Da domenica primo aprile appuntamenti per adulti e ragazzi nel parco archeologico e museo all'aperto della terramara, che racconta la vita nel modenese nell'età del bronzo
Domenica 1 aprile riapre a Montale il Parco archeologico e Museo all’aperto della terramara, dove – su un’area di 23 mila metri quadrati - il pubblico può ammirare la ricostruzione di un villaggio dell’età del bronzo. Il fossato, il terrapieno con le palizzate difensive, la porta d’ingresso, due grandi case arredate, vasellame, utensili, armi e vestiti consentono di conoscere modi di vita e attività di 3 mila 500 anni fa, ai tempi della più antica civiltà padana. Il parco è aperto dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 e il biglietto d’ingresso è gratuito per under 5 e over 65 anni, mentre costa 6 euro intero e 4 euro ridotto (informazioni ai numeri 059 2033101, 059 532020 e nel sito internet www.parcomontale.it).
Il progetto, avviato nel 1998 in accordo con la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia Romagna, è stato realizzato dal Museo civico archeologico etnologico del Comune di Modena e dal Comune di Castelnuovo Rangone con il sostegno della Commissione Europea, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Parco e museo sono stati portati a termine nell’ambito del più vasto progetto “Archaeolive”, sostenuto dall’Unione europea.
Ricco il calendario di appuntamenti: esperti nella riproduzione di antiche tecniche artigianali intratterranno il pubblico mostrando di volta in volta i metodi usati al tempo delle terramare per realizzare vasi, armi, cesti, tessuti, strumenti in pietra, legno, osso e corno di cervo. Una novità è rappresentata dalle attività del primo e del 9 aprile, giornate in cui gli esperti del parco daranno una dimostrazione pratica delle tecniche costruttive delle case delle terramare sulla base delle informazioni ricavate dallo scavo archeologico di Montale e di altri abitati dell’età del bronzo. Per il 20 e il 27 maggio è previsto un vero e proprio laboratorio di archeologia sperimentale sulla produzione dei vasi: il ceramista Yves Brodà, affiancato da Sara Levi del dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Modena e Reggio Emilia, spiegherà al pubblico come si possa ricavare dalla riproduzione dei manufatti preistorici informazioni utili per comprendere aspetti della produzione artigianale terramaricola, mostrando le varie fasi della lavorazione della ceramica, dall’impasto con “chamotte” alla modellazione e alla decorazione con i tipici motivi delle terramare fino alla cottura nelle fornaci ricostruite nel museo all’aperto. La dimostrazione di archeologia sperimentale sarà affiancata da un’attività rivolta ai bambini, che potranno costruire un vaso sul modello di quelli in uso 3 mila 500 anni fa. Fino a fine giugno, in tutte le giornate di apertura ragazzi e genitori potranno giocare insieme all’Archeoquiz, un modo divertente di vivere il parco trovando le risposte agli enigmi di Aran, il vecchio saggio della terramara.
Il progetto, avviato nel 1998 in accordo con la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia Romagna, è stato realizzato dal Museo civico archeologico etnologico del Comune di Modena e dal Comune di Castelnuovo Rangone con il sostegno della Commissione Europea, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Parco e museo sono stati portati a termine nell’ambito del più vasto progetto “Archaeolive”, sostenuto dall’Unione europea.
Ricco il calendario di appuntamenti: esperti nella riproduzione di antiche tecniche artigianali intratterranno il pubblico mostrando di volta in volta i metodi usati al tempo delle terramare per realizzare vasi, armi, cesti, tessuti, strumenti in pietra, legno, osso e corno di cervo. Una novità è rappresentata dalle attività del primo e del 9 aprile, giornate in cui gli esperti del parco daranno una dimostrazione pratica delle tecniche costruttive delle case delle terramare sulla base delle informazioni ricavate dallo scavo archeologico di Montale e di altri abitati dell’età del bronzo. Per il 20 e il 27 maggio è previsto un vero e proprio laboratorio di archeologia sperimentale sulla produzione dei vasi: il ceramista Yves Brodà, affiancato da Sara Levi del dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Modena e Reggio Emilia, spiegherà al pubblico come si possa ricavare dalla riproduzione dei manufatti preistorici informazioni utili per comprendere aspetti della produzione artigianale terramaricola, mostrando le varie fasi della lavorazione della ceramica, dall’impasto con “chamotte” alla modellazione e alla decorazione con i tipici motivi delle terramare fino alla cottura nelle fornaci ricostruite nel museo all’aperto. La dimostrazione di archeologia sperimentale sarà affiancata da un’attività rivolta ai bambini, che potranno costruire un vaso sul modello di quelli in uso 3 mila 500 anni fa. Fino a fine giugno, in tutte le giornate di apertura ragazzi e genitori potranno giocare insieme all’Archeoquiz, un modo divertente di vivere il parco trovando le risposte agli enigmi di Aran, il vecchio saggio della terramara.
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