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18/12/2008

LA MASERATI CONFERMA LA RIDUZIONE DI PERSONALE

Il Sindaco Pighi e il Presidente della Provincia Sabattini: "l'azienda non vuole considerare opzioni diverse; confermiamo la nostra netta contrarietà"

Non ci sono margini di trattativa per riconsiderare la posizione dei 112 lavoratori interinali che la Maserati di Modena ha ritenuto di non dover più impiegare a partire dal 1 gennaio 2009.
Nella mattinata di oggi, il Sindaco Giorgio Pighi ed il Presidente della Provincia Emilio Sabattini hanno incontrato i vertici dell’azienda nella persona dell’amministratore delegato Harald-J Wester, insieme ai rappresentanti dell’Unione industriali di Modena. L’incontro era stato programmato all’indomani dell’ improvviso ed imprevisto annuncio del mancato rinnovo dei 112 contratti di lavoro interinale.
Sindaco e Presidente hanno ribadito “il netto dissenso rispetto alle modalità adottate dall’azienda per comunicare le proprie decisioni. Una maggior apertura al dialogo e alle relazioni sindacali avrebbe certamente contribuito ad allentare la tensione sociale”.
Il confronto non ha lasciato spazio però ad alcuna opzione diversa. “Avevamo proposto all’azienda di riconvocare il tavolo e di prorogare almeno di due mesi i contratti, in attesa di verificare le condizioni del mercato prima di assumere la decisione finale -spiegano Pighi e Sabattini- ma l’amministratore delegato ha obiettato che le condizioni dell’economia e del mercato dell’auto, la situazione degli ordinativi della Maserati e le politiche del gruppo Fiat non consentono di sviluppare strategie difformi da quelle annunciate”.
Pighi e Sabattini hanno preso atto della posizione dell’azienda, non senza ribadire la loro netta contrarietà al merito ed al metodo delle decisioni adottate. “Al governo – concludono il sindaco e il presidente della Provincia – chiediamo di attivarsi subito per porre rimedio a quella che si configura come una grave ingiustizia sociale. E’ doveroso estendere il sistema di protezione a chi, come le persone in questione, lavora in situazione di precarietà non potendosi avvalere di alcun ammortizzatore sociale”.
 

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