Il dibattito dopo l'interrogazione del consigliere Cigni al sindaco Pighi.
“L’Amministrazione interviene nelle scuole contro il bullismo nell’ambito di percorsi di educazione alla legalità: abbiamo ad esempio organizzato un corso di formazione per gli insegnanti, un progetto delle scuole Paoli che è partito con un questionario sulla percezione del fenomeno e ha poi coinvolto ragazzi e genitori in un percorso di educazione, e il progetto più generale di mediazione dei conflitti sul quale stiamo lavorando da due anni”. Così il Sindaco Giorgio Pighi ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione del consigliere Pd Fausto Cigni sulle politiche giovanili, poi trasformata in interpellanza.
Il consigliere Cigni ha letto il testo della sua interrogazione, premettendo che “il riferimento naturalmente è all’ex assessore. Negli ultimi mesi”, si legge nell’istanza presentata, “anche sulla base dell'esperienza diretta più volte denunciata, il mix tra atti di vandalismo e bullismo registrato nei parchi cittadini e negli ambienti pubblici in generale, sta provocando una serie di disagi che rischiano di scivolare nel conflitto tra generazioni oltre che danni materiali all'arredo urbano. Ritengo che prioritaria sia la combinazione positiva tra contrasto e prevenzione di questi fenomeni. Sulla prevenzione”, ha proseguito Cigni, “mi sento di chiedere quali siano le politiche di prevenzione del disagio del comune di Modena. Quali sono le azioni che l'Amministrazione, anche in combinazione con la scuola, l'associazionismo, le famiglie e le compagnie anche informali, ha adottato per fronteggiare il fenomeno di cui si è detto? Quale ruolo è affidato, su questo terreno all'assessorato alle politiche giovanili, con quali strumenti e con quali competenze?”.
Il Sindaco ha spiegato che “il tema della devianza giovanile fa parte dei progetti per la sicurezza. A Modena non è un problema di eccessiva gravità, esistono atti di vandalismo ma appaiono legati a singole situazioni di sofferenza. Quello del bullismo è un tema più sommerso ma non per questo meno virulento. Un bambino”, ha ricordato il Sindaco, “subisce prepotenze ossia è vittima di bullismo quando è esposto ripetutamente e per lungo tempo alle azioni ostili di uno o più compagni. Ci sono dunque un aggressore, che prevarica volontariamente, e un aggredito, che ha difficoltà nel difendersi. La criminologia sottolinea il rischio di parlare di bullismo in modo improprio ed eccessivamente dilatato. Tra le cause, si parla di disimpegno morale rispetto alle regole sociali e de-umanizzazione dell’altro nelle regole sociali”.
Il consigliere Pd Enrico Artioli ha precisato che quello delle politiche giovanili “è uno dei temi più delicati che la nostra città si trova ad affrontare. Quale futuro e quali valori riusciamo a dare ai nostri giovani? Servono delle alternative, perché il loro orizzonte di vita non si esaurisca nella televisione, nella discoteca, nel consumismo. Ha fatto bene Cigni a fare riferimento alla società civile e a tutti i soggetti che possono occuparsi di giovani. Il mestiere dei giovani è crescere bene, l’Amministrazione e la società devono consentirglielo. Invito l’assessore entrante Giovanni Franco Orlando a proporci presto le linee di indirizzo del suo lavoro”.
Giuseppe Campana del Pd ha esordito affermando: “a volte mi è capitato di sostenere provocatoriamente che le politiche giovanili sono la più importante politica di un Comune. È significativo che si risponda dopo due mesi all’interrogazione, bisogna invece essere consapevoli che per la città è un tema decisivo. La comunità educante è un’espressione che si deve usare senza ricorrere a un paternalismo oramai datato, ma sapendo fare in modo che la città sia attenta a trasmettere ai più giovani cittadini i valori civili ed etici. Ben vengano le politiche ricordate ma mi chiedo se non si debba fare di più per mettere queste iniziative al centro della scena politica. È la questione strategica sulla quale si gioca il futuro della nostra città. È necessario sapere coinvolgere i giovani riconoscendone la dignità e promuovendo la partecipazione attiva”.
Achille Caropreso, indipendente, ha osservato: “mi stupiscono gli atti di bullismo, specialmente quando vedo i ragazzi delle scuole superiori in visita ai monumenti della città con i propri insegnanti. Ritengo che un po’ di tara vada tolta: spesso la gravità è inferiore a quello che appare dalla stampa o da internet, però il problema esiste e va ricondotto al disagio dei giovani o delle famiglie. Non basta che ci sia il padre alcolizzato che picchia la moglie prostituta. A volte, il genitore più pericoloso è quello rampante, che fa della propria vita una vita di sopraffazione”.
Michele Barcaiuolo di An ha affermato: “le politiche giovanili devono essere un pilastro per l’Amministrazione comunale, ma possono farlo quando si rivolgono a 360 gradi ai giovani della città. La generazione giovane si vuole dipingere come generazione di bulli e pupe, mentre questa è solo una minoranza. Questa è la prima generazione che in Italia ha prospettive di vita che, in senso relativo naturalmente, sono inferiori a quelle dei propri genitori. Troppo spesso si tace sul volontariato, sul protagonismo civile dei giovani. Il problema giovanile spesso viene ridotto alle forme espressive e comunicative, mentre mi sembra che oggi il punto siano i contenuti e non le forme. Anche questa Amministrazione, mi permetto di criticare le iniziative dell’assessore precedente, ha spesso seguito erroneamente questa tendenza. Non bastano analisi filosofiche delle devianze, si deve svolgere a 360 gradi un ruolo di divulgazione di valori condivisi, creare appartenenza alla comunità locale e nazionale e fare sì che anche in questa città esistano dei veri e reali luoghi di aggregazione”.
Sergio Celloni dell’Udc ha ricordato che “spesso i giovani hanno problemi socio-pedagogici e sono in contrasto con le famiglie. Ma se si porta avanti una politica di destabilizzazione dei valori della famiglia, cosa ci si può aspettare? A Castelfranco sono stati fatti anche incontri con l’onorevole Luxuria, credo che questi siano modi per depistare i giovani e creare in loro confusione. Esorto il nuovo assessore e l’Amministrazione a fare attenzione, a non fare politiche che ammettono l’uso della droga, o dire nella scuola che essere gay è quasi bello. Posso accettare un liberismo di pensiero, ma credo si debba continuare a sostenere la famiglia, le giovani coppie formate da un ragazzo e una ragazza. La famiglia deve avere agevolazioni che sono fondamentali per portare avanti un discorso educativo nei confronti dei figli”.
Ercole Toni del Pd ha affermato: “condivido che i bravi ragazzi non fanno notizia, come ha detto Barcaiuolo. Pochi, ma cattivi, fanno notizia. Sono anche d’accordo che le responsabilità siano soprattutto della famiglia, come ha osservato Celloni. Quanto al vandalismo, spesso mi trovo a rimediare ai guai di ragazzi bulli, arroganti e consumisti. Non ho mai visto un rapporto così deteriorato tra giovani e Amministrazione e spero che l’assessore riesca a riagganciarlo. La mancanza di dialogo si vede anche dalle scritte sui muri. Si deve recuperare il dialogo e con esso i valori”.
Antonio Maienza dell’Udeur ha sottolineato di “avere appreso dai giornali che la delega alle Politiche giovanili andrà all’assessore all’Ambiente Giovanni Franco Orlando. Se Orlando sarà destinatario di questa delega, come si dice, vedremo se avrà il coraggio di impostare coraggiose iniziative e valide programmazioni, perché fino ad adesso si è fatto poco o niente in città. Io sono stato sempre critico verso un’impostazione unidirezionale, sia della programmazione sia della destinazione delle politiche giovanili. Il posto destinatario dell’aggregazione, la famosa Tenda, non deve essere l’unica realtà. Mi auguro che ci sia un cambiamento di direzione e di coinvolgimento di tutta una gamma di giovani anche delle parrocchie, dell’università, delle scuole medie, del volontariato, e non solo quelli già indottrinati”.
Cigni ha ringraziato il Sindaco per la risposta: “credo anche io, come alcuni consiglieri hanno sottolineato, che per il futuro serva un’azione strategica. Il tema è che oggi noi siamo di fronte all’ennesima grande scommessa. Io non faccio distinzioni di colore e di razza e mi chiedo cosa significherà per la città quando migliaia e migliaia di bambini di origine straniera diventeranno dei ragazzi o degli adulti. Il problema è complessivo: famiglia, scuola, amministrazione devono fare ognuno la propria parte. A Modena est ci sono stati dei problemi di conflitto tra generazioni: in piazza Liberazione, nel centro civico, con danni alle cabine telefoniche, eccetera. Non dico certo che tutti i giovani siano così, ma chi rompe paga. Attenzione, questo sta succedendo in tutti i parchi e alcune promesse non sono ancora state mantenute. Infine, dato che pare che la mia interrogazione sia venuta nell’ambito di un problema tra l’ex assessore e il suo partito, voglio dire soltanto: cara Elisa, ti voglio bene in quanto donna”.
Il Sindaco ha concluso ricordando che “quando si passa alla trasformazione in interpellanza sarebbe opportuno rimanere all’oggetto specifico, come alcuni consiglieri hanno fatto, senza perdere il filo del ragionamento. Stiamo chiedendoci che rapporto esiste tra devianza giovanile e politiche giovanili. Bisogna guardarsi dal mettere all’interno delle politiche giovanili solo i temi della devianza. Noi li abbiamo collocati all’interno del tema della sicurezza, nel dialogo con le politiche giovanili e nel dialogo tra tutti i settori dell’Amministrazione. Vivere la giovinezza significa avere spazi, avere opportunità. E condivido l’idea che le politiche giovanili siano centrali. Anche le attività creative e i momenti di incontro giocano un ruolo importante, ma non caliamole negli aspetti problematici che riguardano patologie sociali”.
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