Mercoledì 26 settembre presentazione del libro di Giancarlo Montanari con il sindaco Pighi, il direttore dell'Archivio storico Borsari, l'Arciduca Martino e Roberto Coaloa
Si intitola “Cesare d’Este primo duca di Modena capitale” il volume di Giancarlo Montanari, pubblicato da Il Fiorino, che sarà presentato mercoledì 26 settembre alle 10.30 nella chiesa comunale del Voto, in via Emilia centro, per iniziativa dell’Archivio storico comunale. Partecipano all’incontro, assieme all’autore, il sindaco di Modena Giorgio Pighi, il direttore dell’Archivio Aldo Borsari, l’arciduca Martino d’Austria-Este, erede del titolo che fu dell’ultimo arciduca modenese Francesco V, e Roberto Coaloa dell’Università Statale di Milano.
Cesare d’Este (1526-1628), figlio di Alfonso di Montecchio, fu scelto dal cugino duca Alfonso II come successore alla guida dello Stato di Ferrara che comprendeva anche Modena, Reggio e la Garfagnana. Ma il papa Clemente VIII rivendicò i territori ferraresi e il 28 gennaio 1598 Cesare dovette abbandonarli restando, in virtù delle Convenzioni Faentine, padrone di Modena (che elesse a capitale), Reggio e Garfagnana. La sua è stata una vicenda complicata e dolorosa e la storia lo ha frettolosamente giudicato in termini negativi, cosa non esatta alla luce di una ricerca che Gian Carlo Montanari ha compiuto consultando archivi e apporti recenti di storici. Ne esce un quadro complesso della Modena tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento, quando iniziò a funzionare il piccolo ducato di Modena, che durò dal 1598 al 1859 e che espresse grandi personaggi, tra cui lo storico Ludovico Antonio Muratori, poi acceso difensore delle regioni di Cesare contro le rivendicazioni pontificie.
Cesare d’Este (1526-1628), figlio di Alfonso di Montecchio, fu scelto dal cugino duca Alfonso II come successore alla guida dello Stato di Ferrara che comprendeva anche Modena, Reggio e la Garfagnana. Ma il papa Clemente VIII rivendicò i territori ferraresi e il 28 gennaio 1598 Cesare dovette abbandonarli restando, in virtù delle Convenzioni Faentine, padrone di Modena (che elesse a capitale), Reggio e Garfagnana. La sua è stata una vicenda complicata e dolorosa e la storia lo ha frettolosamente giudicato in termini negativi, cosa non esatta alla luce di una ricerca che Gian Carlo Montanari ha compiuto consultando archivi e apporti recenti di storici. Ne esce un quadro complesso della Modena tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento, quando iniziò a funzionare il piccolo ducato di Modena, che durò dal 1598 al 1859 e che espresse grandi personaggi, tra cui lo storico Ludovico Antonio Muratori, poi acceso difensore delle regioni di Cesare contro le rivendicazioni pontificie.
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