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18/09/2007

BILANCIO PARTECIPATIVO, DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

L'assessore Frieri ha risposto all'interpellanza di Teodoro Vetrugno (Ds - L'Ulivo).
Sono circa 2000 i cittadini che hanno partecipato ai 40 momenti di incontro, tra assemblee e tavoli di confronto, realizzati nel corso dei due anni di sperimentazione del Bilancio partecipativo, 2005 e 2006. I costi sostenuti dall’Amministrazione comunale sono stati tra i 99 e i 147 euro per ogni partecipante nel 2005, e tra i 101 e i 134 euro nel 2006: una differenza di cifre che dipende dal metodo di calcolo seguito, perché i costi riguardano personale che si occupa del Bilancio partecipativo ma ricopre anche altre mansioni. Sono alcuni dei dati presentati in Consiglio comunale dall’assessore al Bilancio e partecipazione del Comune di Modena Francesco Raphael Frieri, che ha risposto a un’interpellanza presentata dai consiglieri Teodoro Vetrugno e Fausto Cigni del gruppo Ds – L’Ulivo.
“Vorremmo conoscere”, ha chiesto Vetrugno, “i risultati della sperimentazione in termini di partecipazione e progettualità, le risorse impegnate per le proposte avanzate dai cittadini, i costi complessivi del progetto e la sua efficacia, efficienza e produttività”. “Rispetto all’efficienza si possono certamente valutare i costi sostenuti, ma per quanto riguarda l’efficacia e la progettualità espressa, la valutazione è senza dubbio politica ed è difficile trovare un indicatore numerico. Ad esempio, nel 2006 le proposte espresse sono state meno dell’anno precedente, non per una minore efficacia ma per una migliore selezione delle priorità”, ha spiegato l’assessore Frieri: “anche per quanto riguarda i costi delle proposte avanzate, è difficile definirli perché alcune riguardavano progetti o interventi già previsti o avviati dall’Amministrazione”.
“Un’interrogazione molto importante e una risposta molto chiara da parte dell’assessore”, ha commentato nel dibattito Baldo Flori di Modena a Colori: “solo non vorrei che questa interpellanza, che ha tutto l’aspetto di una resa dei conti, sostituisse il dibattito che invece andrà fatto nel momento delle scelte di bilancio”. “Credo si debba restituire un maggiore ruolo alle Circoscrizioni”, ha detto Ubaldo Fraulini dei Ds – L’Ulivo: “mentre le assemblee devono riguardare luoghi più decentrati, frazioni e microzone. Non sono invece d’accordo sul voto alle priorità, troppo facile da manipolare in assemblee così ristrette”. Giorgio Prampolini di Sinistra democratica ha messo in evidenza che “il Bilancio partecipativo è il più importante processo di partecipazione, perché tenta di coinvolgere i cittadini nelle decisioni: consultare i cittadini è molto diverso da decidere insieme a loro. La delibera che ha istituito questa sperimentazione era stata votata quasi all’unanimità”. “Il progetto è stato avviato per dare risposte precise al programma del Sindaco, che puntava ad avvicinare sempre di più l’amministrazione ai cittadini con pratiche di ascolto e partecipazione alle decisioni pubbliche”, ha spiegato l’assessore al Decentramento Simona Arletti: “tra i rischi della sperimentazione c’era certamente l’assemblearismo, ma credo siamo riusciti ad evitarlo con accorte modalità organizzative”. “La partecipazione è importante, ma non condivido il metodo”, ha affermato Sergio Celloni, Udc: “credo sia più importante valorizzare esperienze come quelle dei comitati, che portano all’Amministrazione anche interi quaderni di problemi da affrontare, come è accaduto a Bologna”. “Questo progetto nasce da una nuova idea di partecipazione, nella quale i cittadini diventano soggetti propositivi”, ha replicato Alvaro Colombo, Rifondazione: “se vogliamo affrontare la crisi della politica servono interventi nuovi e attivi. Credo che coinvolgere 1000 cittadini non sia poco, e che questo progetto non vada abbandonato perché offre ai cittadini un ruolo più attivo e responsabile”. “Se si parla di partecipazione dei cittadini, coinvolgimento, verifiche, proposte concrete, lo strumento c’è già e sono le Circoscrizioni”, ha sostenuto invece Dante Mazzi, Forza Italia: “non abbiamo alcun bisogno di altre costose sovrastrutture”. “Se in una di queste assemblee avete accettato anche proposte della minoranza, vorrà dire che verrò a intervenire là”, ha aggiunto Mauro Manfredini della Lega Nord, mentre Teodoro Vetrugno ha replicato “non voglio mettere da parte il Bilancio partecipativo, ma affrontarne gli aspetti critici per migliorarlo. Credo che rispetto alla crisi della politica questi numeri non siano sufficienti”. “Bisogna integrare strumenti vecchi e nuovi di partecipazione”, ha concluso l’assessore Frieri: “il bilancio partecipativo non pretendeva di risolvere la crisi della politica, ma allo stesso tempo non credo che per dare realmente voce ai cittadini bastino i partiti e le sedi istituzionali”.

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