Alcune delle proposte dei consiglieri per favorire l'utilizzo della bicicletta. E in autunno parte il piano per la rimozione dei mezzi abbandonati approvato nella seduta di giovedì.
Il Consiglio comunale ha approvato (astenuti AN, Forza Italia e Lega Nord, nessun voto contrario), durante la seduta di giovedì 21, la regolamentazione per la rimozione delle biciclette abbandonate. Da autunno, gli agenti di Polizia Municipale provvederanno a rimuovere le biciclette abbandonate nei luoghi in cui intralciano la circolazione stradale o parcheggiate in modo irregolare, ma non prima di avervi apposto un cartellino di avviso di rimozione che sarà lasciato per venti giorni. “Il provvedimento – ha spiegato l’assessore alla Mobilità, Daniele Sitta - rientra nell’ambito di un ampio ventaglio di interventi che intendono favorire l’uso della bicicletta, tutelando la sicurezza di chi l’utilizza e del mezzo stesso. Stiamo partendo anche con il piano di sostituzione delle vecchie rastrelliere con nuovi modelli che abbinano design ad un ancoraggio più sicuro della bici. Abbiamo potenziato il servizio “C’entro in bici” che ora conta 27 punti di prelievo e 200 biciclette con circa mille e trecento chiavi distribuite. E stiamo lavorando alla realizzazione del progetto di marchiatura delle bici che aiuterà a rintracciare il proprietario in caso di smarrimento.” Per la rimozione delle bici abbandonate fino ad oggi sono stati effettuati interventi episodici, d’ora in poi l’intervento sistematico sarà effettuato due volte all’anno. Le bici rimosse se non funzionanti saranno rottomate, altrimenti rimarranno per un anno nel deposito municipale e poi saranno messe all’asta.
“Speriamo che attraverso il sistema della marchiatura – afferma durante il dibattito Achille Caropreso (Gruppo Indipendente) si possa arginare il fenomeno dei furti di biciclette. Il sistema è già attuato a Ferrara dove l’ufficio Mobilità ha istituito un apposito sportello per la marchiatura e l’applicazione del microchip”. Per William Garagnani (Ds) “la regolamentazione è utile, ma l’intervallo di sei mesi tra un intervento e l’altro è forse troppo lungo, a Reggio Emilia l’intervento viene fatto ogni mese. Alla marchiatura si deve arrivare in accordo con i commercianti affinché i costi non gravino sui cittadini; vorrei anche ricordare che è stato fatto un censimento dei luoghi in cui i modenesi lasciano le biciclette, in alcuni di questi sarebbe opportuno sistemare delle rastrelliere. Infine, penso che, al pari di molte città del nord, Modena dovrebbe creare una stazione-parcheggio dove oltre a poter lasciare la bici, i ciclisti potrebbero rassettarsi prima di presentarsi sul posto di lavoro. Ercole Toni (Ds) parla di “diffusa maleducazione di chi abbandona la bici ovunque” e invita i ciclisti al rispetto del codice della strada, avanzando l’auspicio che i vigili elevino sanzione anche a loro nel caso di infrazioni gravi, come procedere contromano e il mancato rispetto del semaforo rosso”. Ubaldo Fraulini (Ds) insiste sulla necessità di “inserire una serie di provvedimenti per incentivare l’uso della bicicletta” e cita l’esempio di “un datore di lavoro che potrebbe acquistare un numero di biciclette per gli spostamenti dei propri dipendenti. Infine, solleva il problema della carenza di depositi di biciclette nei punti strategici della città.” Enrico Artioli (Margherita) invita l’amministrazione ad affiancare un’azione informativa all’attuazione della nuova regolamentazione e sollecita un approccio educativo all’utilizzo della bicicletta che veda il coinvolgimento delle scuole nel diffondere comportamenti corretti.” Per Giuseppe Campana (Ds) gli incentivi all’uso della bici non bastano, “ne occorrerebbero anche a chi intraprende il mestiere di meccanico, occorrerebbe inoltre dotare le scuole di rastrelliere adeguate, magari coperte e, infine, è grave che l’unico deposito custodito di biciclette, peraltro in un luogo strategico come la Stazione ferroviaria, non ci sia più”. Antonio Maienza (Udeur) sottolinea l’importanza del “sistema di marchiatura come deterrente ai furti e per facilitare la rintracciabilità delle bici”, mentre per Sergio Celloni (Udc) “l’utilizzo del mezzo è destinato a risentire negativamente dell’ampliamento delle città”. Dante Mazzi (FI) insiste sulla necessità “di recepire quanto di meglio c’è in legislature di realtà in cui la mobilità su due ruote è più sviluppata”. Secondo lui la marchiatura non risolverà il problema, meglio sarebbe “guardare alla Svizzera dove le biciclette sono targate, e magari proporre sul tema un odg in Parlamento.”
Per quanto riguarda il rispetto del codice della strada, l’assessore ritiene non si possa prescindere da certe regole che garantiscono la sicurezza dei ciclisti, tra cui l’utilizzo delle piste ciclabili quando ci sono, ma va usato soprattutto il buon senso. Inoltre Sitta non esclude la possibilità di realizzare una stazione in cui i ciclisti possano anche cambiare gli indumenti.
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