Il consesso civico approva l'ordine del giorno presentato da Modena a Colori.
                
            
            
        
                             
                             Alla vigilia del giorno in cui il Senato si appresta a votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan, il Consiglio comunale di Modena ha approvato con i voti favorevoli di maggioranza (ad esclusione di Rifondazione Comunista) e opposizione un ordine del giorno presentato ed emendato da Modena a Colori “sulla grave situazione in Medio Oriente e sugli impegni dell’Italia in quella zona”. L’ordine del giorno invita il Consiglio a condividere le parole espresse dal Presidente Napolitano “circa l’opportunità che l’Italia continui, attraverso l’impegno diretto delle nostre Forze Armate, l’opera di peace-keeping precedentemente intrapresa in molte altre parti del globo e, eventualmente ad estenderla ove, in unione con gli alleati e sotto l’egida dell’Onu, se ne ravvisasse la necessità”. “Un monito - ha aggiunto Paolo Ballestrazzi presentando il documento - in cui ci riconosciamo perché questo paese superi le artificiali contrapposizioni e si avvii a diventare un paese unito”. L’ordine del giorno ha raccolto molti plausi dai consiglieri e il consenso quasi unanime. Achille Caropreso (Gruppo Indipendente) lo ha definito “un ordine del giorno equilibrato che sottolinea il ruolo di pace delle nostre forze armate”.
Documentato l’intervento di Maurizio Dori (Ds) nel denunciare “l’esplosione del precariato dei volontari delle Forze Armate e la situazione di disagio causata dall’insufficienza delle risorse proprio nella fase in cui era necessario sostenere il processo di professionalizzazione”. “Se siamo convinti, come credo, dell’opportunità che l’Italia continui, attraverso l’impegno diretto delle forze Armate, l’opera di peace- keeping, sussiste però anche l’esigenza di uno strumento militare in grado di essere pienamente inserito nei dispositivi delle organizzazioni internazionali a cui partecipiamo - ha affermato Dori -. Questo strumento deve essere formato, addestrato, deve avere un profilo culturale ed essere in grado di gestire, ove necessario, l’uso della forza in modo intelligente e funzionale agli obiettivi, ed avere un ruolo determinante nella costruzione dei processi di pace”. Parlando della situazione attuale il consigliere ha osservato: “E’ chiaro, invece, che i sacrifici imposti stanno pesantemente incidendo sulla qualità della vita del personale. Per la prima volta il Governo ha voluto sentire il Cocer che ha potuto dar voce al personale, ha chiesto di conoscere la politica di difesa di questo governo risorse per salvaguardare la dignità; ha chiesto che venga dato un ruolo specifico alla rappresentanza militare; ha chiesto la salvaguardia e la tutela del personale in esubero”.
Anche per Michele Baracaiuolo (An) l’odg è condivisibile, ma il consigliere introduce una “dura critica alle trattative avvenute per la liberazione di Mastrogiacomo e chiede chiarezza sulla politica di difesa del Governo”.
A parere dell’assessore Antonino Marino “L’odg è portatore di un valore fortemente positivo, affrontando tre problemi seri: il terrorismo internazionale, la difficoltà a reperire risorse per l’intelligence in tutti i paesi europei, e la necessità che l’Onu faccia di più”. “Quando vediamo bambini palestinesi che inneggiano la mamma kamikaze – ha concluso l’assessore - pensiamo che questo rappresenti un pericolo per Israele ma anche per quella parte di palestinesi che vogliono la pace”.
“E’ un odg che anche se non ha il potere di cambiare la nostra politica estera, ha un forte valore politico per la nostra cittadina” afferma Teodoro Vetrugno (Ds) che però non condivide i toni dell’intervento di Barcaiuolo e quindi precisa che “la richiesta di voto unanime è legittima ma ci può essere solo se la base di partenza è quella di Marino”.
Secondo Davide Torrini (Udc) “gli atti sono atti quindi questo odg è particolarmente asciutto e questo è il suo pregio. Nell’essenzialità non ci leggo ciò che fa comodo ad An, né quello che ci leggono i Ds, ma quello che l’odg dice, capace di trovare una sintesi di fronte alle difficoltà che ci sono, come è dovere di una classe dirigente. Spero che quanto vale qui oggi, il senso di responsabilità di stare nel merito delle cose, possa valere anche domani (oggi per chi legge, ndr)”.
E il capogruppo ds Michele Andreana sostiene che: “Non abbiamo difficoltà a dire che il nostro paese deve giocare un ruolo nello scacchiere anche se qualsiasi missione va fatta sotto l’egida dell’Onu. Quindi nelle parole di Napolitano vediamo riflessa la nostra posizione: dentro l’alleanza ma sotto l’egida dell’Onu. Mi auguro che nel voto al Senato prevalga quel senso di responsabilità che registriamo oggi qui”.
Anche per Sergio Rusticali (Sdi) l’odg ha il pregio “di essere chiaro e deve essere recepito per ciò che dice (egida dell’Onu e richiamo all’Europa), alcuni passaggi vanno letti e non interpretati” e rimarca che “l’assenza di voti contrari sarebbe un segnale di responsabilità dato dal Consiglio alla cittadinanza”.
L’odg è invece difficilmente condivisibile per Alvaro Colombo (Rifondazione Comunista), il cui gruppo aveva chiesto venisse modificato e ampliato con ulteriori indicazioni. “Riteniamo importante che l’Italia partecipi all’azione di peace keeping – sottolinea - ma ciò che è scritto qui tende a legittimare azioni che per noi sono estremamente discutibili, come il bombardamento nei Balcani”.
Andrea Galli (An) si dichiara dispiaciuto di questa dichiarazione di voto contrario poiché “non votare questo odg per questioni legate al passato è una questione di lana caprina” e aggiunge: “Il Senato è chiamato a votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan e se in tutti i Consigli comunali del Paese fosse stato fatto un simile dibattito forse le cittadinanza capirebbe perché la Casa delle Libertà probabilmente non voterà il dl”. Secondo Mauro Manfredini (Lega Nord) “l’odg è moderato, costruttivo e di grande spessore e speriamo possa contribuire a risolvere la questione”.
Paolo Ballestrazzi, dopo aver proceduto all’emendamento del testo laddove si dice ‘o’ anziché ‘e’ perché dovuto ad un errore di stampa, sottolinea che “l’odg è volutamente stringato perché rimpolparlo vorrebbe dire far emergere quelle contrapposizioni che ben conosciamo, dovute per lo più a ragioni politiche. La volontà dell’odg è di far sapere non ai nostri politici, ma ai soldati che sono sul posto che dietro di loro esiste un paese che è unito nel sostenerli. Ecco perché esso non è modificabile.”
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