Monticelli e Maletti rispondono ad un'interrogazione di Flori (Modena a Colori)
                
            
            
        
                             
                             
            “La promozione dell’accesso al mercato del lavoro delle persone disabili dal punto di vista istituzionale non è competenza del Comune, ma della Provincia, che gestisce lo specifico Centro per l’impiego e le altre funzioni collegate. Ciò non toglie che il Comune, nell’ambito dei servizi di assistenza sociale che gestisce, predisponga progetti per offrire ai disabili in carico, in particolare quando terminano o escono dal percorso scolastico, occasioni di formazione professionale e inserimento lavorativo, anche presso il Comune stesso, nella sua altra veste di datore di lavoro. Per quanto riguarda il ruolo del Comune-datore di lavoro per l’assunzione di personale dipendente dalle categorie protette, dal 2003 è in vigore con la Provincia una apposita convenzione per definire le modalità. La convenzione ha valenza fino al 31 dicembre 2006 e prevede l’assunzione di 24 disabili attraverso varie modalità indicate nel testo, cioè riserva dei posti nei concorsi pubblici per le categorie superiori alla B1, assunzioni con nominativi richiesti al Centro impiego disabili per posti a tempo indeterminato e determinato, graduatorie per assunzioni a tempo determinato riservate a disabili”. 
Lo ha ricordato nel corso del Consiglio comunale l’assessore al Personale Gualtiero Monticelli, rispondendo – anche a nome dell’assessore alle Politiche Sociali Francesca Maletti – ad un’interrogazione, poi trasformata in interpellanza, con cui Baldo Flori (Modena a Colori) chiedeva quali fossero le politiche per l’inserimento dei disabili da parte della Giunta, dell’assessore al Personale e dell’assessore alle Politiche sociali.
Flori ha rinunciato a illustrare l’interrogazione e alla successiva replica, dichiarando di “aver già avuto modo di dichiarare che nel sito del comune compaiono normalmente solo gli interventi di risposta alle interrogazioni e non compaiono l’introduzione dell’interrogante e tanto meno le osservazioni finali. E’ una scelta dell’amministrazione di dare unicamente all’esterno la voce del padrone. E’ un metodo su cui non ci troviamo d’accordo”.
Nel testo dell’interrogazione che Flori ha rinunciato ad illustrare si sottolinea che “la notizia che 13 disabili hanno dovuto attendere un anno e mezzo prima di potersi avvalere delle possibilità occupazionali offerte da una graduatoria che era stata predisposta dal Comune di Modena è vergognosa ed intollerabile. Il fatto è tanto più grave se si pensa che l’Assessore interessato non ha avvertito la necessità di intervenire, lasciando il compito di presentare le spiegazioni unicamente al Dirigente responsabile del settore personale, come se il fatto che si è verificato fosse giustificabile, ancora una volta, per meri risvolti tecnici o peggio burocratici. E’ legittimo a questo punto chiedersi quali sono le politiche del Comune di Modena a favore dell’inserimento lavorativo dei soggetti disabili, al di là delle solite autocelebrazioni sul valore del Welfare alla modenese soprattutto se queste politiche sono tra loro contraddittorie.ed incoerenti” .
Nel testo Flori prosegue ricordando che “questa vicenda, dai tempi incredibilmente lunghi proprio verso soggetti che attendono con ansia la possibilità di un lavoro, insieme all’altra vicenda del licenziamento di un dipendente senza nessuna disponibilità a valutarne il reinserimento lavorativo - come proposto dalla Commissione medica di seconda istanza - lascia intendere che l’Amministrazione “predica bene “ soprattutto quando si rivolge agli altri soggetti della società modenese ma “razzola male””quando poi deve assumere decisioni in proprio. In particolare – prosegue Flori nel documento - vorremmo conoscere il parere dell’Assessore alle politiche sociali, impegnata in un difficile compito di coinvolgimento di altre partner pubblici e privati per l’inserimento lavorativo di disabili con problemi psichici. I limiti delle scelte ed i ritardi incoerenti con cui l’Assessorato al personale affronta i problemi dell’inserimento lavorativo all’interno dello stesso Comune di Modena, non rischiano di svalutare anche l’impegno dell’Assessore alle politiche sociali nel momento in cui cerca di coinvolgere nell’inserimento altri partner pubblici e privati? Dopo tante chiacchiere sulla necessità di fare sistema, naturalmente sempre rivolte ad altri, è in grado la Giunta comunale di fare sistema almeno al suo interno”?
Monticelli ha proseguito dichiarando che “rispetto ai datori di lavori privati, la difficoltà maggiore per un ente pubblico come il comune, per poter assumere persone disabili a tempo indeterminato, è rappresentata dal fatto che per i posti superiori alla categoria B1 (cioè che non richiedono la sola scuola dell’obbligo) si possono solo prevedere le riserve nei concorsi, e molto spesso i disabili non partecipano. D’altra parte, i posti di categoria A e B1 (commessi e operai, perché non sono previsti impiegati in queste categorie) vengono spesso utilizzati per trovare una collocazione al personale di analoga categoria dichiarato inidoneo alla mansione di appartenenza, ma in grado di lavorare: infatti secondo le norme dei CCNL questi dipendenti devono essere riconvertiti su posti di categoria uguale o inferiore (con il consenso) compatibili con le prescrizioni della commissione medica”. Monticelli ha aggiunto che “solo dal 2002 ad oggi sono stati ricollocati in altri compiti 22 dipendenti dichiarati inidonei alle mansioni di appartenenza, mentre sono 27 i dipendenti con i quali è stato risolto il rapporto di lavoro per inidoneità totale e che sono quindi andati in pensione”.
L’assessore, nel merito dei disabili, ha poi ricordato che “su 96 operatori di servizio (commessi, centralino, ecc.) presenti tra categoria A e B1, 27 sono disabili e 46 inidonei ricollocati. Solo 19 non hanno nessuna inidoneità o disabilità. Non è quindi agevole in queste condizioni trovare le modalità per rispettare le assunzioni prescritte, per questo motivo si è fatto ricorso anche alle assunzioni a tempo determinato, e comunque in questi anni le convenzioni alla scadenza sono state rispettate”.
Nello specifico delle vicenda citata nell’interrogazione, Monticelli ha ricordato che “con la predisposizione della graduatoria è stata offerta un’opportunità temporanea di lavoro a disabili in possesso del diploma di scuola media superiore. Al di là della presentazione della domanda iniziale, meno della metà ha poi dato la propria disponibilità reale (20 su 53 contattati), fenomeno peraltro usuale in tutte le graduatorie di questo tipo. Tra coloro che hanno preso servizio vi sono anche tre disabili per i quali era prescritto il servizio di mediazione, mentre altri otto hanno rinunciato. La chiamata dei disabili per i quali era prescritto tale servizio è avvenuta successivamente perché è stato necessario verificare, con la Provincia, le modalità con cui veniva fornito il servizio stesso, modalità che evidentemente non risultano chiarite nella normativa esistente. Infatti, poiché come ogni datore di lavoro anche il Comune è responsabile della sicurezza dei propri dipendenti, non era possibile procedere in mancanza”.
Riguardo poi alle difficoltà legate alla complessità dell’impianto normativo relativo al tema dell’inserimento dei disabili, Monticelli ha anche spiegato che “per favorire la individuazione di un percorso di sperimentazione risolutiva, l’Assessorato ai Servizi sociali e la Direzione del distretto socio-sanitario di Modena si sono fatti carico di individuare una procedura provvisoria per l’attivazione di un servizio con le caratteristiche del servizio di mediazione prescritto riferito ai casi presenti nella graduatoria, svolgendo un ruolo di raccordo con gli altri distretti della Provincia di Modena”. L’assessore ha quindi ribadito che “nel mese di luglio si è svolta la prima riunione per la realizzazione del “Patto cittadino” sugli inserimenti lavorativi, come previsto dal Programma finalizzato “Promozione di una funzione di coordinamento per favorire l’integrazione lavorativa di persone in situazione di handicap e svantaggio sociale” approvato dal Consiglio comunale del 18 luglio 2006, per individuare modalità di lavoro condivise tra Provincia, Azienda Usl e Comune di Modena per attività di sostegno a persone diversamente abili nello svolgere attività lavorative protette presso datori di lavoro (pubblici e privati). Successivamente saranno coinvolti anche i soggetti datoriali per poter trovare sul territorio maggiori sinergie ed opportunità per l’occupazione dei soggetti diversamente abili. Vorrei comunque ribadire che il ruolo primario del Comune-datore di lavoro è quello di assicurare la funzionalità dei servizi della città, a garanzia di tutti i cittadini, considerando il valore dei “dipendenti” come un elemento fondamentale per la qualità dei servizi erogati. Pertanto in questo contesto nessun discrimine nell’ambito dei propri dipendenti abili o disabili che siano. Infatti la qualità dei servizi offerti è un dato di forte identificazione dei nostri dipendenti con il Comune presso cui operano, perché sanno loro per primi che ne sono importanti artefici. Questa impostazione è emersa in modo molto chiaro anche da un sondaggio di due anni fa fatto appunto ai dipendenti comunali”.
Sul tema è intervenuto Dante Mazzi (Forza Italia), dichiarando che “il riferimento alla Provincia fatto da Monticelli è alquanto vago. Volevo quindi capire il riferimento alla concertazione tra Comune e Provincia, che gestisce il centro per l’Impiego, struttura che esiste da tanto tempo esiste e che non dialoga. Monticelli promette dei protocolli, promette ciò che invece dovrebbe già essere attuato. Vorrei perciò capire qual è stato il ruolo della Provincia, se c’è stata collaborazione e capire quali siano le responsabilità del Centro per l’impiego”. Mazzi ha proseguito sottolineando che Monticelli “è andato fuori tema quando parla del grado di soddisfacimento del personale adulto, indipendentemente dal fatto che si tratti di disabili o altri. Parlava di personale motivato, ma se lo è ed è così professionale, come mai ci si affida a incarichi fuori dall’amministrazione?. Il personale è così motivato e professionale, che per avere certi risultati bisogna dare consulenze particolari, motivate da professionalità maggiori?. Mi fa specie che proprio Monticelli parli di personale motivato quando fa sempre più ricorso a collaborazioni esterne”.
L’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti ha aggiunto che “su quanto detto da Mazzi, c’è il protocollo con la Provincia in scadenza a fine 2006 che prevede un certo numero di invalidi assunti dal Comune, per i quali ci vogliono una serie di azioni, dalla formazione al monitoraggio. C’è un fatto specifico su alcuni disabili che hanno bisogno di accompagnamento, ed è questo che è stato oggetto del contendere, nel senso che la Provincia dice che non è compito suo, i distretti socio sanitari dicono che è previsto da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri - ma i distretti non hanno copertura e quindi non lo fanno - né lo fanno i comuni, perciò dal punto di vista legislativo non lo fa nessuno. Si è quindi deciso di sbloccare la situazione in via sperimentale da parte del Comune di Modena e del Distretto 3 per questa specifica, attivando un servizio per le persone di questa graduatoria. Ora si è aperto una tavolo con la Provincia sul tema. A questo – ha proseguito la Maletti – si aggiunge anche il fatto che quando si parla del personale idoneo, si tratta di un'altra cosa, ma di fatto il Comune, come altri enti, hanno una quota di personale assunto, non protetto, che nel corso degli anno per varie patologie rientra in quelli gabellati. Come è noto, vanno agevolati prima gli interni. E quindi un numero significante di collocamento invalidi viene coperto da assunti interni e passati a categoria invalidi”.
Monticelli, infine, ha risposto a Mazzi che “il tema del livello di soddisfazione è oggetto di specifiche interrogazioni e quindi avremo tempo e modo di affrontare in futuro questo aspetto”.
        
        
		
        Lo ha ricordato nel corso del Consiglio comunale l’assessore al Personale Gualtiero Monticelli, rispondendo – anche a nome dell’assessore alle Politiche Sociali Francesca Maletti – ad un’interrogazione, poi trasformata in interpellanza, con cui Baldo Flori (Modena a Colori) chiedeva quali fossero le politiche per l’inserimento dei disabili da parte della Giunta, dell’assessore al Personale e dell’assessore alle Politiche sociali.
Flori ha rinunciato a illustrare l’interrogazione e alla successiva replica, dichiarando di “aver già avuto modo di dichiarare che nel sito del comune compaiono normalmente solo gli interventi di risposta alle interrogazioni e non compaiono l’introduzione dell’interrogante e tanto meno le osservazioni finali. E’ una scelta dell’amministrazione di dare unicamente all’esterno la voce del padrone. E’ un metodo su cui non ci troviamo d’accordo”.
Nel testo dell’interrogazione che Flori ha rinunciato ad illustrare si sottolinea che “la notizia che 13 disabili hanno dovuto attendere un anno e mezzo prima di potersi avvalere delle possibilità occupazionali offerte da una graduatoria che era stata predisposta dal Comune di Modena è vergognosa ed intollerabile. Il fatto è tanto più grave se si pensa che l’Assessore interessato non ha avvertito la necessità di intervenire, lasciando il compito di presentare le spiegazioni unicamente al Dirigente responsabile del settore personale, come se il fatto che si è verificato fosse giustificabile, ancora una volta, per meri risvolti tecnici o peggio burocratici. E’ legittimo a questo punto chiedersi quali sono le politiche del Comune di Modena a favore dell’inserimento lavorativo dei soggetti disabili, al di là delle solite autocelebrazioni sul valore del Welfare alla modenese soprattutto se queste politiche sono tra loro contraddittorie.ed incoerenti” .
Nel testo Flori prosegue ricordando che “questa vicenda, dai tempi incredibilmente lunghi proprio verso soggetti che attendono con ansia la possibilità di un lavoro, insieme all’altra vicenda del licenziamento di un dipendente senza nessuna disponibilità a valutarne il reinserimento lavorativo - come proposto dalla Commissione medica di seconda istanza - lascia intendere che l’Amministrazione “predica bene “ soprattutto quando si rivolge agli altri soggetti della società modenese ma “razzola male””quando poi deve assumere decisioni in proprio. In particolare – prosegue Flori nel documento - vorremmo conoscere il parere dell’Assessore alle politiche sociali, impegnata in un difficile compito di coinvolgimento di altre partner pubblici e privati per l’inserimento lavorativo di disabili con problemi psichici. I limiti delle scelte ed i ritardi incoerenti con cui l’Assessorato al personale affronta i problemi dell’inserimento lavorativo all’interno dello stesso Comune di Modena, non rischiano di svalutare anche l’impegno dell’Assessore alle politiche sociali nel momento in cui cerca di coinvolgere nell’inserimento altri partner pubblici e privati? Dopo tante chiacchiere sulla necessità di fare sistema, naturalmente sempre rivolte ad altri, è in grado la Giunta comunale di fare sistema almeno al suo interno”?
Monticelli ha proseguito dichiarando che “rispetto ai datori di lavori privati, la difficoltà maggiore per un ente pubblico come il comune, per poter assumere persone disabili a tempo indeterminato, è rappresentata dal fatto che per i posti superiori alla categoria B1 (cioè che non richiedono la sola scuola dell’obbligo) si possono solo prevedere le riserve nei concorsi, e molto spesso i disabili non partecipano. D’altra parte, i posti di categoria A e B1 (commessi e operai, perché non sono previsti impiegati in queste categorie) vengono spesso utilizzati per trovare una collocazione al personale di analoga categoria dichiarato inidoneo alla mansione di appartenenza, ma in grado di lavorare: infatti secondo le norme dei CCNL questi dipendenti devono essere riconvertiti su posti di categoria uguale o inferiore (con il consenso) compatibili con le prescrizioni della commissione medica”. Monticelli ha aggiunto che “solo dal 2002 ad oggi sono stati ricollocati in altri compiti 22 dipendenti dichiarati inidonei alle mansioni di appartenenza, mentre sono 27 i dipendenti con i quali è stato risolto il rapporto di lavoro per inidoneità totale e che sono quindi andati in pensione”.
L’assessore, nel merito dei disabili, ha poi ricordato che “su 96 operatori di servizio (commessi, centralino, ecc.) presenti tra categoria A e B1, 27 sono disabili e 46 inidonei ricollocati. Solo 19 non hanno nessuna inidoneità o disabilità. Non è quindi agevole in queste condizioni trovare le modalità per rispettare le assunzioni prescritte, per questo motivo si è fatto ricorso anche alle assunzioni a tempo determinato, e comunque in questi anni le convenzioni alla scadenza sono state rispettate”.
Nello specifico delle vicenda citata nell’interrogazione, Monticelli ha ricordato che “con la predisposizione della graduatoria è stata offerta un’opportunità temporanea di lavoro a disabili in possesso del diploma di scuola media superiore. Al di là della presentazione della domanda iniziale, meno della metà ha poi dato la propria disponibilità reale (20 su 53 contattati), fenomeno peraltro usuale in tutte le graduatorie di questo tipo. Tra coloro che hanno preso servizio vi sono anche tre disabili per i quali era prescritto il servizio di mediazione, mentre altri otto hanno rinunciato. La chiamata dei disabili per i quali era prescritto tale servizio è avvenuta successivamente perché è stato necessario verificare, con la Provincia, le modalità con cui veniva fornito il servizio stesso, modalità che evidentemente non risultano chiarite nella normativa esistente. Infatti, poiché come ogni datore di lavoro anche il Comune è responsabile della sicurezza dei propri dipendenti, non era possibile procedere in mancanza”.
Riguardo poi alle difficoltà legate alla complessità dell’impianto normativo relativo al tema dell’inserimento dei disabili, Monticelli ha anche spiegato che “per favorire la individuazione di un percorso di sperimentazione risolutiva, l’Assessorato ai Servizi sociali e la Direzione del distretto socio-sanitario di Modena si sono fatti carico di individuare una procedura provvisoria per l’attivazione di un servizio con le caratteristiche del servizio di mediazione prescritto riferito ai casi presenti nella graduatoria, svolgendo un ruolo di raccordo con gli altri distretti della Provincia di Modena”. L’assessore ha quindi ribadito che “nel mese di luglio si è svolta la prima riunione per la realizzazione del “Patto cittadino” sugli inserimenti lavorativi, come previsto dal Programma finalizzato “Promozione di una funzione di coordinamento per favorire l’integrazione lavorativa di persone in situazione di handicap e svantaggio sociale” approvato dal Consiglio comunale del 18 luglio 2006, per individuare modalità di lavoro condivise tra Provincia, Azienda Usl e Comune di Modena per attività di sostegno a persone diversamente abili nello svolgere attività lavorative protette presso datori di lavoro (pubblici e privati). Successivamente saranno coinvolti anche i soggetti datoriali per poter trovare sul territorio maggiori sinergie ed opportunità per l’occupazione dei soggetti diversamente abili. Vorrei comunque ribadire che il ruolo primario del Comune-datore di lavoro è quello di assicurare la funzionalità dei servizi della città, a garanzia di tutti i cittadini, considerando il valore dei “dipendenti” come un elemento fondamentale per la qualità dei servizi erogati. Pertanto in questo contesto nessun discrimine nell’ambito dei propri dipendenti abili o disabili che siano. Infatti la qualità dei servizi offerti è un dato di forte identificazione dei nostri dipendenti con il Comune presso cui operano, perché sanno loro per primi che ne sono importanti artefici. Questa impostazione è emersa in modo molto chiaro anche da un sondaggio di due anni fa fatto appunto ai dipendenti comunali”.
Sul tema è intervenuto Dante Mazzi (Forza Italia), dichiarando che “il riferimento alla Provincia fatto da Monticelli è alquanto vago. Volevo quindi capire il riferimento alla concertazione tra Comune e Provincia, che gestisce il centro per l’Impiego, struttura che esiste da tanto tempo esiste e che non dialoga. Monticelli promette dei protocolli, promette ciò che invece dovrebbe già essere attuato. Vorrei perciò capire qual è stato il ruolo della Provincia, se c’è stata collaborazione e capire quali siano le responsabilità del Centro per l’impiego”. Mazzi ha proseguito sottolineando che Monticelli “è andato fuori tema quando parla del grado di soddisfacimento del personale adulto, indipendentemente dal fatto che si tratti di disabili o altri. Parlava di personale motivato, ma se lo è ed è così professionale, come mai ci si affida a incarichi fuori dall’amministrazione?. Il personale è così motivato e professionale, che per avere certi risultati bisogna dare consulenze particolari, motivate da professionalità maggiori?. Mi fa specie che proprio Monticelli parli di personale motivato quando fa sempre più ricorso a collaborazioni esterne”.
L’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti ha aggiunto che “su quanto detto da Mazzi, c’è il protocollo con la Provincia in scadenza a fine 2006 che prevede un certo numero di invalidi assunti dal Comune, per i quali ci vogliono una serie di azioni, dalla formazione al monitoraggio. C’è un fatto specifico su alcuni disabili che hanno bisogno di accompagnamento, ed è questo che è stato oggetto del contendere, nel senso che la Provincia dice che non è compito suo, i distretti socio sanitari dicono che è previsto da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri - ma i distretti non hanno copertura e quindi non lo fanno - né lo fanno i comuni, perciò dal punto di vista legislativo non lo fa nessuno. Si è quindi deciso di sbloccare la situazione in via sperimentale da parte del Comune di Modena e del Distretto 3 per questa specifica, attivando un servizio per le persone di questa graduatoria. Ora si è aperto una tavolo con la Provincia sul tema. A questo – ha proseguito la Maletti – si aggiunge anche il fatto che quando si parla del personale idoneo, si tratta di un'altra cosa, ma di fatto il Comune, come altri enti, hanno una quota di personale assunto, non protetto, che nel corso degli anno per varie patologie rientra in quelli gabellati. Come è noto, vanno agevolati prima gli interni. E quindi un numero significante di collocamento invalidi viene coperto da assunti interni e passati a categoria invalidi”.
Monticelli, infine, ha risposto a Mazzi che “il tema del livello di soddisfazione è oggetto di specifiche interrogazioni e quindi avremo tempo e modo di affrontare in futuro questo aspetto”.
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