“L’ennesima mattina, soprattutto il lunedì mattina, in cui arrivo in ufficio e iniziano le segnalazioni dei cittadini che lamentano gli schiamazzi notturni delle compagnie di ragazzi. In mezzo a un parco, ma i nostri parchi sono in mezzo alle case, o davanti a un pubblico esercizio o a un forno che vende i bomboloni. Qualcuno dica a questi giovani che di notte c’è chi dorme! Noi facciamo quello che possiamo: chiediamo ai locali di moderare il volume degli spettacoli e della musica, proviamo a tenere le automobili lontane dalle zone residenziali per evitare gli assembramenti notturni, animiamo i parchi in un modo sostenibile…Ma se i ragazzi e i giovani non sono consapevoli che mentre loro si divertono, qualcuno, al di là di quelle finestre che a loro sembrano vuote o immerse nel sonno profondo, cerca di riposare per affrontare una nuova giornata di lavoro, ogni sforzo resterà vano. Stanotte, per esempio, al Parco Amendola alle 3 c’era ancora un gruppo di ragazzi che giocava a calcio e le urla si sentivano fin oltre cinquecento metri; venerdì notte tamburi; sabato autoradio a tutto volume. Qualcuno dica a loro che di notte c’è chi dorme! Il più delle volte basta poco per fare capire ai ragazzi che quello che per loro è un divertimento “normale” ad altri impedisce di dormire. Non può essere un compito delle forze dell’ordine chiedere ai giovani di fare meno rumore e nemmeno si può chiedere ai cittadini di scendere in strada per chiedere silenzio. Spesso basta poco. Invito tutti i gestori privati a promuovere una campagna informativa. Se radio, locali e discoteche tra un brano e l’altro lanciassero questo semplicissimo slogan “Di notte c’è chi dorme!”, se tutti i locali esponessero un logo che richiama lo slogan, se chiedessimo ai giovani stessi di spargere la voce e, perché no, di inventare nuovi slogan e il logo… sarebbe una battaglia di civiltà che potremmo vincere tutti insieme. Perché “Di notte c’è chi dorme” o, meglio, vorrebbe dormire”. <br /><br /><br />
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