Modena sono 1400 le famiglie servite dalla Fism, un dato notevole. Il fatto che il Comune valorizzi il rapporto è significativo, significa che sono figli dello stesso sistema di servizi educativi”.
Per Davide Torrini (Udc) “la convenzione nasce su un accordo politico programmatico che vedeva i cattolici entrare al governo una decina di anni fa. Questa è la genesi di questo accordo. Non è quindi nuovo, però lo è nella misura in cui si aggiunge chi all’epoca aveva strappato, cioè Rifondazione Comunista che aveva votato contro con fuoco e fiamme. Questo – ha sottolineato Torrini - è un dibattito politico determinato da un dato amministrativo, cioè che il 35% della domanda è gestita dalla Fism. Quindi non mi scandalizzano, anzi, gli sforzi che ognuno fa per guardare la delibera dalla parte che gli consente di votarla. E’ abile la Querzè a fare la delibera, che io apprezzo. Ma è abile anche a presentarla così, spostando le tensioni a livello nazionale, spostando sul piano locale solo le cose condivise, così ognuno valorizza la propria parte”. Secondo Torrini “non c’è niente di male ad accorgersi che la realtà è più forte di un’ideologia. E qui nella delibera vince la realtà, vince il 35% di domanda inevasa. Questo intervento è di straordinaria importanza, anche se la bugia è evidente quando dite che lo sviluppo sarà sul pubblico. Il nostro sarà un voto di consenso incondizionato”. Torrini, infine, si è chiesto “cosa succederebbe se quest’aula avesse i numeri del Senato e il nostri numeri fossero determinanti? Mi chiedo se la sinistra debba rassegnarsi a governare con la sinistra radicale su welfare e politica estera”.
Gli ha riposto Giancarlo Montorsi (Prc) ricordando che “il dibattito interno alla maggioranza sul welfare non ha rilevato particolari problemi. A livello nazionale questi problemi non mi spaventano, perché almeno questa maggioranza il problema se lo pone. E’ vero che Rifondazione ha qualche problema in più su due questioni di fondo: innanzitutto sulla confessionalità delle strutture educative e, in secondo luogo, su come questa convenzione è stata costruita”. Montorsi ha assicurato che “non siamo contro la confessionalità, lo sarei anche contro scuole marxiste, entrambi luoghi che sarebbero inevitabilmente più chiusi e che invece vanno portati a pari dignità con gli altri. Non è una battaglia contro la religione. Ci preoccupa invece che si possano creare i presupposti per cui domani altre filosofie religiose si sentano legittimate a fare altre convenzioni e creare altri steccati”. Montorsi ha precisato che “sulla convenzione ci sono dubbi sui controlli che fino ad ora non sono stati fatti. E’ difficile parlare di controlli senza una struttura deputata a tale scopo ed è per questo che nasce l’Ufficio Qualità. Il nostro sarà un voto di astensione”.
Il dibattito è stato chiuso da Andrea Leoni (Forza Italia) che ha sottolineato la “grande ipocrisia, perché l’intervento che molti della maggioranza avrebbero voluto fare, lo ha fatto Ballestrazzi. Avete difficoltà a trovare ragioni per votare questa delibera. Sappiamo che Rifondazione con uno strappetto tenta di salvare capra e cavoli, elettorato e coalizione. E’ una passo tentennante, si tenta di attaccarsi a qualcosa per dire che qui è meglio che nel resto d’Italia. Il perno, insomma, è la grande ipocrisia. Noi – ha proseguito Leoni - voteremo convintamente a favore, la strada da seguire è questa, si è imboccata una via da cui non si torna indietro. Questa maggioranza ha imboccato una via che connota un welfare preciso. La strada è di dare soldi alle scuole cattoliche e a noi sta bene, sta benissimo. E’ ovvio che alcuni, oltre alla Querzè, escono vittoriosi, ma esce vittoriosa una linea complessiva lanciata dalla destra che vede nella sussidiarietà un punto importante, con la possibilità di far sì che il paese cambi radicalmente. Che avvenga qui nella terra del comunismo per eccellenza, è importante. Il fatto di rinnovare questa convenzione assume connotati importanti, perchè sappiamo che al prossimo rinnovo i soldi aumenteranno, perché aumenterà la necessità. I soldi alle scuole cattoliche saranno di più e noi lo sosterremo, per assicurare a tutti il diritto alla scuola. Voteremo convintamente, con l’auspicio di portare tanti insegnanti statali attraverso il suo governo, smentendo così il ministro dell’economia e anche Draghi che invitano a tagliare sugli enti locali”.
In fase di replica Adriana Querzè ha ribadito che “si tratterà anche di fare una battaglia con lo Stato rispetto al tema della sussidiarietà. Il novo ministro negli organici di fatto, cioè nel personale, per quanto riguarda Modena è riuscito a modificare il rapporto insegnanti-disabili da 2,2 a 1,9. Questo governo in luglio ha anche risposto positivamente a tutte le richieste inevase rispetto al tempo pieno e ha già assegnato le insegnanti in più per le sezioni di scuola infanzia che in passato ne avevano solo una e alle quali noi ne aggiungevamo una seconda. Abbiamo quindi ottime ragioni per essere ottimisti. A onor del vero – ha aggiunto - bisogna ricordare che il maggiore impegno dello Stato è iniziato timidamente con il governo precedente che, con la legge 53, ha cominciato a dare risorse, anche se a metà. Quindi è una strada non genericamente ottimistica, ma perseguibile. I controlli – ha proseguito l’assessore - hanno senso se si parla di processi. Mi impegno a fare un passaggio su questo aspetto. Da questa discussione – ha concluso - non esce vittorioso chi ha cercato di salvare capra e cavoli. Esce vittorioso chi, come nella maggioranza, ha creduto fin dall’inizio nella possibilità della politica di costruire mediazioni sensate”.
Si è arrivati quindi alle dichiarazioni di voto, a cominciare da Rosa Maria Fino (Società Civile): “Premesso che la scuola dovrebbe essere pubblica, statale e laica – ha spiegato - anche io voglio essere più realista del re. Sono convincenti il lavoro dell’assessore e la delibera della convenzione, ma sono molto preoccupanti le criticità. Sono anche lieta di aver sentito Torrini lusingare l’amministrazione. Quanto a Leoni, spero che si concluda l’elargizione di 300 euro agli alunni di scuole private approvata dal governo passato, che è uno scambio di voti. Non accetto la critica di Leoni, perché essere realisti vuol dire capire la situazione, che è azzerata dal precedente governo e quindi bisogna dare una riposta alle persone”.
Secondo Antonio Maienza (Udeur) “la maggioranza ha sensibilità diverse, che convergono nella concretezza. La maggioranza si è ritrovata sui punti essenziali di fronte ai bisogni dei cittadini. Questo sistema misto vede il pubblico appoggiarsi alle Fism perché lo ritiene indispensabile per il sistema a rete. Non ho però sentito parlare di formazione dei docenti, che è invece importante” Maienza ha poi dichiarato di apprezzare le novità sul fronte dei disabili e l’apertura alle famiglie, dando atto a Colombo “di aver saputo miscelare con perizia questo mix a cui fa riferimento la convenzione”. Mauro Manfredini (Lega Nord) ha ribadito di aver apprezzato il lavoro dell’assessore, ma non “l’ultimo passaggio, quello dei ringraziamenti alla maggioranza, se lo poteva risparmiare. La maggioranza ha fatto responsabilmente il proprio lavoro. Ho confrontato la convenzione precedente con quella di oggi e ci sono passi in avanti, è migliorativa. Apprezzo l’aumento delle sezioni, perché i bambini saranno seguiti di più. Speriamo che sia ulteriormente migliorata. Noi – ha concluso - votiamo a favore”.
Mauro Tesauro (Verdi) ha ribadito che “i Verdi non sono per le scuole confessionali, anche se si riconosce la libertà di frequentarle. La scuola deve essere laica e pubblica. Negli ultimi anni la scuola è stata particolarmente falcidiata di risorse e ci piace poco quando contribuiti preziosi vanno a istituti paritari. C’è anche ipocrisia nell’assunto laico che dovrebbe riguardare la scuola pubblica, perché va detto che a inizio anno c’è la messa d’apertura, ci sono i crocifissi nelle aule, c’è la fisionomia degli insegnanti di religione e lo studio della religione che, pur essendo facoltativa, è addirittura nella scheda”. Tesauro ha detto alla Querzè che “i Verdi si sentono garantiti dalla sua persona e dal suo lavoro. E’ in discontinuità con la precedente convenzione, in cui il controllo latitava”. Paolo Ballestrazzi ha ribadito che “il voto politico lo esprime Flori, io esprimo solo un voto a titolo personale. Io questa convenzione non la voglio già da adesso, non serve aspettare tre anni”, seguito da Enrico Artioli (Margherita) che ha ribadito “il valore aggiunto della convenzione, che serve per affrontare il futuro con il sistema a rete”.
Per Andrea Galli (An) “in aula ci sono state molte capriole e contorsionismi. E’ interessante vedere come le persone portano all’ammasso le proprie convinzioni. Noi daremo voto favorevole. Sentire parlare di laicità quando si danno oltre 2 miliardi delle vecchie lire alle scuole cattoliche è fuori da ogni grazia di Dio. La maggioranza si spacca, io almeno uscirei dall’aula oppure voterei contro. Questa non è una delibera laica, è l’appoggio alle scuole cattoliche che permette ai genitori di scegliere in base a valori diversi da quelli richiamati”. Achille Caropreso ha confermato che “il mio voto è favorevole, ma non per dividere la città, bensì per unirla. La scuole Fism contribuiscono con i cittadini a migliorare la vita degli stessi, quale sia il colore politico, affinché la famiglia possa avere un concreto aiuto nella vita di ogni giorno. Questa – ha concluso – è una delibera ispirata a criteri di laicità”.
Michele Andreana (Ds), infine, ha ribadito il voto favorevole del gruppo perché “abbiamo dimostrato che siamo in grado di perseguire l’obiettivo dell’universalità. In secondo luogo, per unanime ammissione la convenzione migliora quelle precedenti per qualità e offerta formativa. Infine, riguardo al dibattito interno alla maggioranza, sottolineo che è tutto alla luce del sole. Il fatto che oggi Rifondazione Comunista apprezzi e si astenga, pur rimanendo nelle sue posizioni, è positivo. La maggioranza non chiede aiuto, abbiamo i numeri per votare la delibera da soli”.
Paolo Ballestrazzi ha espresso “netto dissenso” alla delibera, sottolineando che “due miliardi e 400 milioni delle vecchie lire vengono dirottate a vantaggio di poche persone, gestite da meno persone ancora, senza possibilità di controllo effettivo da parte dell’amministrazione”. Inoltre, Ballestrazzi ha invitato a “finirla di pensare che lo Stato debba farsi carico di sostenere il pluralismo nelle istituzioni. Se accettiamo di convenzionarci con la Fism, allora deve valere per tutti i privati. Se passa l’idea del cardinale Scola che dice che gli enti locali devono istituire scuole, e non gestirle, io dico che questa cosa grida vendetta. Se passa questa ipotesi che l’onere della realizzazione delle strutture è a carico della collettività, ma i progetti e gli utili vengono raccolti dai singoli, questo è un principio a cui non mi presterò mai, contraddice la Costituzione sullo specifico dell’insegnamento, che dice che chiunque può istituire scuole senza onere per lo Stato”.
Giuseppe Campana (Ds) ha sottolineato di non vedere nell’intervento della Querzè “l’attesa messianica del governo amico, piuttosto ho visto preoccupazione e senso di responsabilità per la situazione economica. Questa integrazione garantisce progressi, ad esempio attraverso la partecipazione dei genitori. Sulla qualità e aggiornamento degli insegnanti, sostengo la necessità di monitoraggio con controlli incrociati, senza cadere in una logica di customer-satisfaction, che può peccare di assoluto soggettivismo”. Campana ha aggiunto che “il criterio prioritario è la qualità pedagogica e, in questo caso, pragmatismo e laicità si impongono. La qualità pedagogica non è appannaggio delle scuole Fism, o di quelle statali o comunali, ma di quell’insegnante in quella precisa sezione e in quella scuola. E’ constatabile sulla pratica didattica, non è teorizzabile in fase prioritaria”. Campana, infine, ha rilevato che “nella mia maggioranza, rispetto alla convenzione, ci sono obiezioni. Ne prendo atto, però concludo con un esempio: l’associazione Moxa, attivata a Modena da insegnanti laici e di sinistra, ha un’attività seria in Etiopia. Questi insegnanti si trovano da anni a lavorare con suore e missionari, indipendentemente dalle loro convinzioni. La priorità, evidentemente, è un'altra”.
Enrico Artioli (Margherita) ha rilevato che “il sistema è caratterizzato da una pluralità di attori, che collaborano per ottenere un obiettivo comune. Se il punto chiave è di gestire il sistema nel suo complesso, allora sono d’accordo. La gestione diretta costa più di quella esternalizzata. L’obiettivo della convenzione è l’innalzamento dei livello di qualità complessivo. Metto in guardia da un aspetto: una serie di realtà esistono già nella Fism, ad esempio la partecipazione dei genitori, così come l’accoglienza di bimbi disabili. E’ quindi un miglioramento della qualità attraverso lerogazione di fondi. Credo anche che l’importanza della socializzazione non sia inficiata dal riferimento religioso, l’importante è il rispetto delle regole costituzionali”.
Per Alvaro Colombo (Prc) “la convenzione è un atto politico, non solo tecnico. Offre una fotografia di quello che è oggi il momento formativo fondamentale, la fascia dai tre ai sei anni. Oggi il 38% è coperto dal Comune, 35% dalla Fism, 18% dallo Stato e 10% da altri. Ci sono trenta soggetti a disagio, 7 disabili e 5% di stranieri. Quindi il 45% dell’offerta passa attraverso il sistema convenzionato, di cui la maggior parte alle scuole confessionali e il 55% al sistema pubblico, cioè gestito da strutture pubbliche. Questi i dati. Rifondazione ha sempre sostenuto che nella fascia 3-6 anni il ruolo centrale deve essere pubblico e questo ruolo deve essere difeso. La politica non si può arrestare di fonte alla foto del presente, deve prefigurare un domani in cui le risposte devono essere principalmente pubbliche. Siamo in presenza della trasformazione della società, multiculturale, multireligiosa e multietnica che solo una struttura pubblica può gestire. Dentro le istituzioni ci deve essere il pluralismo perché il pluralismo nasce all’interno dell’istituzione pubblica. Questo deve essere l’orizzonte su cui costruire il futuro. Non neghiamo – ha aggiunto Colombo - che la delibera contenga elementi migliorativi anche grazie alla nostra battaglia. C’è il tema dei controlli, l’ufficio qualità, la formazione. Sui controlli si è detto che già si facevano e oggi si dice che saranno ancora più attenti. Verificheremo che siano effettuati. Questo è uno dei nostri punti di miglioramento”. Colombo ha proseguito dichiarando che “ci sarebbe piaciuta la possibilità di un intervento sui programmi offerti dalle scuole Fism. L’impegno a mantenere la centralità del pubblico per noi è determinante. Così come è fondamentale che parte dell’intervento sia a carico dello Stato. Il 18% di intervento statale è debole. Non è scontato che ci sia in futuro un finanziamento statale, però faremo fino in fondo la battaglia perché ci sia”. Per Colombo “va affermato il principio diverso di sussidiarietà, ma con una diversa riorganizzazione, verticale, tra Stato ed enti locali. Arriveremo fino alla denuncia se lo Stato non risponde a questi bisogni. Quanto al governo amico, lo valuteremo nei fatti”.
Sergio Rusticali (Sdi) ha riaffermato il valore di una “scuola pubblica e laica. L’atteggiamento giusto è quello della consigliera Rossi, cioè realistico. Se dall’oggi al domani escludessimo le scuole confessionali, quali risposte metteremo in campo? Il problema allora è se il tipo di rete che oggi abbiamo costruito debba rimanere inalterato o se invece si debba lavorare per dare un segnale necessario di affermazione graduale di laicità”. Per Rusticali “un segnale di novità può essere l’allargamento di soggetti che possono partecipare in carenza di uno Stato, ma qualificati e in grado di allargare la fascia di risposta alla domanda che anche in futuro ci sarà posta. Certo, vorrei di più, ma riconosco che la convenzione è sostanzialmente diversa a quella precedente. Ci sono novità, i controlli, la formazione, l’ufficio qualità”.
Michele Barcaiuolo (An) ha invitato a “non travisare l’uso delle parole pubblico e privato. Tutte le scuole d’infanzia sono pubbliche, non private. La laicità va in subordine alla libertà, la libertà delle famiglie di scegliere dove far studiare i loro figli. Sono contento che da una maggioranza di questo tipo si vada in questa direzione, lo apprezzo”. Barcaiuolo ha ricordato che “un terzo di queste scuole sono cattoliche”, sottolineando di essere “il primo a combattere le scuole non statali che poi diventano degli esamifici. Se noi governassimo questa città – ha concluso – la delibera sarebbe sostanzialmente uguale, forse leggermente diversa. Io apprezzo molto questo passaggio e apprezzo il ministro Fioroni che garantisce la libertà delle famiglie. Per questi motivi daremo il nostro appoggio”.
E’ stata poi la volta di Alberto Caldana (Margherita) che ha ringraziato l’assessore Querzè per l’azione che ha portato alla delibera, ma anche Alvaro Colombo perché “ha la capacità di mantenere il suo ragionamento in un quadro che tende a rafforzare gli elementi di governo su questo Comune. All’inizio Comune di Modena e Fism si guardavano con diffidenza, però poi è stato chiaro il senso di un cammino di reciproca fiducia, che rafforza il concetto di rete, quel sistema di servizi che è l’obiettivo a cui tendere. A Modena sono 1400 le famiglie servite dalla Fism, un dato notevole. Il fatto che il Comune valorizzi il rapporto è significativo, significa che sono figli dello stesso sistema di servizi educativi”.
Per Davide Torrini (Udc) “la convenzione nasce su un accordo politico programmatico che vedeva i cattolici entrare al governo una decina di anni fa. Questa è la genesi di questo accordo. Non è quindi nuovo, però lo è nella misura in cui si aggiunge chi all’epoca aveva strappato, cioè Rifondazione Comunista che aveva votato contro con fuoco e fiamme. Questo – ha sottolineato Torrini - è un dibattito politico determinato da un dato amministrativo, cioè che il 35% della domanda è gestita dalla Fism. Quindi non mi scandalizzano, anzi, gli sforzi che ognuno fa per guardare la delibera dalla parte che gli consente di votarla. E’ abile la Querzè a fare la delibera, che io apprezzo. Ma è abile anche a presentarla così, spostando le tensioni a livello nazionale, spostando sul piano locale solo le cose condivise, così ognuno valorizza la propria parte”. Secondo Torrini “non c’è niente di male ad accorgersi che la realtà è più forte di un’ideologia. E qui nella delibera vince la realtà, vince il 35% di domanda inevasa. Questo intervento è di straordinaria importanza, anche se la bugia è evidente quando dite che lo sviluppo sarà sul pubblico. Il nostro sarà un voto di consenso incondizionato”. Torrini, infine, si è chiesto “cosa succederebbe se quest’aula avesse i numeri del Senato e il nostri numeri fossero determinanti? Mi chiedo se la sinistra debba rassegnarsi a governare con la sinistra radicale su welfare e politica estera”.
Gli ha riposto Giancarlo Montorsi (Prc) ricordando che “il dibattito interno alla maggioranza sul welfare non ha rilevato particolari problemi. A livello nazionale questi problemi non mi spaventano, perché almeno questa maggioranza il problema se lo pone. E’ vero che Rifondazione ha qualche problema in più su due questioni di fondo: innanzitutto sulla confessionalità delle strutture educative e, in secondo luogo, su come questa convenzione è stata costruita”. Montorsi ha assicurato che “non siamo contro la confessionalità, lo sarei anche contro scuole marxiste, entrambi luoghi che sarebbero inevitabilmente più chiusi e che invece vanno portati a pari dignità con gli altri. Non è una battaglia contro la religione. Ci preoccupa invece che si possano creare i presupposti per cui domani altre filosofie religiose si sentano legittimate a fare altre convenzioni e creare altri steccati”. Montorsi ha precisato che “sulla convenzione ci sono dubbi sui controlli che fino ad ora non sono stati fatti. E’ difficile parlare di controlli senza una struttura deputata a tale scopo ed è per questo che nasce l’Ufficio Qualità. Il nostro sarà un voto di astensione”.
Il dibattito è stato chiuso da Andrea Leoni (Forza Italia) che ha sottolineato la “grande ipocrisia, perché l’intervento che molti della maggioranza avrebbero voluto fare, lo ha fatto Ballestrazzi. Avete difficoltà a trovare ragioni per votare questa delibera. Sappiamo che Rifondazione con uno strappetto tenta di salvare capra e cavoli, elettorato e coalizione. E’ una passo tentennante, si tenta di attaccarsi a qualcosa per dire che qui è meglio che nel resto d’Italia. Il perno, insomma, è la grande ipocrisia. Noi – ha proseguito Leoni - voteremo convintamente a favore, la strada da seguire è questa, si è imboccata una via da cui non si torna indietro. Questa maggioranza ha imboccato una via che connota un welfare preciso. La strada è di dare soldi alle scuole cattoliche e a noi sta bene, sta benissimo. E’ ovvio che alcuni, oltre alla Querzè, escono vittoriosi, ma esce vittoriosa una linea complessiva lanciata dalla destra che vede nella sussidiarietà un punto importante, con la possibilità di far sì che il paese cambi radicalmente. Che avvenga qui nella terra del comunismo per eccellenza, è importante. Il fatto di rinnovare questa convenzione assume connotati importanti, perchè sappiamo che al prossimo rinnovo i soldi aumenteranno, perché aumenterà la necessità. I soldi alle scuole cattoliche saranno di più e noi lo sosterremo, per assicurare a tutti il diritto alla scuola. Voteremo convintamente, con l’auspicio di portare tanti insegnanti statali attraverso il suo governo, smentendo così il ministro dell’economia e anche Draghi che invitano a tagliare sugli enti locali”.
In fase di replica Adriana Querzè ha ribadito che “si tratterà anche di fare una battaglia con lo Stato rispetto al tema della sussidiarietà. Il novo ministro negli organici di fatto, cioè nel personale, per quanto riguarda Modena è riuscito a modificare il rapporto insegnanti-disabili da 2,2 a 1,9. Questo governo in luglio ha anche risposto positivamente a tutte le richieste inevase rispetto al tempo pieno e ha già assegnato le insegnanti in più per le sezioni di scuola infanzia che in passato ne avevano solo una e alle quali noi ne aggiungevamo una seconda. Abbiamo quindi ottime ragioni per essere ottimisti. A onor del vero – ha aggiunto - bisogna ricordare che il maggiore impegno dello Stato è iniziato timidamente con il governo precedente che, con la legge 53, ha cominciato a dare risorse, anche se a metà. Quindi è una strada non genericamente ottimistica, ma perseguibile. I controlli – ha proseguito l’assessore - hanno senso se si parla di processi. Mi impegno a fare un passaggio su questo aspetto. Da questa discussione – ha concluso - non esce vittorioso chi ha cercato di salvare capra e cavoli. Esce vittorioso chi, come nella maggioranza, ha creduto fin dall’inizio nella possibilità della politica di costruire mediazioni sensate”.
Si è arrivati quindi alle dichiarazioni di voto, a cominciare da Rosa Maria Fino (Società Civile): “Premesso che la scuola dovrebbe essere pubblica, statale e laica – ha spiegato - anche io voglio essere più realista del re. Sono convincenti il lavoro dell’assessore e la delibera della convenzione, ma sono molto preoccupanti le criticità. Sono anche lieta di aver sentito Torrini lusingare l’amministrazione. Quanto a Leoni, spero che si concluda l’elargizione di 300 euro agli alunni di scuole private approvata dal governo passato, che è uno scambio di voti. Non accetto la critica di Leoni, perché essere realisti vuol dire capire la situazione, che è azzerata dal precedente governo e quindi bisogna dare una riposta alle persone”.
Secondo Antonio Maienza (Udeur) “la maggioranza ha sensibilità diverse, che convergono nella concretezza. La maggioranza si è ritrovata sui punti essenziali di fronte ai bisogni dei cittadini. Questo sistema misto vede il pubblico appoggiarsi alle Fism perché lo ritiene indispensabile per il sistema a rete. Non ho però sentito parlare di formazione dei docenti, che è invece importante” Maienza ha poi dichiarato di apprezzare le novità sul fronte dei disabili e l’apertura alle famiglie, dando atto a Colombo “di aver saputo miscelare con perizia questo mix a cui fa riferimento la convenzione”. Mauro Manfredini (Lega Nord) ha ribadito di aver apprezzato il lavoro dell’assessore, ma non “l’ultimo passaggio, quello dei ringraziamenti alla maggioranza, se lo poteva risparmiare. La maggioranza ha fatto responsabilmente il proprio lavoro. Ho confrontato la convenzione precedente con quella di oggi e ci sono passi in avanti, è migliorativa. Apprezzo l’aumento delle sezioni, perché i bambini saranno seguiti di più. Speriamo che sia ulteriormente migliorata. Noi – ha concluso - votiamo a favore”.
Mauro Tesauro (Verdi) ha ribadito che “i Verdi non sono per le scuole confessionali, anche se si riconosce la libertà di frequentarle. La scuola deve essere laica e pubblica. Negli ultimi anni la scuola è stata particolarmente falcidiata di risorse e ci piace poco quando contribuiti preziosi vanno a istituti paritari. C’è anche ipocrisia nell’assunto laico che dovrebbe riguardare la scuola pubblica, perché va detto che a inizio anno c’è la messa d’apertura, ci sono i crocifissi nelle aule, c’è la fisionomia degli insegnanti di religione e lo studio della religione che, pur essendo facoltativa, è addirittura nella scheda”. Tesauro ha detto alla Querzè che “i Verdi si sentono garantiti dalla sua persona e dal suo lavoro. E’ in discontinuità con la precedente convenzione, in cui il controllo latitava”. Paolo Ballestrazzi ha ribadito che “il voto politico lo esprime Flori, io esprimo solo un voto a titolo personale. Io questa convenzione non la voglio già da adesso, non serve aspettare tre anni”, seguito da Enrico Artioli (Margherita) che ha ribadito “il valore aggiunto della convenzione, che serve per affrontare il futuro con il sistema a rete”.
Per Andrea Galli (An) “in aula ci sono state molte capriole e contorsionismi. E’ interessante vedere come le persone portano all’ammasso le proprie convinzioni. Noi daremo voto favorevole. Sentire parlare di laicità quando si danno oltre 2 miliardi delle vecchie lire alle scuole cattoliche è fuori da ogni grazia di Dio. La maggioranza si spacca, io almeno uscirei dall’aula oppure voterei contro. Questa non è una delibera laica, è l’appoggio alle scuole cattoliche che permette ai genitori di scegliere in base a valori diversi da quelli richiamati”. Achille Caropreso ha confermato che “il mio voto è favorevole, ma non per dividere la città, bensì per unirla. La scuole Fism contribuiscono con i cittadini a migliorare la vita degli stessi, quale sia il colore politico, affinché la famiglia possa avere un concreto aiuto nella vita di ogni giorno. Questa – ha concluso – è una delibera ispirata a criteri di laicità”.
Michele Andreana (Ds), infine, ha ribadito il voto favorevole del gruppo perché “abbiamo dimostrato che siamo in grado di perseguire l’obiettivo dell’universalità. In secondo luogo, per unanime ammissione la convenzione migliora quelle precedenti per qualità e offerta formativa. Infine, riguardo al dibattito interno alla maggioranza, sottolineo che è tutto alla luce del sole. Il fatto che oggi Rifondazione Comunista apprezzi e si astenga, pur rimanendo nelle sue posizioni, è positivo. La maggioranza non chiede aiuto, abbiamo i numeri per votare la delibera da soli”.
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