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18/03/2008

HERA SPA, INTERPELLANZA IN CONSIGLIO COMUNALE

Il dibattito dopo la risposta del sindaco Pighi a Flori (Modena a colori).

“Il patto di sindacato di Hera Spa condivide l’obiettivo di fare crescere la società con investimenti mirati alla qualificazione e innovazione delle sue aree produttive, anche attraverso la fusione con altre aziende italiane multiservizi a maggioranza pubblica”. Lo ha detto il sindaco di Modena Giorgio Pighi, citando un comunicato ufficiale del patto di sindacato di Hera Spa, per rispondere in Consiglio comunale a Baldo Flori di Modena a colori.
Flori, nel presentare la sua interrogazione intitolata “Dove sta andando Hera? Quali sono le linee strategiche della prossima Conferenza dei Sindaci azionisti sulle prospettive delle alleanze e delle altre aggregazioni di Hera con altre Multiutility del nostro Paese?”, ha spiegato: “siamo interessati a sapere quali sono le posizioni in campo e quale è la posizione del sindaco di Modena, nostro rappresentante nel patto di sindacato di Hera. Crediamo, Sindaco, di dimostrare ancora una volta il nostro sincero interesse alle grandi tematiche che dovrebbero essere affrontate in questo Consiglio comunale e che invece rimangono fuori dalla porta. In Consiglio si parla dell’incorporazione della Sat, ma non si viene coinvolti nelle scelte davvero importanti e nell’indirizzo politico delle società partecipate”.
Il Sindaco ha precisato: “questa interrogazione dà la possibilità di portare in Consiglio un tema di importanza strategica, e di fare il punto accogliendo anche il punto di vista dell’opposizione. Quali siano le altre società con cui si sta trattando lo sanno tutti, anche se non era opportuno citarle nel comunicato stampa cui ho fatto riferimento. La scelta del patto di sindacato è di coltivare un progetto industriale, si demanda perciò al presidente all’Amministratore delegato di Hera di sondare due terreni: quello dell’integrazione e il procedere sul business per linee di prodotto. Ci può essere un quadro complessivo in cui entrano anche tutti i soggetti, poi gli accordi potrebbero essere differenziati per linee di prodotto. Quando il tema sarà maturo, la conferenza capigruppo potrebbe dare un input per discutere in Consiglio su questo tema”.
Nel dibattito, Adolfo Morandi di Forza Italia ha affermato: “le società di servizi oggi devono anche pensare alla remunerazione del capitale, il che porta naturalmente a un aumento del costo dei servizi per la collettività. Si sono generati degli oligopoli, le multiutility sono oramai delle piccole Iri che soddisfano interessi economici e non collettivi. Si è snaturato il progetto iniziale e si è fatta una falsa privatizzazione senza un reale regime di concorrenza. Le società impongono un sistema di servizi anche in conflitto con i reali interessi dei cittadini. Il fatto che la collettività non sia messa in condizione di governare questi temi è molto grave”.
Dante Mazzi di Forza Italia ha osservato: “il ruolo del Sindaco in questa interrogazione è molto difficile. Si parla di una società quotata in borsa e il Sindaco ha letto, giustamente, i comunicati ufficiali della società. Su questo la legge è molto chiara. Credo che però anche il Consiglio, non solo quello di Modena ma anche degli altri comuni, debba avere la possibilità di esercitare una funzione di indirizzo su Hsst. Sono servizi di vitale importanza quelli gestiti da Hera. Il problema non è tanto con quale società andremo a nozze. Il problema è politico ma anche pratico, perché a seconda del partner che si sceglierà per la fusione cambieranno le cose. Con Hera è andata in un certo senso bene perché conserviamo il radicamento sul territorio. Ma nelle prossime aggregazioni cosa accadrà”?.
Sergio Celloni del Ppl ha aggiunto: “in un Consiglio comunale si deve parlare degli interessi dei cittadini. Non so quanto questi Cda, queste fusioni, eccetera, interessino davvero ai cittadini. Si è discusso tantissimo di questioni energetiche, ma la realtà è che i costi sono cresciuti tantissimo per i cittadini e anche per gli industriali, come ho potuto verificare personalmente di recente. Credo che queste multiutility non facciano realmente gli interessi dei cittadini e degli imprenditori del territorio”.
Danilo Bassoli ha evidenziato: “tutti i programmi del centrodestra affermano che avere mantenuto i tesoretti delle municipalizzate in trasformazione è stato un errore. La logica, tutta da dimostrare, è che il privato salvaguarderebbe meglio i diritti dei cittadini rispetto a un’azienda a maggioranza pubblica come Hera, che cerca di muoversi sul mercato in modo da poter affrontare la concorrenza. Entreranno sul mercato grandi gruppi, ben più grandi, che certo non vorranno fare gli interessi dei cittadini. Noi tra liberalizzazione come concorrenza di mercato e privatizzazione abbiamo già fatto la nostra scelta: stare nel mercato con le nostre aziende, non vendere al mercato. Anche io potrei avere nostalgia rispetto al ‘piccolo è bello’, ma questo oggi è superato”.
Flori ha replicato ringraziando il Sindaco: “ha ricordato che il nostro gruppo ha recentemente sottoposto al consiglio alcuni temi importanti. Rispetto a questa segretezza sulle Spa, la stessa presidenza del Consiglio ha recentemente sostenuto che la richiesta di accesso agli atti è legittima anche da parte dei singoli consiglieri. Non dobbiamo guardare dal buco della serratura per capire cosa si sta decidendo nelle segrete stanze sulle magnifiche sorti e progressive di Hera. Tu oggi, Sindaco, hai elencato alcuni aspetti ma non hai fornito il quadro generale. Hai detto che ci potrebbero essere anche strategie su nicchie di prodotto. Ma per poterci esprimere sulla strategia della società abbiamo bisogno di più elementi di conoscenza. Il punto è capire quale è la strada attraverso la quale queste grandi strutture realizzano l’equilibrio tra interessi dei soci e dei cittadini. Non vorrei che discutessimo quando la stalla sarà vuota e i buoi scappati. A quel punto potremmo solo esprimere un parere ex post”.
Il Sindaco ha ribadito: “il meglio sarebbe, a mio avviso, dal punto di vista economico, raggiungere un accordo più ampio possibile da nord a sud per avere una dimensione industriale paragonabile a quella delle grandi aziende europee del settore. In ogni caso, non è ancora stata presa alcuna decisione, manca ancora l’elemento conoscitivo. Rispetto all’energia, dobbiamo cercare con le grandi aggregazioni di avere forza per acquistarla a prezzi migliori. Una dimensione industriale più ampia consente anche di avere le risorse per fare investimenti, e realizzare economie di scala. L’obiettivo è avere utili ma anche offrire servizi di qualità. Sulla presenza di capitale pubblico bisogna essere chiari: o si propone la privatizzazione totale, o si ipotizza di tornare alle piccole società pubbliche, ma oramai i tempi sono cambiati, e questo non lo decidono i Comuni e nemmeno i patti di sindacato”.

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