Due Sindaci di città del Kurdistan turco, Diyarbakir (oltre un milione di abitanti) e Sur (350mila abitanti), sono stati incriminati per aver disposto la traduzione di un opuscolo rivolto ai cittadini nelle 4 lingue parlate sul loro territorio. Tra queste anche il kurdo, la lingua di gran lunga più diffusa che, però, si può solo parlare e non scrivere nei documenti ufficiali. Gli opuscoli, dal contenuto meramente informativo sui servizi pubblici, sono invece stati assimilati ad atti formali e quindi considerati fuorilegge.
Nel processo l’accusa aveva chiesto la condanna dei due Sindaci a 4 anni e mezzo di carcere e giusto oggi era prevista la ripresa del procedimento. La difesa ha potuto esibire una lettera-appello del Sindaco di Modena a favore dei due colleghi, documento che è stato acquisito agli atti e che ha determinato lo slittamento del processo ai primi del nuovo anno: “un buon segno” secondo gli osservatori internazionali presenti.
“Sono soddisfatto di questo primo risultato ottenuto -dichiara il Sindaco di Modena Giorgio Pighi- ma i due colleghi kurdi sono ancora sotto processo. Ora si tratta di completare l’opera ed in questo senso sarebbe di grande utilità l’intervento di altri Sindaci italiani ed europei”. Probabilmente, infatti, è proprio il timore di un rallentamento del processo di adesione all’Unione europea che induce le autorità turche ad un atteggiamento più moderato del solito.
L’avvocato difensore ha dato lettura del testo integrale dell’appello del Sindaco di Modena, sottolineando i passaggi relativi alla violazione dei diritti civili ed al rischio che un processo di questa natura possa allontanare la Turchia dall’Europa. “Dobbiamo insistere su questa strada -conclude Pighi- sostenendo il percorso di avvicinamento della Turchia all’Unione, ma pretendendo anche il rispetto dei principi fondamentali contenuti nella Carta d’Europa”.
Azioni sul documento