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18/03/2008

PIANO ATTIVITÀ ESTRATTIVE, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri sulla delibera presentata dall'assessore all'Ambiente



È stato approvato dal Consiglio comunale, con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo indipendente, l’astensione del Ppl e il voto contrario degli altri gruppi di opposizione, l’accordo territoriale per la nuova pianificazione delle attività estrattive. La delibera presentata dall’assessore all’Ambiente Giovanni Franco Orlando prevede un fabbisogno decennale di oltre 31 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, 3 milioni e mezzo di metri cubi di terre di pianura, 4 milioni di limi per laterizi.
Nel dibattito, Achille Caropreso del gruppo indipendente ha osservato: “è ovvio che il fulcro delle necessità è quello che fa sì che si debba ricorrere alle risorse che esistono nel nostro territorio. È in questa funzione che dobbiamo vedere questa delibera. Vengono garantiti i criteri di salvaguardia del territorio, in particolare per quanto riguarda la profondità di escavazione. Spiegavano l’assessore e il consigliere Caldana che il nostro territorio è tra quelli in cui si scava a livelli meno profondi proprio per garantire la sicurezza delle falde. Già a Reggio Emilia e Bologna si scava ancora di più. La tutela delle falde è fondamentale per tutelare il nostro ambiente. Il mio voto sarà favorevole, con l’auspicio, anche se quasi utopico, che la durata di questi accordi possa essere abbreviata”.
Adolfo Morandi di Forza Italia ha puntualizzato: “le attività estrattive sul territorio sono veramente massicce. Ci sono stati aumenti molto notevoli, nel tempo, delle escavazioni sul nostro territorio. Mi pare che la proposta di questa delibera sia in realtà una scelta di non programmazione. Pur comprendendo e condividendo la logica di massima e l’esigenza di predisporre una pianificazione, direi proprio che non posso condividere il piano in questa forma”.
Ubaldo Fraulini del Pd ha sottolineato: “su questo versante è necessario essere rigorosi. Le risorse naturali sono finite e l’uso va limitato e controllato. Credo, ad esempio, che le casse di espansione abbiano consentito buoni risultati sia dal punto di vista dell’estrazione sia da quello della rinaturalizzazione. Per quanto riguarda invece Fossalta è necessario accelerare la rinaturalizzazione pretendendo dalle ditte che scavano il rispetto degli accordi. L’attenzione, poi, va posta sulle risorse alternative, ad esempio la sostanza soliroc, polveri industriali rese solide e compattate che possono essere usate nei fondi stradali”.
Isabella Massamba della Sinistra democratica ha aggiunto: “è importante quello che ha detto il consigliere Fraulini. Anche le direttive Cee suggeriscono di usare materiali alternativi e di recupero. Non bisogna dimenticare che ci sono grandissimi interessi legati alle attività estrattive. È importantissimo tutelare le falde acquifere e garantire un futuro ai nostri giovani e ai nostri futuri figli. Si consente di scavare fino a 12 metri, ma bisogna anche tenere presente il livello di profondità della falda. La ghiaia e le sabbie sono beni finiti ed è importante impegnarci senza portarli ad esaurimento con proiezioni decennali nel loro utilizzo. È importante tenere presente le caratteristiche botaniche delle aree e vigilare sul recupero ambientale. Prendiamo atto del nuovo iter procedurale e speriamo che con questa delibera di indirizzo si vedano attuare non gli interessi di pochi, ma quelli della cittadinanza”.
Mauro Manfredini della Lega Nord ha annunciato: “io voto contro. Se il petrolio è chiamato oro nero, questo non è da meno. Una biolca, cioè 3000 metri, vale 170 mila euro. Circola troppo denaro. Lungo il fiume Panaro, la strada è franata nell’ultimo punto in cui si è scavato, non c’è un cartello di inizio e fine lavoro, non ho mai visto controlli nonostante un servizio fotografico realizzato su questo fatto. Non ci sono controlli e da questa faccenda vogliamo stare fuori. Ci sono altre possibilità di avere degli inerti, come ha spiegato Fraulini”.
Ercole Toni del Pd ha sottolineato: “credo anche io che gli inerti si possano ricavare in altri modi, come già sottolineato. Per quanto riguarda invece le falde il nostro mi pare un buon piano, che le tutela. Inoltre mi unisco all’appello di Fraulini perché le cave vengano ripristinate in modo adeguato e che le nuove licenze vengano concesse soltanto a chi ha già risistemato correttamente le aree che aveva utilizzato prima”.
Alberto Caldana del Pd ha ribadito: “soprattutto con l’utilizzo di terre di pianura mischiate con calce al posto della ghiaia si cerca di dare una risposta in termini di materiali alternativi. I calcoli dei fabbisogni vengono fatti guardando alle previsioni in termini di opere pubbliche. È vero che il materiale può anche uscire dalla nostra provincia, ma in realtà noi siamo dei grandi importatori di materie prime da estrazione, abbiamo un fabbisogno molto alto. Le aree individuate per il riequilibrio ecologico hanno inevitabilmente un tipo di ripristino di alta qualità, come dovranno essere anche tutti gli altri ripristini e come è previsto dalle prescrizioni del bando”.
L’assessore Orlando ha replicato: “sono molte le opere pubbliche che prevediamo di realizzare e che avranno bisogno dei materiali estratti, come ha precisato Caldana. Per quanto riguarda la durata di 10 anni, la normativa nazionale e regionale prevede una programmazione di questa durata. Per le falde, la linea della nostra Amministrazione e dei nostri predecessori è di una profondità molto prudenziale, tenendo conto che a Bologna e Reggio Emilia si arriva a 20 e 18 metri. Le parti industriali hanno ripetutamente chiesto una maggiore profondità e noi abbiamo preferito una maggiore prudenza. Per quanto riguarda i materiali alternativi, sarebbe illusorio pensare che bastassero al nostro fabbisogno. È necessario, poi, che gli impegni presi per la Fossalta siano assolti pienamente. Si è scongiurata la realizzazione di una discarica e si sta ipotizzando un ripristino come oasi naturalistica”.
Morandi, in fase di dichiarazione di voto, ha evidenziato: “a Marzaglia i comitati dei cittadini ritengono che si sia scavato anche al di là delle falde. Non mi ha convinto nemmeno il consigliere Caldana, quando afferma che si programma in base al piano dei lavori pubblici. Il piano, come previsto, ha dei quantitativi di escavazione di gran lunga superiori rispetto alle necessità del territorio. Abbiamo la fortuna di avere due fiumi e non significa che dobbiamo sprecare le risorse. Quantitativi di questa natura fanno pensare che ci siano delle esportazioni di materiale dal nostro territorio”.
Mauro Tesauro dei Verdi ha aggiunto, anche a nome di Sinistra democratica e Rifondazione comunista: “mi piace vedere il consigliere Morandi in veste di antiliberista accanito. Sottoscriviamo quanto dichiarato da Isabella Massamba, in particolare l’idea di vincolare alle esigenze dei nostri territori i piani di escavazione, l’attenzione alla finitezza delle risorse, il ricorso ai materiali alternativi e la garanzia dei ripristini ambientali. Su queste linee daremo l’assenso all’iter procedurale, che permetterà al tavolo congiunto Comune Provincia di poter operare. Poi daremo una valutazione quando il risultato del piano tornerà in quest’aula. Per i materiali di recupero, è ora che si ragioni attorno a un piano concreto”.
Alberto Caldana ha replicato: “che si proponga un blocco delle esportazioni da parte del consigliere Morandi mi fa sorridere. Le previsioni si basano sul materiale portato dagli enti attuatori sui piani delle opere pubbliche. I residui sono in parte residui inesigibili: per la realizzazione della Tav, ad esempio, dovette intervenire il prefetto. A riprova del fatto che noi non siamo esportatori ma importatori.
Sergio Celloni del gruppo Ppl ha annunciato: “il mio sarà un voto di astensione per dare la possibilità a questa giunta di mantenere le promesse” .

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