La risposta del Sindaco all'istanza presentata in Consiglio comunale.
                
            
            
        
                             
                             “Credo che parlare di capitale sia improprio per definire il ruolo che Bologna dovrebbe ricoprire nel sistema a rete della nuova regione: il sistema del "policentrismo" forse è superato, ma di certo non è superata l'organizzazione a reti del nostro territorio. Di sicuro c'è bisogno che alcune "cose" bolognesi funzionino meglio, come l'aeroporto, l'intermodalità per merci e persone, il sistema fieristico, ma per farle migliorare non è certo necessario creare gerarchie artificiose”: così il sindaco di Modena Giorgio Pighi, riprendendo quanto già dichiarato in occasione della presentazione del Piano territoriale regionale, ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Baldo Flori di Modena a colori. “È possibile”, ha chiesto Flori nel presentare l’istanza, “che la Giunta non abbia niente da dire sulle pretese contenute nel Piano territoriale regionale di concentrare tutte le risorse su Bologna, ignorando i legittimi interessi per lo sviluppo delle altre città emiliane? Già in altre occasioni definimmo la Regione una matrigna, e la nostra opinione non può che essere confermata da questa scelta di concentrare le risorse solo a Bologna”.
“Il documento cui lei fa riferimento”, ha precisato il Sindaco, “non è ancora definitivo. In ogni caso il nostro auspicio è che si tenga conto delle esigenze e delle eccellenze dei diversi territori. Ritengo che le cose migliori a livello regionale e anche per Bologna si siano realizzate quando si è avuta la partecipazione di tutto il territorio emiliano-romagnolo. Nessuno può obiettare se si mette Bologna in condizione di dialogare con le capitali europee ed erogare servizi di livello più alto perché centralizzati, nell'ambito, ovviamente, di decisioni condivise ed equilibrate. Bologna capitale per diritto acquisito, invece, non andrebbe bene, ma credo che nessuno abbia davvero intenzione di proporlo."
Nel dibattito Davide Torrini, Udc, ha rimarcato che “anche la fermata della Tav andrà a Reggio Emilia, e la nostra azienda di trasporti riceve a livello regionale contributi che sono tra i più bassi per chilometro percorso. Della situazione della nostra fiera, poi, si potrebbe discutere a lungo”. Michele Andreana dei Ds – L’ulivo ha invece affermato: “Condivido l’asse politico dell’ impostazione del Sindaco, bisogna fare attenzione a non contrapporre tra loro i territori. In una logica policentrica, la fermata Tav non può essere a Modena. La vera sfida è creare una rete di trasporti verso questi luoghi strategici: da Modena all’aeroporto di Bologna, così come alla stazione Tav di Reggio”. Dante Mazzi di Forza Italia ha dichiarato di apprezzare l’intervento del Sindaco “nella difesa del policentrismo”, ma di trovarlo non in sintonia con il Presidente della Provincia: “noi non riusciamo a sfondare al di fuori delle nostre mura. Io ho amici nel mondo che non conoscono Modena, e in effetti il lustro della città dipende dalle eccellenze degli imprenditori privati, primo fra tutti Enzo Ferrari”. D’accordo con Andreana anche Enrico Artioli del gruppo Margherita – L’Ulivo: “contrapporre i territori tra loro e creare gerarchie è sbagliato. È giusto invece approfondire le funzioni e le peculiarità dei diversi luoghi”. Non soddisfatto della risposta Baldo Flori, che ha aggiunto: “continuo a essere molto preoccupato per questa guerra tra territori ricchi. Se la competizione si gioca tra territori, non dobbiamo stare a guardare”, mentre il sindaco ha replicato: “parlo spesso di Modena in sede regionale ed è solo in quest’aula che sento parlare di declino. In ogni caso, se si guarda alle forze economiche, dalla metà del 2006 in poi il nostro territorio sta crescendo”.
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