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17/12/2007

REGOLAMENTO PHONE CENTER, APPROVATA LA DELIBERA

Il dibattito sulla proposta presentata dall'assessore alle Politiche economiche.

I phone center e internet point a Modena non potranno svolgere attività di commercio, ma potranno offrire solo servizi di telefonia e comunicazione, insieme ai servizi accessori di money transfer, fax, fotocopie e ricariche telefoniche. I requisiti previsti si applicheranno a tutti i phone center e internet point di prossima apertura, mentre le 43 attività già aperte sul territorio comunale avranno un anno per adeguarsi. Lo prevede la delibera presentata in Consiglio comunale dall’assessore alle Politiche economiche del Comune di Modena Stefano Prampolini e approvata con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo indipendente e il voto contrario dei gruppi di minoranza. Il Consiglio ha inoltre respinto due emendamenti alla delibera presentati dal capogruppo della Lega nord Mauro Manfredini.
Così l’assessore Prampolini ha presentato la delibera: “dei 43 phone center sul territorio, sono 17 quelli che svolgono ad oggi attività commerciale. 8 vendono prodotti alimentari, 6 vendono non alimentari e 3 hanno un’attività mista. Il regolamento che presentiamo oggi prevede anche standard igienici e dimensionali e impone ai gestori di garantire il rispetto del decoro e della quiete nelle immediate vicinanze. Si farà poi una proposta di ordinanza sugli orari di apertura che parifichi i phone center agli esercizi commerciali: apertura non prima delle 7, chiusura non oltre le 22, non più di 13 ore giornaliere di attività e chiusura domenicale o festiva. Faranno eccezione delle 8 giornate di apertura festiva messe in calendario annualmente dal comune. Sarà anche possibile la chiusura per una mezza giornata nei giorni feriali. Abbiamo deciso di vietare le attività commerciali ma consentire le attività accessorie”, ha spiegato, concludendo, l’assessore, “e il servizio di money transfer, in particolare, ci è parso un servizio importante. È autorizzato dall’Ufficio italiano cambi, emanazione della Banca d’Italia. Per esercitare l’attività serve l’iscrizione a un apposito albo. Delle quattro richieste presentate dagli operatori, abbiamo recepito soltanto quella relativa al servizio di money transfer”.
Nel dibattito, Sergio Rusticali dello Sdi ha espresso “parere positivo su questa delibera, che racchiude in sé norme che da tempo aspettavamo. Intende regolamentare un’attività, il che non significa penalizzarla. Anche il money transfer, nel rispetto delle regole, non mi preoccupa. Non vogliamo discriminare, ma semplicemente fissare delle regole per una convivenza nella nostra realtà cittadina”.
Achille Caropreso, indipendente, ha evidenziato che “se si parte dal presupposto che tutti i frequentatori di phone center siano rissosi e potenziali delinquenti questa discussione non ha senso. Se invece riteniamo che ci siano persone oneste e corrette, perché impedire l’invio di denaro all’estero? Non credo che la criminalità internazionale, il terrorismo o il riciclaggio di denaro abbiano bisogno dei phone center per la trasmissione di risorse finanziarie. Tanto più che da banche e tabaccherie è possibile inviare denaro all’estero”.
Andrea Galli di An è intervenuto annunciando da subito il proprio voto contrario: “questa realtà si affronta tardivamente, con poche regole, non abbastanza chiare, e con paletti non rigidi e fissi. Voteremo contro, anche se sono favorevolmente colpito da questo provvedimento, che dopo anni tenta per la prima volta di intervenire su questo settore”.
Ubaldo Fraulini del Pd ha suggerito “di creare, per quanto riguarda l’attività di money transfer, una fase di sperimentazione di 6 mesi per verificare in che modo e con quali effetti è stata recepita la normativa, in modo da non penalizzare chi svolge l’attività in modo consono”. Ha inoltre evidenziato che “si tratta di un buon regolamento, che giustamente separa l’attività di phone center dalle altre”.
Enrico Artioli del Pd ha sottolineato che “i problemi di decoro sono stati spesso dovuti non all’attività in sé ma alla frequentazione degli spazi pubblici antistanti ai phone center. Credo che ci siano regole adeguate in questa proposta, che cercano di stare in equilibrio tra due esigenze, la necessità di consentire la libera intrapresa da una parte e la tranquillità dei cittadini dall’altra. Molto spesso i problemi sono legati non tanto alla mancanza di regole, ma alla difficoltà di controllarne l’attuazione. È inoltre importante evitare tendenze xenofobe, anche se credo che l’etnia dei clienti sia uno degli elementi che influenza negativamente la percezione dei residenti rispetto a queste attività”.
Secondo Dante Mazzi di Forza Italia: “è significativo che finalmente questa attività venga regolamentata. Il tema dei phone center era stato visto negativamente perché portato avanti da noi del centrodestra. È dal 2005 che solleviamo la questione in Regione, Province e Comuni. Si diceva che il problema non esisteva, ora finalmente c’è una legge regionale e si discute un regolamento comunale che ne recepisce il dettato. Finora, poiché l’attività era nata spontaneamente, c’erano delle disparità nel trattamento di questi esercizi commerciali rispetto ad altri. In Commissione si è deciso di accogliere la proposta del money transfer quando oramai molte persone erano già andate via, credo che il metodo sia sbagliato. Ai trasferimenti di denaro non sono contrario per partito preso o per xenofobia, ma perché la ritengo un’attività che può creare problemi di ordine pubblico e sicurezza”.
Michele Andreana, capogruppo del Pd, ha sottolineato che “questo Consiglio comunale aveva votato all’unanimità un ordine del giorno, presentato da Forza Italia, che chiedeva di regolamentare il settore dei phone center. E questo regolamento accoglie, dopo l’emanazione della legge regionale, quella proposta. Mi sarei aspettato anche su questo un voto unanime del Consiglio. Rispetto alla Commissione, potremmo inserire una norma che preveda di mantenere il numero legale fino alla fine. Ho apprezzato la trasparenza dell’assessore, che dopo la bozza di proposta ha presentato anche le richieste ricevute dall’associazione che rappresenta gli operatori dei phone center. Credo che avere accolto alcune di queste proposte, dopo un confronto, sia il risultato di un percorso serio, positivo e lineare”.
Antonio Maienza dell’Udeur ha commentato: “siamo stati forse più fiscali del solito, ma per un’esigenza di sicurezza e non per penalizzare un’attività imprenditoriale. Credo che questa delibera contenga i requisiti minimi ai quali ci si deve attenere: le sedute, lo spazio calpestabile, gli orari, il divieto di attività commerciali, il rispetto del regolamento sulla pulizia urbana. Credo che sopravvivranno la metà degli esercizi attualmente aperti, ed è probabilmente di questa quantità di phone center di cui la nostra città ha bisogno”.
Baldo Flori di Modena a colori ha evidenziato: “questo regolamento non ha raggiunto lo scopo che noi intendevamo. Trovavo molto più congruo il testo originario e credo che si siano subite le pressioni delle associazioni di categoria, pur legittime. Il regolamento, che prima era ben congegnato, ha subito una svolta. Non si è mai avuta una metodologia di questo tipo. Per quanto riguarda, ad esempio, gli ambulanti di piazza XX settembre, non abbiamo parlato in questa sede della piattaforma di proposte della controparte. Riconosciamo il tentativo di fare un passo avanti: non è un regolamento astratto o fasullo, è un testo che tenta realmente di entrare in una materia delicata. Si è però ceduto su una proposta dell’associazione, che evidentemente è sembrata ragionevole. Ci sembra che l’ammissibilità dell’attività di money transfer possa causare problemi di ordine pubblico, assembramenti che possono destare preoccupazione. Avremmo votato la versione originaria, ma non siamo d’accordo con questa modifica”.
Adolfo Morandi di Forza Italia ha replicato alle osservazioni di Andreana, ribadendo che “i problemi sono legati all’attività di money transfer se si svolge fino a ora tarda. I tabaccai non restano aperti fino alle 22 e non comportano gli stessi potenziali problemi di sicurezza. È chiaro, poi, che attività collaterali possono consentire ai phone center di regolare il proprio equilibrio economico. È evidente che il regolamento imporrà ad alcuni di questi negozi di cambiare categoria merceologica. Il problema è che questi phone center sono diventati centri di aggregazione, una funzione che non è certo quella prevista dal regolamento”.
Mauro Manfredini della Lega nord ha osservato che “si tratta di un fenomeno sempre più rilevante, soprattutto in seguito all’arrivo in Italia di nuova immigrazione. I phone center sono ad uso quasi esclusivo degli immigrati, determinando problemi di ordine e sicurezza pubblica. Come Lega nord e Forza Italia avevamo presentato dei progetti di legge, e la Regione alla fine ha dovuto impegnarsi per regolamentare. Nella proposta non avevamo incluso il money transfer, anche perché Osman Hussein, responsabile di uno degli attacchi terroristici del luglio 2005, al momento del suo arresto era ospite di un gestore di phone center romano. Ho letto i regolamenti di altre città e il nostro appare un pochino più rigido. Approfitto per presentare un emendamento che chiede di aggiungere al regolamento di abbattere le barriere architettoniche e garantire almeno una postazione accessibile per i disabili. Con un altro emendamento vorremmo chiedere che, in caso di ripetuta violazione delle norme previste all’articolo 9, si aggiunga tra le sanzioni la chiusura dell’attività”.
Reginald Ihebom della Consulta stranieri ha ringraziato il consigliere Flori “per avere ricordato che le attività devono rispettare le regole e sapere stare sul mercato. Credo dobbiamo dare una regolamentazione che non si basi sull’emotività. Bisognerebbe incoraggiare chi cerca di guadagnarsi da vivere onestamente nella società modenese, certo all’interno di una regolamentazione come quella delle altre attività. Spesso si parla di integrazione: è importante regolamentare, ma senza farsi condizionare da chi trova fastidiosa questa attività”.
Giancarlo Montorsi di Rifondazione è intervenuto anche a nome di Verdi e Sinistra democratica: “non è un fatto negativo che questi esercizi diventino luoghi di aggregazione. Non è questo che stiamo regolamentando, perché chi sostiene questo tradisce un retropensiero. Noi dobbiamo intervenire sulle norme, in complementarietà con la legge regionale, per migliorare qualitativamente il servizio, aumentare la sicurezza dei cittadini e garantire il diritto degli esercenti a svolgere un’attività. Secondo alcuni, regolamentare il mercato e il commercio ha senso solo quando le conseguenze riguardano cittadini stranieri. Invece, l’Amministrazione ha fatto di questo regolamento un’occasione di ascolto, producendo un testo che contempera elementi di garanzia e sicurezza per tutti. Gli esercenti non sono contrari, nonostante questo regolamento imponga standard di qualità alti e costi di gestione più alti. Verdi, Rifondazione comunista e Sinistra democratica voteranno a favore”.
L’assessore Stefano Prampolini ha iniziato la propria replica a partire dagli emendamenti proposti da Mauro Manfredini: “non possiamo accogliere la proposta di un doppio bagno e di eliminare le barriere architettoniche, credo che sia meglio valutare caso per caso, perché anche la Regione Lombardia ha perso un ricorso per una proposta del genere. Credo che il servizio con gli apparecchi cordless, che non è vietato, possa garantire l’accessibilità anche ai disabili. L’altro emendamento mi pare non necessario in quanto già l’articolo 10 del regolamento prevede la sospensione dell’attività in caso di ripetute violazioni di norme del regolamento. Venendo all’aspetto politico”, ha proseguito l’assessore, “non siamo all’anno zero perché già dal novembre 2005 esisteva un’ordinanza del Sindaco sugli orari di chiusura, e in Regione non siamo certamente l’ultima città ad intervenire su questo tema. Ribadisco”, ha concluso Prampolini, “che abbiamo aperto un confronto con i rappresentanti dei phone center e accolto una delle richieste dell’associazione, quella sull’attività di money transfer, che rappresenta una parte importante degli introiti e che già viene svolta. Credo che sia un regolamento rigido, che dà una regolamentazione chiara, e non capisco come si faccia a non votarlo”.
Nelle dichiarazioni di voto, Andrea Galli di An ha sottolineato che “respingendo l’emendamento sulle barriere architettoniche, la Giunta getta la maschera. Gli italiani che aprono attività commerciali devono rispettare regole che prevedono l’assenza di barriere architettoniche. Gli stranieri che aprono un phone center, invece, non devono sottostare alle stesse regole. Meno di una settimana fa si è tenuta una seduta straordinaria sui diritti dei disabili, con pochi fatti e molte parole. Dire che il diritto di accessibilità è garantito con un cordless è offensivo e il nostro voto è doppiamente contrario”.
Rusticali dello Sdi ha invece annunciato il voto favorevole del suo gruppo e del gruppo Società civile, “per un regolamento che ha saputo accogliere alcune delle richieste arrivate contemperando i bisogni degli utenti, degli esercenti e dei cittadini. Il problema delle barriere architettoniche esiste per tutti gli esercizi commerciali, piccoli e grandi. Nessuno obbliga un fruttivendolo di piccola attività, ad oggi, ad avere spazi accessibili. Credo sia un problema che va affrontato a livello nazionale, consentendo agli esercenti di adattarsi nei tempi opportuni”.
Achille Caropreso ha annunciato il voto favorevole sull’emendamento relativo alle barriere architettoniche e l’astensione sull’altro emendamento, concludendo: “voterò a favore anche della delibera perché rappresenta un primo passo decisivo, anche più restrittivo dei regolamenti vigenti in altri comuni”.
Mazzi di Forza Italia si è detto “sorpreso per il diniego sull’emendamento relativo alle barriere architettoniche. È strano che non si cerchi di tutelare l’accesso dei disabili a tutte le attività commerciali e anche ai phone center. Quanto alla commissione, è stato un blitz approvare la modifica dopo le ore 20. Sia io sia i miei colleghi avevamo espresso la nostra contrarietà per richieste, pur legittime, che non era possibile accogliere, se non magari in un negoziato successivo. Per motivi di ordine pubblico e sicurezza contestiamo l’attività di trasferimento di denaro”.
Andreana del Pd ha ribadito che “l’emendamento sulle barriere architettoniche tocca una sensibilità diffusa nella nostra città”, ma ha chiesto a Manfredini di ritirarlo in quanto “l’articolo 4 del regolamento lo accoglie già nella sostanza”.
Il Sindaco Giorgio Pighi è intervenuto ricordando che “il Testo unico dell’edilizia pone già le opportune garanzie in termini di abbattimento delle barriere architettoniche. L’intento dell’Amministrazione è dunque fare rispettare queste norme in ogni sede e non solo ai phone center”.
Manfredini ha però scelto di conservare il proprio emendamento sulle barriere architettoniche, che è stato messo in votazione e respinto. Hanno votato a favore dell’emendamento i gruppi di minoranza, il consigliere indipendente Caropreso e il consigliere Pd Garagnani. Si è astenuto il consigliere Pd Fraulini, mentre gli altri consiglieri di maggioranza hanno votato contro. Anche il secondo emendamento della Lega è stato respinto con il voto contrario della maggioranza, il voto favorevole della minoranza e l’astensione del gruppo indipendente.

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