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23/04/2008

CHE BELLI I SILENZI DEL VESCOVO, CHE TRISTEZZA " I PIU' REALISTI DEL RE"

Trasmettiamo una nota di Alberto Cirelli, presidente della Circoscrizione n. 4, in merito alle polemiche sulla visita del Sindaco e del Vescovo alla moschea di via delle Suore
Ci sono gesti che parlano da soli. Atteggiamenti che esprimono sentimenti e sanno comunicare più di tanti discorsi o conferenze stampa. Comportamenti che indicano una strada, che invitano a percorrere un sentiero: una comunicazione fatta di presenza e di gesti, nella pace e nella serenità di chi sa leggere “i segni dei tempi” e sa alzare lo sguardo oltre le piccole miserie e le strumentalizzazioni quotidiane. Gesti che parlano attraverso le presenze. Gesti che parlano attraverso i silenzi. Gesti che parlano di Pace, di rispetto, di integrazione. Atteggiamenti che sanno coscientemente correre anche il rischio della strumentalizzazione, ma che hanno sempre il sapore evangelico dell’accoglienza e del rispetto: che proprio perché viene dato, con forza viene anche chiesto. Qualcuno li ha chiamati atteggiamenti profetici: la capacità di vedere oltre e di indicare la strada della pace, proprio quando i tempi sono complicati e gli steccati tanto facili da alzare. Questo il pensiero che mi accompagna osservando le parole i silenzi e le scelte di Sua Eccellenza Monsignor Benito Cocchi durante questi ultimi giorni.
Un messaggio di pace, di rispetto, di tolleranza. Anche attraverso il silenzio, che sempre indica riflessione e ponderazione. Un atteggiamento fatto con i toni di chi vuole il dialogo e lo sa interpretare con l’amore e l’attenzione che solo un Pastore sa dare.
Contemporaneamente il pensiero va ai “più realisti del re”: a quanti si sentono in dovere di dare consigli ai Pastori dai quali invece dovrebbero riceverne. A tutti quelli che si auto-appiccicano il “bollino-blu del Cattolico doc” ed in virtù di questo non solo si sentono i soli a poter parlare da cattolici, ma addirittura non sanno trattenersi dal fornire consigli ai propri Pastori. C’è chi addirittura è arrivato a consigliare al Vescovo: “il coraggio della testimonianza” oppure di ricordargli che la Chiesa “rischia di legittimare le posizioni intolleranti dell’islam radicale” . Interessanti consigli anche perché chi lo ha fatto si è premunito di farlo “da cattolico”. Che tristezza i più realisti del re!
Anche io sono cattolico, di quelli che si interrogano e che cercano – a volte anche con fatica – un atteggiamento coerente alle sfide alle quali siamo tutti chiamati.
Sono cattolico anche io: di quelli che i Pastori cercano di ascoltare, non di dar loro consigli non richiesti. Anche io sono cattolico e amo e rispetto la mia chiesa e credo di avere lo stesso diritto di cittadinanza anche senza mettermi il bollino blu del bravo cattolico, anche senza dare indicazioni al mio Pastore e maestro nella Fede al punto tale da non sognarmi neanche di tirarlo per la giacchetta o farne un uso strumentale dei miei obiettivi politici. Ed alle parole di chi parla e suggerisce al nostro Vescovo il “coraggio delle testimonianza” io preferisco le parole del nostro Pastore che proprio in Moschea ha chiuso il discorso dicendo “ un solo incontro non risolve tutto, ma non farlo non risolve niente.”

Alberto Cirelli
Presidente della Circoscrizione 4


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