L'assessore Prampolini risponde in Consiglio ad un'interrogazione di Galli (An)
                
            
            
        
                             
                             
            “La normativa sul commercio al dettaglio, sia esso fatto in sede fissa o in forma itinerante, impone al commerciante l’esposizione dei prezzi di vendita della merce, pena l’ammenda che può variare da un minimo di 516 ad un massimo di 3098 euro. Quanto ai costi della merce in vendita, ogni commerciante sceglie liberamente la propria politica dei prezzi da applicare. Detto questo, la concorrenza è un elemento sicuramente positivo e, di conseguenza, anche le politiche che il mio assessorato sta intraprendendo vanno verso una maggiore apertura e diversificazione dell’offerta”. 
Lo ha dichiarato nel corso del Consiglio comunale l’assessore alle Politiche economiche Stefano Prampolini, rispondendo ad un’interrogazione con cui Andrea Galli (An) segnalava una vicenda personale di qualche settimana fa quando, come ha dichiarato lo stesso Galli “ho avuto l’inaccortezza di fermarmi al chiosco-rivendita di frutta e verdura posto in via Giardini all’altezza della Casa di Lavoro. Ricordo – ha aggiunto Galli – che come molti uomini non ho particolare dimestichezza con gli acquisti di alimentari. Dopo aver ordinato presso il chiosco-tagliola un cestino di albicocche, un meloncino e otto pomodori, mi sono visto chiedere 33 euro. Espresso il mio stupore e lasciando presso l’onesto commerciante gli articoli in ‘oreficeria’ oggetto della mia compravendita, mi sono recato in un vicino magazzino dove, per la stessa merce – analoga per quantità e qualità – ho pagato 6 euro e 33 centesimi. Chiedo quindi all’amministrazione – ha concluso Galli – se è possibile vendere merce con simili scarti di prezzo e i motivi per cui la merce in questione non aveva indicati i prezzi di riferimento, ma chiedo anche quali misure l’amministrazione intenda effettuare per impedire o contrastare tali abnormi situazioni”.
Prampolini ha ricordato l’obbligo di esposizione dei prezzi e le relative multe in caso di inadempienza, ricordando poi che a Modena il problema è comunque contenuto, dato che “da gennaio ad oggi sono state rilevate complessivamente 6 sanzioni”. Lo stesso chiosco indicato di via Giardini, a seguito di un controllo da parte della Polizia Municipale dopo la segnalazione di Galli, è risultato in regola con l’esposizione dei prezzi: “Mi preme - ha aggiunto Prampolini – ricordare che ogni commerciante, sia esso ambulante titolare di un negozio al dettaglio o di un’organizzazione di media o grande distribuzione, ha una propria politica di prezzo. Ogni tipologia commerciale ha punti di forza e di debolezza. Alcuni si mettono sul mercato puntando sul prezzo di vendita, altri sulla localizzazione. Detto questo, l’ente pubblico deve e dovrà sempre alimentare un fattore trasversale e fondamentale nel commercio, cioè la concorrenza, e questo è stato e sarà un asse portante della politica economica del mio settore. L’introduzione di nuovi soggetti economici sul mercato, infatti, genera – senza nessun costo per l’amministrazione – un beneficio netto al mercato e ai consumatori”.
Secondo Prampolini, inoltre, la concorrenza condiziona i comportamenti delle imprese già attive e spinge le nuove imprese, nel tentativo di guadagnare quote di mercato, “ad adottare una politica più attenta all’innovazione, al prezzo, a nuovi format di offerta con benefici significativi per i consumatori in termini di riduzione dei prezzi e di miglioramento della qualità”. Infine, l’assessore ha anticipato che nei prossimi mesi sarà presentata la nuova programmazione sui pubblici esercizi, in cui saranno introdotti nuovi principi di innovazione e concorrenza”.
Galli si è dichiarato “non particolarmente soddisfatto” della risposta di Prampolini, poiché “questo chiosco aveva una sproporzione dei prezzi pazzesca, superiore almeno almeno del 500% ai prezzi ordinari e non aveva i prezzi esposti. Capisco la dinamica dei prezzi, ma questo è troppo. Un cittadino normale, una persona non avezza a queste cose, si fa rapinare. Sono anche insoddisfatto per la mancanza del controllo tempestivo da parte della Polizia Municipale perché i prezzi hanno continuato a non essere esposti ancora per molto tempo dopo la mia denuncia, lo so perché ho continuato a controllare anche in seguito”.
        
        
		
        Lo ha dichiarato nel corso del Consiglio comunale l’assessore alle Politiche economiche Stefano Prampolini, rispondendo ad un’interrogazione con cui Andrea Galli (An) segnalava una vicenda personale di qualche settimana fa quando, come ha dichiarato lo stesso Galli “ho avuto l’inaccortezza di fermarmi al chiosco-rivendita di frutta e verdura posto in via Giardini all’altezza della Casa di Lavoro. Ricordo – ha aggiunto Galli – che come molti uomini non ho particolare dimestichezza con gli acquisti di alimentari. Dopo aver ordinato presso il chiosco-tagliola un cestino di albicocche, un meloncino e otto pomodori, mi sono visto chiedere 33 euro. Espresso il mio stupore e lasciando presso l’onesto commerciante gli articoli in ‘oreficeria’ oggetto della mia compravendita, mi sono recato in un vicino magazzino dove, per la stessa merce – analoga per quantità e qualità – ho pagato 6 euro e 33 centesimi. Chiedo quindi all’amministrazione – ha concluso Galli – se è possibile vendere merce con simili scarti di prezzo e i motivi per cui la merce in questione non aveva indicati i prezzi di riferimento, ma chiedo anche quali misure l’amministrazione intenda effettuare per impedire o contrastare tali abnormi situazioni”.
Prampolini ha ricordato l’obbligo di esposizione dei prezzi e le relative multe in caso di inadempienza, ricordando poi che a Modena il problema è comunque contenuto, dato che “da gennaio ad oggi sono state rilevate complessivamente 6 sanzioni”. Lo stesso chiosco indicato di via Giardini, a seguito di un controllo da parte della Polizia Municipale dopo la segnalazione di Galli, è risultato in regola con l’esposizione dei prezzi: “Mi preme - ha aggiunto Prampolini – ricordare che ogni commerciante, sia esso ambulante titolare di un negozio al dettaglio o di un’organizzazione di media o grande distribuzione, ha una propria politica di prezzo. Ogni tipologia commerciale ha punti di forza e di debolezza. Alcuni si mettono sul mercato puntando sul prezzo di vendita, altri sulla localizzazione. Detto questo, l’ente pubblico deve e dovrà sempre alimentare un fattore trasversale e fondamentale nel commercio, cioè la concorrenza, e questo è stato e sarà un asse portante della politica economica del mio settore. L’introduzione di nuovi soggetti economici sul mercato, infatti, genera – senza nessun costo per l’amministrazione – un beneficio netto al mercato e ai consumatori”.
Secondo Prampolini, inoltre, la concorrenza condiziona i comportamenti delle imprese già attive e spinge le nuove imprese, nel tentativo di guadagnare quote di mercato, “ad adottare una politica più attenta all’innovazione, al prezzo, a nuovi format di offerta con benefici significativi per i consumatori in termini di riduzione dei prezzi e di miglioramento della qualità”. Infine, l’assessore ha anticipato che nei prossimi mesi sarà presentata la nuova programmazione sui pubblici esercizi, in cui saranno introdotti nuovi principi di innovazione e concorrenza”.
Galli si è dichiarato “non particolarmente soddisfatto” della risposta di Prampolini, poiché “questo chiosco aveva una sproporzione dei prezzi pazzesca, superiore almeno almeno del 500% ai prezzi ordinari e non aveva i prezzi esposti. Capisco la dinamica dei prezzi, ma questo è troppo. Un cittadino normale, una persona non avezza a queste cose, si fa rapinare. Sono anche insoddisfatto per la mancanza del controllo tempestivo da parte della Polizia Municipale perché i prezzi hanno continuato a non essere esposti ancora per molto tempo dopo la mia denuncia, lo so perché ho continuato a controllare anche in seguito”.
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