“Non è stato istituito un osservatorio presso il mio Assessorato per scoprire attività illecite, in quanto l'accertamento di infiltrazioni mafiose attraverso l'attività dei pubblici esercizi richiede poteri ispettivi, capacità di indagine e non sarebbe congruo affidarla a un osservatorio; peraltro la nostra Amministrazione collabora attivamente attraverso la Polizia Municipale e il Comitato per la Sicurezza a quanto può rendersi necessario a un attento controllo del territorio anche sotto il profilo delle infiltrazioni mafiose”. E’ la risposta dell’assessore alle Politiche Economiche Stefano Prampolini all’interrogazione urgente dei consiglieri comunale Antonio Maienza dei Popolari per il centrosinistra e Mauro Tesauro dei Verdi su ‘Compravendite illecite di bar, ristoranti, pizzerie’. I consiglieri, in particolare, chiedevano di “sapere se risponde al vero la creazione di un osservatorio presso l’assessorato alle Attività produttive e commerciali, istituito per controllare e scoprire attività e operazioni commerciali illecite. Se si chi ne fa parte?”. Chiedevano, infine, di conoscere quanti casi di compravendite si sono verificati e scoperti a Modena negli anni 2007 e 2008.
“Le compravendite di pubblici esercizi negli anni 2007 e 2008 – ha spiegato l’assessore – sono state numericamente circa 130 all'anno (su un totale di circa 680 esercizi presenti sul territorio), ma non è possibile definire se e quante di queste possano essere state utilizzate per finalità distorte, in quanto la malavita generalmente usa strumenti legittimi per occultare finalità illecite. I soli strumenti amministrativi non sono sufficienti, ma noi stiamo partecipando con tutte le nostre possibilità per arginare il fenomeno”. Nel dettaglio, il Servizio attività economico commerciali effettua entro 60 giorni dalla presentazione della dichiarazione di inizio attività, gli accertamenti richiesti per legge sulle dichiarazioni di inizio attività di bar, ristoranti, pizzerie ed altri esercizi pubblici di somministrazione di alimenti, verificando il possesso dei requisiti morali del subentrante che inizia l'attività, l'assenza di cause di divieto di decadenza o sospensione, il possesso del requisito professionale richiesto e l'effettivo trasferimento d'azienda con la presentazione dell'atto di compravendita o affittanza di azienda autentico e registrato. In caso di accertamento di mancanza dei requisiti si avvia il relativo procedimento che si conclude con atto di archiviazione o diniego alla prosecuzione dell'attività per la mancanza dei requisiti previsti per legge. “Fino ad ora non sono stati segnalati dagli uffici casi di certificazioni negative della Prefettura per la questione della cosiddetta antimafia – ha aggiunto Prampolini – capita talvolta che si accerti la presenza di condanne penali (peraltro non sempre in sé di particolare allarme sociale), che possono essere risolte, ad esempio, all'uscita dalla società del soggetto interessato o alla rinuncia all'intestazione dell'autorizzazione; si tratta comunque di casistiche abbastanza isolate”.
Il consigliere Maienza ha preso atto della risposta dell’assessore “che per la parte procedurale è stato preciso e puntuale. Siamo all’inizio di questo fenomeno a Modena, ma sono casi che destano qualche perplessità e dubbio. Un osservatorio, che quindi non c’è, penso non sarebbe una cattiva idea.
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