Sabato 1 dicembre appuntamento all'auditorium Biagi sul piano di gestione, il sito web e i restauri. Conferenza-spettacolo dell'antropologo Duccio Canestrini
Modena festeggia il decennale dell’ingresso nella lista dell’Unesco che tutela il patrimonio artistico dell’umanità. Nel dicembre 1997, infatti, la 21esima Sessione del Comitato internazionale dell’organizzazione delle Nazioni Unite, convocata a Napoli, ha incluso il complesso costituito dalla Cattedrale, dalla torre Ghirlandina e dalla piazza Grande tra le meraviglie del mondo.
Per ricordare l’avvenimento, ma soprattutto per individuare le necessità di conservazione e valorizzazione, il Comune ha organizzato per sabato 1 dicembre un appuntamento che si svolgerà dalle 9.30 alle 13 all’auditorium Marco Biagi di viale Storchi 2 e che sarà coordinato dall’assessore alla Cultura Mario Lugli.
Dopo i saluti del sindaco Giorgio Pighi, della soprintendente per i beni culturali e paesaggistici della Regione Emilia-Romagna Maddalena Ragni e della soprintendente per i beni architettonici e per il paesaggio Sabina Ferrari, sarà proiettato un video, realizzato con immagini di repertorio, dedicato ai grandi avvenimenti religiosi, civili e culturali che hanno interessato la piazza Grande, dalla visita di Giovanni Paolo II nel 1988 ai funerali del tenore Luciano Pavarotti.
Seguiranno gli interventi di Manuel Roberto Guido del ministero per i Beni culturali, di Francesca Piccinini, coordinatrice del Comitato di pilotaggio del sito Unesco, che presenterà il Piano di gestione, dell’architetto Rossella Cadignani, che illustrerà il programma per la gestione informatizzata dei dati conoscitivi del complesso, di Francesco Zarzana, che presenterà il nuovo sito internet, e di Daniele Bindo, dirigente della Provincia di Modena, che illustrerà i progetti europei di promozione turistica dei siti Unesco.
L’incontro terminerà con una conferenza spettacolo dell’antropologo Duccio Canestrini sul tema “Andarci apposta”. Dopo aver svolto attività di ricerca e divulgazione antropologica viaggiando in tutti in continenti, in particolare come inviato della rivista “Airone” e al seguito di missioni Onu, Canestrini ha insegnato Antropologia del Turismo all’Università di Trento, ha scritto testi per la radio e la televisione e ha pubblicato numerosi volumi.
Duomo, Ghirlandina e piazza Grande sono entrati nella lista dell’Unesco con una precisa motivazione: “La creazione comune di Lanfranco e Wiligelmo – si legge, infatti, nel documento ufficiale - è un capolavoro del genio creatore umano nel quale si impone una nuova dialettica dei rapporti tra architettura e scultura nell’arte romanica. Il complesso di Modena è una testimonianza eccezionale della tradizione culturale del XII secolo e uno degli esempi eminenti di complesso architettonico in cui i valori religiosi e civici si trovano coniugati in una città cristiana del Medioevo”.
Gli aspetti storici e artistici del complesso corrispondono perfettamente ai criteri indicati per l’inclusione nella lista del patrimonio mondiale, “poiché – spiega l’assessore alla Cultura Mario Lugli - la Cattedrale di Modena, con la sua struttura architettonica dovuta all’architetto Lanfranco e lo straordinario apparato scultoreo legato al nome dello scultore Wiligelmo, offre una testimonianza eccellente del genio creatore umano”.
Agli esordi del secolo XII, inoltre, essa appare come uno dei principali luoghi di elaborazione di un nuovo linguaggio figurativo, destinato ad influenzare tutto il romanico padano, mentre nel contesto europeo la Cattedrale modenese costituisce una testimonianza privilegiata del fenomeno della rinascita della scultura monumentale in pietra. “La sua costruzione, coincidente con la nascita dell’istituzione comunale, è inoltre una delle testimonianze più importanti della società urbana dell’Italia Settentrionale dei secoli XII – XIII”, spiega Francesca Piccinini. “Tutto il complesso monumentale offre un esempio di sviluppo urbano strettamente connesso ai valori civici, in particolare attraverso le relazioni tra l’economia, la religione, la vita socio-politica della città”.
Per ricordare l’avvenimento, ma soprattutto per individuare le necessità di conservazione e valorizzazione, il Comune ha organizzato per sabato 1 dicembre un appuntamento che si svolgerà dalle 9.30 alle 13 all’auditorium Marco Biagi di viale Storchi 2 e che sarà coordinato dall’assessore alla Cultura Mario Lugli.
Dopo i saluti del sindaco Giorgio Pighi, della soprintendente per i beni culturali e paesaggistici della Regione Emilia-Romagna Maddalena Ragni e della soprintendente per i beni architettonici e per il paesaggio Sabina Ferrari, sarà proiettato un video, realizzato con immagini di repertorio, dedicato ai grandi avvenimenti religiosi, civili e culturali che hanno interessato la piazza Grande, dalla visita di Giovanni Paolo II nel 1988 ai funerali del tenore Luciano Pavarotti.
Seguiranno gli interventi di Manuel Roberto Guido del ministero per i Beni culturali, di Francesca Piccinini, coordinatrice del Comitato di pilotaggio del sito Unesco, che presenterà il Piano di gestione, dell’architetto Rossella Cadignani, che illustrerà il programma per la gestione informatizzata dei dati conoscitivi del complesso, di Francesco Zarzana, che presenterà il nuovo sito internet, e di Daniele Bindo, dirigente della Provincia di Modena, che illustrerà i progetti europei di promozione turistica dei siti Unesco.
L’incontro terminerà con una conferenza spettacolo dell’antropologo Duccio Canestrini sul tema “Andarci apposta”. Dopo aver svolto attività di ricerca e divulgazione antropologica viaggiando in tutti in continenti, in particolare come inviato della rivista “Airone” e al seguito di missioni Onu, Canestrini ha insegnato Antropologia del Turismo all’Università di Trento, ha scritto testi per la radio e la televisione e ha pubblicato numerosi volumi.
Duomo, Ghirlandina e piazza Grande sono entrati nella lista dell’Unesco con una precisa motivazione: “La creazione comune di Lanfranco e Wiligelmo – si legge, infatti, nel documento ufficiale - è un capolavoro del genio creatore umano nel quale si impone una nuova dialettica dei rapporti tra architettura e scultura nell’arte romanica. Il complesso di Modena è una testimonianza eccezionale della tradizione culturale del XII secolo e uno degli esempi eminenti di complesso architettonico in cui i valori religiosi e civici si trovano coniugati in una città cristiana del Medioevo”.
Gli aspetti storici e artistici del complesso corrispondono perfettamente ai criteri indicati per l’inclusione nella lista del patrimonio mondiale, “poiché – spiega l’assessore alla Cultura Mario Lugli - la Cattedrale di Modena, con la sua struttura architettonica dovuta all’architetto Lanfranco e lo straordinario apparato scultoreo legato al nome dello scultore Wiligelmo, offre una testimonianza eccellente del genio creatore umano”.
Agli esordi del secolo XII, inoltre, essa appare come uno dei principali luoghi di elaborazione di un nuovo linguaggio figurativo, destinato ad influenzare tutto il romanico padano, mentre nel contesto europeo la Cattedrale modenese costituisce una testimonianza privilegiata del fenomeno della rinascita della scultura monumentale in pietra. “La sua costruzione, coincidente con la nascita dell’istituzione comunale, è inoltre una delle testimonianze più importanti della società urbana dell’Italia Settentrionale dei secoli XII – XIII”, spiega Francesca Piccinini. “Tutto il complesso monumentale offre un esempio di sviluppo urbano strettamente connesso ai valori civici, in particolare attraverso le relazioni tra l’economia, la religione, la vita socio-politica della città”.
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