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17/06/2008

ATCM, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO SULL'INGRESSO DEI PRIVATI

Gli interventi dei consiglieri sulla delibera presentata il 19 maggio dall'assessore Sitta



Un percorso di rilancio porterà all'avvio di una procedura di gara per l'ingresso di partner privati di minoranza nell'azienda di trasporto pubblico di Modena Atcm. Lo ha deciso il Consiglio comunale nella seduta di lunedì 19 maggio scorso, approvando la delibera, presentata dall'assessore alla Mobilità Daniele Sitta, con il voto favorevole della maggioranza, ad eccezione di Verdi e Prc, e del gruppo indipendente, e il voto contrario di tutta l'opposizione.
L’assessore Sitta ha presentato la delibera spiegando che “nei prossimi anni arriveranno per l’azienda risorse pubbliche aggiuntive per oltre 3 milioni di euro, fondamentali per l’equilibrio economico. Il Consiglio ha già discusso le linee di indirizzo per l’azienda di trasporto pubblico Atcm, in termini di apertura della compagine sociale e ingresso di partner per portare investimenti e know how. In queste linee di indirizzo e nel piano di attuazione si delegava all’Agenzia per la mobilità di effettuare la gara per individuare il partner industriale cui assegnare una quota di minoranza del 49%, affidando contemporaneamente il servizio per i successivi 6 anni. In ottemperanza a questo, Amo ha proceduto a individuare l’advisor finanziario e sta istituendo la procedura di gara e i successivi atti contrattuali. Si è inoltre definito un progetto di scorporo del patrimonio di Atcm da conferire all’Agenzia per la mobilità, già approvato e già operativo. Il prossimo adempimento per gli enti locali modenesi è la pubblicazione del bando di gara per le manifestazioni di interesse di gruppi industriali nazionali e internazionali. Sarà una gara complessa con un lungo iter, di almeno 6 mesi per tutte le procedure. I tempi sono piuttosto stretti ma speriamo di arrivare a inizio 2009 con il nuovo partner. Alcuni obblighi di legge ci impongono, poi, una parziale modifica di quanto già approvato da questo Consiglio. La mancata ripetizione del cosiddetto decreto “milleproroghe” determina il divieto per chi già è affidatario di una rete di servizi di partecipare alla nostra gara. Si ridurrebbe, insomma, in modo eccessivo, la platea di potenziali partecipanti alla nostra gara. Abbiamo fatto alcune verifiche con avvocati e il Comitato provinciale per la mobilità ha proposto una parziale modifica per la tipologia di gara, limitandola alla sola individuazione del partner di gara per i primi tre anni”.
Davide Torrini (Udc) ha poi presentato un ordine del giorno, per "superare un percorso di rilancio in grado di generare percorsi privilegiati per alcune categorie di privati", che è alla fine stato respinto col voto contrario della maggioranza e del gruppo indipendente e il voto favorevole dell'opposizione. Torrini ha affermato: “su questa mozione abbiamo lavorato insieme a Modena a colori, credo lo faremo spesso da qui a fine legislatura. L’Amministrazione si è prodigata per risolvere i problemi di Atcm, con un partner privato e un piano di sviluppo industriale. Nessuna delibera è poco importante, tanto più che in Consiglio ne transitano poche. Si tratta di un servizio estremamente importante per gli anziani, i ragazzi e anche per gli altri cittadini, specie se recupera efficienza, rapidità e puntualità. Finalmente si separano le competenze di chi deve programmare e regolamentare il servizio e di chi invece deve gestire il servizio. Dunque questo è un atto molto importante. Per quanto riguarda gli amici della sinistra radicale, non sono più convincenti le loro obiezioni sul cedere a privati una quota di patrimonio pubblico. Questo tema decade, perché il patrimonio pubblico ora sarà diviso dal gestore del servizio. Ad esempio per l’energia, si è scorporata la rete, che appartiene a Terna, dai gestori. Uguale diventerà la situazione tra l’Agenzia della mobilità e l’Atcm. Per questo chiediamo che si abbia coraggio e che il percorso non sia in due tempi: che immediatamente si metta Atcm in mano a un soggetto privato. La salvaguardia dei lavoratori non credo si debba fare con una difesa vecchio stampo, ma individuando un partner industriale forte e propositivo. In questo percorso vediamo dei rischi: se Atcm partecipa alla gara ed è al 51% in mano pubblica si trova sicuramente favorita, con un percorso privilegiato e una gara che potrebbe essere non trasparente”.
Nel dibattito, Achille Caropreso, indipendente, ha osservato: “una gestione che resta in mano all’ente locale è un requisito condivisibile. I motivi sono stati esposti in aula e in commissione, poiché l’Amministrazione pubblica deve garantire la copertura del servizio anche in quei luoghi in cui potrebbe essere meno economicamente vantaggioso per un privato. È anche valido però il principio di uscire da una mentalità municipale per approvare gradatamente al mercato. Passare dallo 0 al 49% della quota di privati non è un passo da poco. La maggioranza rimane al pubblico, ma il privato ha una fetta di potere non marginale. La transizione al privato credo sia già sufficientemente veloce. Il trasporto pubblico comunque ha una fondamentale importanza nella vita di relazione dei cittadini.
Giorgio Prampolini, Sinistra democratica, ha affermato: “sulla mobilità si gioca gran parte della nostra qualità della vita urbana, per ridurre inquinamento, rumore, incidenti, stress dei tempi di percorrenza eccessiva. Nei piani della mobilità abbiamo lavorato anche per modernizzare la struttura economica della nostra società di trasporto. Stiamo recuperando le grandi arretratezze del nostro passato. Le questioni strategiche sono potenziamento della viabilità, ulteriore estensione delle piste ciclabili e massimo utilizzo del trasporto collettivo in sede propria per persone e merci: trasporto ferroviario in ambito extraurbano e infrastrutture dedicate in quello urbano. La vera rivoluzione sarà dare le sedi proprie al trasporto collettivo, per renderlo competitivo. Di fronte a questi obiettivi abbiamo avuto un’azienda debole, in una situazione molto grave, e abbiamo dovuto intervenire sull’aspetto finanziario, ma ci sono ancora oltre 2 milioni di euro di perdita. Che il biglietto vada pagato è l’abc. La scommessa è trovare un valido partner”.
Adolfo Morandi, Forza Italia, ha detto: “si è inseguito il miglioramento del servizio, anche se non è ancora un servizio che in termini di tempo speso può essere ritenuto utile dai cittadini. Chiunque debba trasferirsi da una parte all’altra della città sa che questo non può essere definito un vero servizio. Per quanto riguarda la famosa sede propria, è un ragionamento sul quale siamo davvero in ritardo, per non dire che la configurazione della città lo rende impossibile. Negli anni passati tutti erano d’accordo sulla metropolitana e si riteneva l’unica possibilità, proprio per questo. La criticità c’è, molto forte ed evidente. Con oltre due milioni di euro di perdita, come si può pensare di fare intervenire un privato, che resterà socio di minoranza, senza intravedere una possibile soluzione di arrivare a un pareggio, né tantomeno a un utile. Questo è quello che cerca il gestore privato. Che però non avrà titoli per poter fare le proprie scelte ma subirà le imposizioni dell’ente”.
Ercole Toni del Pd ha sottolineato: “di fronte ai risultati negativi di Atcm abbiamo chiesto cambiamenti che ora potrebbero arrivare. Le novità sono la cessione del patrimonio strumentale all’agenzia per la Mobilità e la ricerca di un partner privato. Bisogna evitare che il servizio pubblico diventi un carrozzone. Si deve guardare alle offerte del privato mantenendo un servizio compatibile con le esigenze della collettività. La delibera tende a dare una svolta innovativa alla nostra azienda trasporta, con una crescita dei ricavi. Purtroppo il trasporto pubblico deve essere sostenuto con sollecitudine dallo stato e dalle regioni. I contributi devono essere erogati con maggiore puntualità a quelle aziende che si impegnano per offrire un buon servizio”.
Baldo Flori di Modena a colori ha ricordato “la battaglia fatta negli anni 60 per rendere pubblico il servizio. Il tempo ha portato dei cambiamenti. Non vorrei che le nostre critiche venissero contrabbandate come sottovalutazioni. Non sottovalutiamo né le difficoltà nazionali, né gli aspetti finanziari, né le difficoltà regionali che avevano pretermesso gli interessi di Modena a quelli delle altre città. Gli atti da prendere oggi, pur essendo conseguenza di decisioni di alcuni mesi fa, fanno venire a galla alcuni nodi critici. Mentre a livello regionale si lavora per ridimensionare il ruolo delle agenzie, che secondo noi sono tra gli enti inutili dei quali si potrebbe fare a meno, qui invece si lavora per trasferire ad Amo il patrimonio di Atcm. Ci chiediamo come mai non si è fatta una gara vera e propria alla quale Atcm partecipasse in condizioni uguali agli altri competitori. L’altro interrogativo è come si fa a pensare che un privato possa gestire l’azienda svuotata di tutti i poteri autonomi di gestione. Questa soluzione non ci sembra coraggiosa, ma figlia di precedenti accordi politici. Per noi, occorreva una gara pubblica per il servizio, una gara vera e non apparente”.
Giancarlo Montorsi di Rifondazione comunista ha affermato: “ribadiamo la nostra contrarietà alla ricerca di partner privati, crediamo che questa non sia l’unica soluzione di trovare una soluzione ai problemi del trasporto pubblico. Nel nostro programma elettorale del 2004 abbiamo sottoscritto con i nostri elettori l’impegno a considerare il trasporto pubblico come un bene comune. Credo che le difficoltà di Atcm siano da ascrivere a una gestione poco lungimirante che ha sempre privilegiato il trasporto privato, mentre invece la nuova gestione è riuscita a trovare una significativa riduzione del debito, aumento del numero dei passeggeri, riduzione degli evasori, aumento del corrispettivo di contributo regionale, cessione della parte di servizio ferroviario. Se in un solo anno si sono avuti questi risultati importanti significa che molto allarmismo era strumentale al desiderio di caldeggiare l’apertura ai privati. Il trasporto pubblico è un bene comune. Al conto economico e al pareggio di bilancio vanno sommati i benefici indiretti in termini di decongestione del traffico e riduzione dell’inquinamento. A nostro avviso non è possibile, poi, eseguire insieme la gara per la privatizzazione e l’assegnazione del servizio”.
Sergio Rusticali del Ps, anche a nome di Società civile per il Ps, ha annunciato un voto favorevole ed esposto i motivi: “ci sono grandi differenze politiche e culturali rispetto al concetto del rapporto pubblico – privato. La sostanza della differenza emerge con grande chiarezza. Il programma della maggioranza che emerse dalle elezioni 2004, su questo tema specifico, mantiene in sé politicamente nel merito quell’accordo. Noi non abbiamo, di fatto, in questa fase, privatizzato, ma invece, con una metodologia graduale, stiamo aprendo una soluzione che per il momento mantiene la proprietà pubblica al 51%. L’analisi fatta sulla situazione di questa azienda andando indietro di qualche anno fa era veramente di un’azienda in forte difficoltà, che se non avessimo assunto importanti decisioni sarebbe andata completamente fuori dal mercato, avrebbe sostanzialmente chiuso i battenti. Poi ci si può chiedere se la politica dell’Agenzia sia o meno da superare, ma per oggi esiste, è prevista dalle normative e consente di fare operazioni come questa”.
Sergio Celloni di Ppl ha affermato: “siamo all’ennesima privatizzazione che dà in mano le società pubbliche a gestori che fanno l’interesse degli azionisti e non degli utenti. Ricordo bene i problemi legati all’Atcm, dalla scarsa trasparenza alle gestioni elefantoidi, dai maxifilobus alle tratte non efficienti. Mi chiedo se sono cambiate le teste alla guida della società o se si è fatto di proposito ad arrivare a un’ipotesi di gestione privata. Non mi spiego nemmeno, assessore, come lei abbia detto che tutte queste perdite di questi faraonici bilanci, dal 2006 siano state ridotte. Non vorrei ci trovassimo a privatizzare cose, come le autostrade, che abbiamo pagato tutti noi e continuiamo a pagare pedaggi enormi. Non condivido queste cose miste pubblico privato. Preferisco un pubblico sano, con manager competenti che siano in grado di fare. Voterò contro questa delibera”.
William Garagnani, Pd, ha aggiunto: “la questione non è pubblico – privato, ma la soddisfazione dei cittadini, la qualità del servizio e il rispetto dell’ambiente. Serve un atteggiamento, come si dice con termine abusato, che sia laico: si sceglie in alcune circostanze uno strumento pubblico, in altre uno privato, in base a valutazioni di efficienza. Occorrono intelligenze, conoscenze e storia, per realizzare determinati progetti. L’obiettivo è il benessere del cittadino e dell’ambiente. Lo stesso discorso vale per la querelle sull’entità della quota ai privati. Dobbiamo essere pragmatici. Mi risulta che l’azienda delle Farmacie comunali, divisa come 51%-49%, sia una realtà proficua per il privato nonostante la maggioranza pubblica. Al di là di ovvie questioni legate alla gradualità di un servizio, credo che una certa interazione tra proprietà pubblica e privata, almeno in questa fase, possa essere positiva: il privato deve ottimizzare, il pubblico deve adeguare la città al servizio”.
Ivo Esposito di Forza Italia ha ricordato: “anni fa, quando ero nei sindacati, ci furono presentate diverse ipotesi di scorporo. Si disse che solo con una patrimonializzazione forte si poteva garantire un futuro. La creazione dell’Amo era una possibilità che la città e la provincia di Modena decisero di mettere in atto. Nacque l’agenzia del trasporto pubblico locale, che ci si riservava di trasformare in un’agenzia di capitale. Si diceva che l’agenzia doveva nascere e morire leggera per responsabilizzare il gestore. Oggi si discute il contrario: questi beni non devono più appartenere al gestore ma all’Agenzia della mobilità. Tutte le cose dette, o erano parole che non corrispondevano al vero, o c’è stata una totale inversione nel modo di affrontare il problema. Ho dei forti dubbi soprattutto perché un privato chiamato a gestire l’azienda avrà le mani legate. Potrà gestire il personale ma non i dirigenti. La politica aziendale non la fa l’autista, ma il dirigente. Non sono d’accordo sul salvaguardare gli alti ranghi, ma sul premiare e punire a seconda del merito”.
Andrea Galli di An ha affermato: “sentire che gli amici della sinistra extraparlamentare difendono il privato fa sorridere. Ci lascia perplessi sentire queste frasi da un collega come Prampolini. Apprezziamo l’ordine del giorno degli amici di Modena a colori e dell’Udc. Leggendo quello che oggi ci viene proposto, ho fatto molta fatica: gli aspetti che colpiscono sono la confusione di obiettivi e il tentativo di compiacere quella sinistra che oggi voterà contro. Le linee guida per la corporate governance richiederebbero una visione strategica. Se fosse vero che questo bando non ha già un’idea di chi parteciperà, noi avremmo un anello al naso. L’azienda è stata mal gestita per anni. Che oggi ci possa essere un privato interessato ci lascia perplessi. È stata citata la privatizzazione delle Farmacie. Noi le abbiamo cedute per 60 anni. La scorsa legislatura votammo contro. Ma la cessione di un’attività strutturalmente sana non si può paragonare a quella di un’attività, come il trasporto pubblico, che non sta in piedi da sola. Il privato ha criteri opposti da quelli del pubblico. La mia idea, solo ipotetica, è che se un privato entra qui dentro ha già avuto delle chiacchierate informali con chi decide. Scommetto che chi vincerà la gara, presto o tardi, riscuoterà le nostre tasse sul parcheggio, le nostre multe, e allargherà il proprio ambito di operazioni per riscuotere quegli utili che dal trasporto pubblico non possono venire”.
Dante Mazzi di Forza Italia ha dichiarato: “credo sia offensivo nei confronti di tutto il Consiglio il fatto che soltanto questa mattina abbiamo ricevuto i bilanci di Atcm nella posta elettronica. Nell’arco di meno di un mese questa operazione è stata fatta prima con Modena Esposizioni poi con Atcm. Noi parliamo di assetti societari senza far avere ai consiglieri la documentazione. Ma tanto ormai siete abituati così. Per quanto riguarda la scissione del patrimonio, anche qui credo ci volesse un’informativa molto maggiore. Dobbiamo prendere tutto per buono, non c’è nemmeno nei documenti perché è stata fatta prima della chiusura dei bilanci. Avete parlato delle accise ma dimenticato i contributi offerti dalla Provincia, un milione di euro ad Atcm e altri all’agenzia della Mobilità. L’incidente del decreto milleproroghe ci porta poi a condizioni peggiori che possiamo ottenere dal privato. Sarebbe stato molto meglio chiedere al Governo l’autorizzazione a fare entrambe le gare. In questa delibera sembra che tutto cambi, in realtà non cambia nulla ma si mescolano soltanto le carte”.
Enrico Artioli del Pd si è detto “poco fiducioso nel nuovo governo, poiché il precedente governo Berlusconi non diede al trasporto pubblico locale nemmeno un euro. Sono d’accordo sul fatto che il trasporto pubblico è un bene prezioso per la nostra comunità, e che bisogna avere un atteggiamento laico. L’importante è che il gatto prenda i topi, non importa se è bianco o nero. Credo che una buona gestione, come si sta verificando, non basti, ma che serva invece un salto di qualità rispetto al passato, con un know how di chi lavora in questo campo da una vita. La perdita di esercizio dimezzata è un buon risultato, attestandosi sui 2 milioni di euro rispetto ai 5 dell’anno precedente. Anche l’aumento di circa 450 mila passeggeri in più, circa il 4,1%, è confortante. Può essere dovuta a fattori molteplici, dall’aumento del carburante, all’ottimizzazione della rete e del servizio, ma soprattutto alla lotta all’evasione. Sono stati poi ottenuti maggiori introiti dalla regione e un plusvalore è venuto dalla cessione del ramo d’azienda della ferrovia. In questo quadro la ricerca di un partner di minoranza diventa un fattore importante per l’azienda e per i cittadini. L’obiettivo è dare un servizio concorrenziale rispetto al mezzo privato”.
Il Sindaco Giorgio Pighi ha affermato: “crediamo si debba procedere in due ordini di marcia: da un lato rinnovare le condizioni di servizio per Atcm e Amo fino al 2001, dall’altro scegliere un partner industriale che sia in grado di portare innovazione e qualità. È naturale che la discussione si sia allargata a temi politici. Non credo che presupporre costantemente un atteggiamento di mala fede da parte nostra sia costruttivo. Credo che questo debba cedere il passo a ragionamenti più concreti, accettando l’idea che si possano avere idee e proposte diverse. Riteniamo di essere eticamente corretti e l’accusa ci sembra inaccettabile. L’ordine del giorno affronta il tema in maniera complessiva, riportando la discussione alla delibera già approvata. Si è ironizzato sulle differenze, mi pare che ci siano però in abbondanza anche nel centrodestra. Nella privatizzazione di una quota, credo che dovremo garantire quella costante capacità di orientare le scelte, che secondo noi è fondamentale per spingere a un rapporto virtuoso tra efficienza gestionale e interesse generale. Partiamo da un’idea positiva dell’intervento privato, ma anche dall’idea positiva sulla capacità del pubblico di trovare spazi per ottimizzare il servizio, rispondere ai bisogni di tanta utenza attraverso le economie di scala, prevedendo impegni da parte dei governi locali per introdurre gli opportuni correttivi e miglioramenti del sistema viario e della mobilità. Nel trasporto pubblico i contributi rappresentano non una beneficenza ma un’erogazione di denaro a fronte di un servizio. Per far arrivare il trasporto in alcune zone ci sono elementi di criticità che solo il denaro pubblico può colmare. Questo è il ruolo del pubblico anche nella gestione”.
L’assessore alla Mobilità Daniele Sitta ha replicato: “tutti hanno sottolineato che nonostante i miglioramenti avuti c’è ancora molto lavoro da fare per la nostra azienda. Serve un partner industriale forte, con una chiara e coerente rotta. Sull’azienda serve un giudizio equilibrato perché i problemi si dovevano anche a ritardi della politica, che abbiamo cercato di recuperare, a vari livelli. Credo che aprire l’Atcm a un partner industriale sia una scelta coraggiosa e innovativa. Lo dicono i fatti. Le aziende che si sono aperte ai privati sono 8 in Italia. E nemmeno una è nella nostra regione. Nemmeno le normative danno un grande aiuto, tant’è che abbiamo dovuto cambiare rotta proprio per una lacuna normativa. Credo che sia una scelta equilibrata e saggia avere una prima fase con il 51% dell’azienda che rimane in mano pubbliche. Credo che la soluzione del 51% sia gradita ai partner privati, perché in una situazione così poco chiara l’accompagnamento del partner pubblico dia anche a loro maggiori garanzie. L’iter rispetta le leggi nazionali e regionali. La cultura in Italia è enormemente conservatrice e questo impedisce di fare liberalizzazioni, come è accaduto per l’Alitalia, ad esempio. Dispiace anche che una componente della nostra maggioranza non abbia colto questo cambiamento e la richiesta di efficienza che viene dalla gente, e che non accetti l’innovazione nonostante la garanzia della maggioranza pubblica. L’atteggiamento conservatore mal si concilia con la capacità di riformismo innovatore tipica della nostra cultura politica”.
In dichiarazione di voto, Mauro Tesauro dei Verdi ha ribadito il voto contrario: “il nostro è un diniego politico laico e sobrio, che non demonizza i fatti. Esistono diversi tipi di pubblico e privato, non ci sono per forza buoni o cattivi dall’una o dall’altra parte. La nostra visione, il nostro bicchiere è diversamente pieno: si avrà una privatizzazione di fatto, seppur graduale, con un partner industriale dalle spalle robuste. Ma il 49% non è graduale. Il partner esprimerà la guida dell’azienda con buona pace di sindaci e revisori dei conti. Il player europeo perseguirà coerentemente ciò per cui è nato e si è costituito: il profitto, il profitto e ancora il profitto, se ce ne sarà, mettendo le mani su rami secchi, personale e quant’altro. Il settore è geneticamente sovvenzionato, e il guadagno ci sarà comunque: se non sul mercato, battendo cassa nei confronti del pubblico. Il settore è strategico e determinante in ambito urbano e periurbano la qualità della vita. Non ci si può permettere di esternalizzare queste risorse. Magari con meno politici all’interno e più politici all’esterno: alcuni dirigenti, chi li aveva messi? Credo che le amministrazioni pubbliche possano rilanciare. Per definizione, esse perseguono l’interesse e il profitto dei cittadini”.
Baldo Flori di Modena a colori ha detto: “l’intervento del sindaco mi è parso molto legato all’ordine del giorno, ma allo stesso tempo mi è parso che si parlasse a suocera per dire a nuora, come si usa in politica. Non c’è tra noi chi è astrattamente d’accordo con il pubblico o il privato. Non mi colloco tra chi ritiene il privato sempre migliore, a prescindere. Il governo deve restare in mano pubblica, ma non la gestione. La soluzione proposta è molto a metà, dentro il guado. Per il privato si fissano lacci e laccioli che ne danneggiano la funzione di innovazione, questa è la differenza tra noi e voi. Credo che porteremo a casa risultati scarsissimi, e il nostro voto è contrario”.
Dante Mazzi di Forza Italia ha aggiunto: “l’agenzia della mobilità deve stare nell’ambito per cui è nata. Qui invece c’è un paradosso perché sia l’agenzia sia il gestore del servizio hanno la stessa testa di decisori pubblici. La mano pubblica serve a dare il servizio agli studenti, a Frassinoro o nella Bassa. Ma non ci sta bene che a governare questo processo siano gli stessi anche nella società cui è affidato il servizio. Non ci sta bene che sia l’agenzia a fissare i criteri per la società che deve controllare. Semplificando in modo anche inesatto, è come dire che la Consob dovrebbe fare un bando per l’aumento di capitale della Pirelli o della Fiat. Insomma, è giusto che ci sia la scissione nel patrimonio per dare a tutti le stesse opportunità nella gara. Ma vogliamo conoscere i criteri, vogliamo rispetto per il consiglio nell’interesse di tutti”.
Antonio Maienza, Udeur, ha affermato: “voto a favore di questa delibera per il rilancio del trasporto pubblico, per l’ingresso di un partner industriale e la disciplina dei rapporti tra pubblico e privato. Credo che questo connubio trovi le motivazioni in una visione moderna, per la quale ci siamo spesi anche nel governo Prodi. Credo sia la soluzione migliore per Modena, una svolta significativa perché in questa materia troveremo stabilità per il futuro e il definitivo rilancio dell’azienda”.
Michele Andreana, Pd, ha ribadito: “la nostra scelta convinta si deve a diverse ragioni e alla nostra idea strategica del ruolo pubblico del trasporto locale, unite alla volontà di mettere in valore le competenze di Atcm in un proficuo rapporto con il mercato. Accanto all’ingresso di un partner si avrà inoltre un aumento di capitale dell’azienda, che resta patrimonio pubblico ma avrà bisogno di un supporto nella sua ricerca di eccellenza. L’ordine del giorno di Modena a colori e Udc tenta di smarcarsi da un’opposizione pregiudiziale, ma fa un salto insolito e noi non la voteremo”.
Andrea Galli, An, rileva: “il centrodestra voterà tutto compatto contro la delibera. Voi invece fate i maestrini della penna rossa ma poi vi spaccherete con mille motivazioni. Il mondo del centrodestra voterà tutto contro. Qui c’è una casta, che dopo anni di perdita si autolegittima, pretendendo di controllare la gestione di chi entrerà nell’azienda. Non ci sono investimenti, l’operazione è nebbiosa e non è chiara la remunerazione”.

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