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19/10/2007

TEST DI INGRESSO A MEDICINA, INTERROGAZIONE IN CONSIGLIO

La risposta dell'assessore all'Istruzione Querzè all'interrogazione di Cigni (Ds).

“A Modena, il test di ingresso alla Facoltà di Medicina si è tenuto lo scorso 4 settembre, come nelle altre facoltà italiane, con la partecipazione di 624 candidati. Sui test, sono rimasti dei dubbi e delle perplessità che hanno portato a un ricorso collettivo di 1600 studenti, alcuni dei quali modenesi, al Tar. Si è inoltre avuto un esposto alla Procura di Modena presentato da uno dei candidati respinti. Diverse testimonianze, infatti, avevano denunciato agli organi di stampa, nei giorni successivi al test, la presenza nelle aule di parenti dei candidati, la carenza di personale di sorveglianza, le assenze prolungate dalle aule in cui si svolgevano le prove e altre possibili fonti di irregolarità. Il Preside di Facoltà ha poi presentato una relazione in cui assicura che i test si sono svolti in modo regolare”. Così l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Fausto Cigni (Ds – L’Ulivo). “La stampa locale ha riportato testimonianze di studenti che fanno riferimento alla presenza di suggeritori in aula e all’assenza di adeguate forme di controllo dei movimenti degli studenti”, aveva chiesto detto Cigni: “vorrei sapere se queste notizie sono confermate”.
“Non spetta a me né al Consiglio entrare nel merito delle ragioni e della responsabilità, della correttezza o della irregolarità dello svolgimento dei test”, ha spiegato Adriana Querzè. “Ma ritengo importante sottolineare che la sfiducia nella legalità e nelle istituzioni si combatte solo fugando ogni possibile dubbio e mettendo a disposizione ogni elemento utile a dissipare sospetti che danneggiano l’immagine dell’Università. La Sinistra studentesca ha fatto bene a chiedere la verifica delle liste degli iscritti al test per verificare possibili parentele. Se, come auspico, non si è verificata nessuna irregolarità, si potranno mettere a tacere tutte le insinuazioni dando un esempio di legalità e trasparenza. Non tenere conto della questione sollevata dagli studenti è controproducente. Attendiamo con fiducia l’esito di queste azioni, ribadendo che chi si è sentito leso nei propri diritti ha la possibilità di tutelarsi nelle forme previste dalla legge”. Soddisfatto “della risposta puntuale dell’assessore” il consigliere Cigni: “trasparenza è la parola chiave per scardinare le caste che infestano la vita pubblica del nostro paese”.

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