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20/11/2007

PROGETTO DELLE 5 PIAZZE, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Tutti gli interventi dei consiglieri sulla delibera relativa alle linee di indirizzo
Un dibattito con più di venti interventi, che si è protratto per quasi quattro ore, ha caratterizzato la seduta dedicata all’approvazione della delibera di indirizzi sulle piazze del centro storico. Dopo l’illustrazione del documento da parte dell’assessore al Centro storico Roberto Guerzoni, l’intervento di Mauro Manfredini (Lega Nord) si è concentrato in particolare su piazza Matteotti: “La piazza – ha spiegato - deve essere libera per un uso urbano, dovrebbe essere messa a disposizione per le iniziative che adesso vengono organizzate in piazza Grande, che è patrimonio dell’umanità e quindi deve essere lasciata libera da qualunque manifestazione di qualunque tipo. Piazza Matteotti deve essere liberata dalle piante, che possono essere spostate altrove, così da poter utilizzare sempre di più quel grande spazio”. Ubaldo Fraulini (Ds) ha invece posto l’accento sul metodo da seguire per il progetto complessivo: “C’è l’opportunità di far ricrescere la socialità e le opportunità di incontro tra cittadini. Bisogna quindi garantire la più ampia partecipazione di tutte le intelligenze culturali e tecniche della città, che devono esprimersi con proposte e idee da metter a confronto, così da arrivare ad una sintesi espressione di grande partecipazione”. Anche per Achille Caropreso (Indipendente) è necessario lavorare per “resuscitare l’interesse dei cittadini per la frequentazione delle piazze. Non dovrebbe essere difficile – ha aggiunto - poiché la nostra città nei giorni festivi è frequentata molto anche dai giovani”. Caropreso ha anche invitato alla valorizzazione della bancarella in piazza intesa come “valore tipico della cultura emiliana evitando di interpretarla come un elemento che abbassa il valore di una piazza” e ha chiesto che venga ripristinata la Fonte d’abisso.
Secondo Sergio Celloni (Udc) i “discorsi sulle piazze vanno bene, ma ricordo che abbiamo sei ipermercati, la più grossa concentrazione di grande distribuzione per numero di abitanti. Quanto a piazza Matteotti e alla sua vocazione, io domenica sono stato in centro e in quella piazza non c’era un bambino a pagarlo oro. Il progetto di riqualificazione del centro va bene, ma va visto in un contesto marketing cittadino, perché certe vie sono deserte e il centro non vive solo di piazze”. Ercole Toni (Ds) ha invitato a inserire il tema dell’acqua nella definizione delle piazze, chiedendo al contempo che venga salvaguardato il verde presente in piazza Mazzini e piazza Matteotti, mentre Enrico Artioli (Margherita) ha sottolineato come la delibera “completi il lavoro di Bonaccini che aveva lavorato sulla riqualificazione dei contenitori”. Per Artioli è apprezzabile “la visione complessiva della delibera, che richiama la specificità e le funzioni di ogni piazza. Il lavoro difficile degli architetti sarà quello della visione complessiva, un fil rouge che leghi le piazze. Gradisco quindi il tema dell’acqua, come richiamato anche da Toni. Pensare ad esempio a Modena come città delle fontane potrebbe essere tema suggestivo”. Baldo Flori (Modena a colori) ha apprezzato il fatto che “per la prima volta ci si trova davanti allo sforzo di una lettura complessiva e globale”, avanzando in ogni caso dubbi sulla presenza di “un solo regista delle varie operazioni, quando altre città hanno giocato sul pluralismo dei contributi”. Flori si è quindi soffermato sul tema della contemporaneità – ricordando i recenti interventi sul tema da parte di Renzo Piano – e si è infine concentrato sulla prospettiva delle funzioni che il progetto attribuisce alle 5 piazze, invitando ad evitare rigidità: “Le funzioni sono un concetto relativo – ha spiegato - e penso che alcune proposte che tendono a delineare delle funzioni sono il portato di qualche forzatura ideologica. Io faccio fatica, ad esempio, a pensare a piazza Matteotti come piazza dei bambini. E’ solo uno dei profili. Tra l’altro il nesso con la cooperazione internazionale mi sembra una concessione ideologica che centra poco con la fruizione reale”.
William Garagnani (Ds), in vista dell’intervento dell’architetto Botta, ha illustrato in aula quanto già realizzato dal professionista svizzero a Parma: “Da Parma dobbiamo recepire un insegnamento – ha detto il consigliere – Il progetto era del 1986 ed è stato realizzato in circa 15 anni. Oltre a questo, alcune parti della realizzazione, ad esempio il sistema di illuminazione, ha subìto delle devastazioni da parte di ignoti, quindi a Modena sarà importante fare delle cose belle, ma tenendo conto anche dei brutti stili di vita di alcuni nelle nostre città”.
Adolfo Morandi (Forza Italia) ha avanzato il dubbio che “liberando 5 aree così grandi si perda l’utilizzo di queste piazze”. Scendendo poi nel dettaglio, il consigliere ha auspicato che in piazza Sant’Agostino non venga realizzata la cosiddetta “quinta”, chiedendo inoltre che piazza XX settembre mantenga la funzione commerciale poiché “i mercatini hanno anche una capacità di attrattiva turistica”, evidenziando perplessità sulla capacità di un eventuale sito archeologico in piazza Roma di richiamare turisti e sottolineando infine che “Botta sarà anche valido, ma sarebbe stato opportuno fare un bando”.
E’ stata quindi la volta del vicesindaco e assessore alla Cultura, Mario Lugli, che ha spostato l’asse della discussione sulla “bellezza” intesa come “una delle componenti fondamentali per rendere attrattiva una città. Da questo punto di vista – ha precisato - si deve tenere conto del ridisegno del centro storico, di cui questo progetto è uno dei tasselli. L’accrescimento dei centri storici è garantito da più fattori. Quanto più rendi un centro storico vivibile per i pedoni, tanto più è gradevole. E tanto più, va sottolineato, è interesse che le attività commerciali della città siano attraenti, poiché le stesse attività commerciali sono elemento ineludibile della capacità attrattiva di un luogo. Basti pensare ai criteri con cui sono progettati gli outlet, che hanno proprio nella ricostruzione di una città storica in cui poter passeggiare – con tanto di riproposizione delle dinamiche di relazioni delle vere città – un elemento di forte attrattività”.
L’analisi di Eugenia Rossi (Ds) è partita dall’osservazione che “Modena, in quanto città medioevale, è particolarmente chiusa, quindi le piazze devono restare il più possibile leggere. Questa – ha aggiunto - può essere la grande occasione per dare modo ai giovani di fare concorsi internazionali, negli altri paesi fanno così”. La consigliera, che ha chiesto che venga salvaguardata l’alberatura di piazza Mazzini, si è detta perplessa sulle eventuali manifestazioni in piazza Roma da parte dell’Accademia. “Parla una figlia di un generale – ha precisato - ma le manifestazioni dell’Accademia, con tutto il rispetto, sanno di folclore appicicaticcio. Varrebbe invece la pena capire se si può fare qualche parcheggio”.
Sergio Rusticali (Sdi) ha concentrato il proprio intervento sulla presenza degli alberi: “Il problema non è mantenere o meno gli alberi, ma ciò che vogliamo far risaltare nella piazza dal punto di vista della compatibilità con gli obiettivi della delibera – ha spiegato - E’ vero o no che vogliamo far risaltare di più la Sinagoga? E poi, è vero o no che dobbiamo recuperare alcuni servizi come il diurno in una città che deve richiamare turisti? Se lo sfoltimento degli alberi è compatibile con i nostri obiettivi, allora si faccia”. Mauro Tesauro (Verdi) ha messo in chiaro che “la priorità è la valorizzazione di ogni spazio pubblico urbano, anche in contrapposizione dei cosiddetti superluoghi, come gli outlet, piazze asettiche, perfettamente consumistiche e luoghi dell’apparire. Le piazze devono essere spazi pubblici, aree verdi, spazi di vita, beni di tutti, luoghi ove non è possibile edificare perché ciò ne annullerebbe la funzione originale. Andrà quindi favorita la funzione sociale del segno architettonico”. Secondo Rosa Maria Fino (Società Civile) “è necessario mettere mano alle piazze, ma a quello che rappresentano in termini di collegamento con altre zone come la Pomposa o via Taglio. Apprezzo poi che ci sia il verde pubblico, ma questo non deve impedire la visuale della piazza, che va anche valorizzata attraverso l’uso delle luci. In piazza XX settembre si potrebbe anche pensare ad attività di mercato qualificate, ad esempio ad un mercato del libro associato ad una fiera del libro, oppure ad un mercatino di Natale”.
Antonio Maienza (Udeur) ha espresso soddisfazione per le caratteristiche principali della delibera, concentrando l’intervento su piazza XX settembre: “E’ vero, era un mercatino storico, però rappresentava qualche problema dal punto di vista della sicurezza. Qualche perplessità, inoltre, nasceva anche dal fatto che tutte le attività passavano ai cinesi. Quanto a piazza Mazzini – ha aggiunto – va resa più bella e Modena deve avere coraggio per non correre il rischio di rimanere imbalsamata”.
Olga Vecchi (Forza Italia) ha criticato l’impianto della delibera, poiché “per approvare degli indirizzi è necessario avere delle concretezze, che però mancano del tutto. Si parte sbagliando. Io non vengo a suggerire fontane, alberi o altre soluzioni, questo spetta a chi progetta. L’obiettivo del progetto lascia la perplessità che si debba ancora individuare tutto”. Michele Andreana (Ds) ha subito risposto sottolineando che “le delibere di indirizzo sono invece importanti, perché da qui discendono atti concreti che daranno seguito a questa impostazione. E’ un tassello importante della valorizzazione del centro storico, coerente con le decisioni votate anche di recente. La sfida più complessa – ha concluso – riguarda piazza Matteotti, uno spazio largo ma poco attraente”.
Per Dante Mazzi (Forza Italia) la delibera “sembra una cambiale in bianco che la giunta chiede al consiglio tutto, su cui poi non si potrà prescindere. C’è stato un percorso ricco per arrivare a questo documento, che però dice poco o nulla, ovvero dice molto per non dire nulla, cioè per vincolare la prossima amministrazione a decisioni prese in base a questo documento di indirizzo, in cui ci sono paletti ben precisi che la giunta farà valere quando ci sarà la presentazione dei progetti”. Mazzi ha anche ricordato la “sollevazione trasversale” riguardo al destino di piazza XX settembre, dichiarando che “la morte di piazza XX settembre è l’inizio del coma di via Albinelli”.
Nella fase di replica l’assessore alla Programmazione territoriale Daniele Sitta ha ricordato che “bisogna riflettere su alcuni dati importanti, come ad esempio sul fatto che il 90% dei frequentatori del centro non acquista. Perché? E’ evidente che la piazza conserva nel contesto della città storica un valore importante di incontro sociale, Vanno quindi individuate funzioni che facciano vivere questi luoghi 365 giorni l’anno. Quelli della delibera sono indirizzi importanti”. Sitta ha anche dichiarato di ritenere “un errore impedire segni dell’architettura contemporanea. La nostra città si è ricostruita su sé stessa, con i segni di ogni secolo, e quindi sarebbe importante anche per noi una testimonianza in tal senso, anche se oggi l’atteggiamento culturale prevalente delle Sovrintendenze è invece quello della conservazione dell’esistente. Se ne prende atto e ci si comporta di conseguenza”.
Il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, ha tirato le fila del dibattito, concordando sul fatto che “la fruizione del centro storico è cambiata in questi anni, andando sempre più verso la direzione di un luogo di aggregazione. Ritengo che oggi a favore di queste persone che affollano il centro potrebbe essere arricchito da nuove potenzialità il sabato e la domenica. Parlo di bar, caffè, luoghi in cui si possano fare acquisti accompagnati al passeggio. La critica dei cittadini riguardo al fatto che la domenica non ci sono sufficienti esercizi aperti, io la trasmetto agli operatori. So che non è semplice, ma è comunque un punto di sofferenza della fruizione del centro storico”.
In fase di dichiarazione di voto Isabella Massamba ‘n Siala, a nome di Sinistra Democratica, Verdi e Rifondazione comunista, ha ribadito che è “prioritario conservare spazi urbani pubblici, perchè rimangano spazi di aggregazione, aperti”, ha sottolineato un “no all’edificazione” e la necessità di una “vera partecipazione”. Secondo la consigliera, inoltre, “Modena ha bisogno di spazi per esposizioni, e l’auspicio è che questa stessa funzione possa valere anche per piazza Roma”. I tre gruppi, infine, hanno chiesto la tutela degli alberi nelle varie piazze. Hanno quindi annunciato il voto di astensione l’Udc, Modena a Colori, Alleanza Nazionale, evidenziandone il carattere di “apertura di credito” verso l’amministrazione. Dante Mazzi (Forza Italia) ha invece annunciato invece il voto contrario.

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