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24/07/2008

SULL'EX AMCM SI RIMANGA AL MERITO DELLE QUESTIONI

"L'area -dice il Sindaco Pighi- deve essere recuperata e riqualificata… il confronto rimanga su temi concreti. La palazzina? Un ibrido al centro di una vicenda singolare"
“Si alza la voce quando si hanno pochi argomenti reali a sostegno della propria posizione, si esasperano i toni quando si fa fatica a confrontarsi nel merito delle questioni. Tutto legittimo, ovviamente, salvo quando si va oltre e dalla critica, magari dura, si passa all’insulto che aggredisce con supponente dileggio la persona, quando si passa al sistematico tentativo di demolire quello che invece dovrebbe essere l’interlocutore naturale nell’ambito di un confronto che, in politica e nella nell’amministrare, deve sempre essere di merito e mai, se possibile, solo ideologico o, peggio ancora, quasi di natura personale.
Ecco, nei confronti dell’assessore Sitta questo limite è stato superato ed anche per me la tentazione di rispondere per le rime ai censori di turno rimane forte ma, in coerenza con quanto affermato in premessa, preferisco rimanere al merito delle questioni: in primo luogo perché Daniele non ha bisogno di sostegno (si è guadagnato sul campo credibilità e consenso), ma soprattutto perché la disputa sulle persone falserebbe il confronto, ci porterebbe fuori dalle questioni concrete che, invece, sono quelle che più interessano i cittadini e credo anche quanti, nelle ultime settimane, mi hanno espresso direttamente dubbi e quesiti.
Rimaniamo quindi al merito ed in particolare alla vicenda ex Amcm, ad un’area fondamentale per città che deve, e sottolineo il deve, essere recuperata, riqualifica e riconsegnata ad un uso utile per i modenesi. Questo è il nostro obiettivo, da raggiungere, è naturale, con il più largo consenso possibile, ma anche senza ulteriori perdite di tempo. A tale proposito, in relazione ai ritardi nell’intervento, vale la pena spendere due parole: si è parlato molto, infatti, dei progetti a suo tempo presentati per il recupero dell’area, si è chiesto perché siano stati abbandonati, perchè non si sia proceduto in quella direzione. La risposta è tanto ovvia da risultare banale: perché non si è mai raggiunto l’equilibrio economico, perché indipendentemente dalla qualità dei progetti, che era elevata, i vincoli posti avrebbero determinato un esborso che l’Amministrazione non era e non è in grado di sostenere.
Cosa è cambiato da allora? Non é una novità: sono cambiati i vincoli sull’area e di conseguenza è stato possibile pensare ad un intervento che avesse il requisito di base della compatibilità economica. In questo contesto è nata la proposta di piano particolareggiato di cui si sta discutendo ed in questo filone si inserisce anche il lavoro che si sta facendo per avvicinare le diverse posizioni in campo.
Un lavoro non facile, che porta a rivedere e consultare vecchie carte, a volte anche compiere scoperte interessanti, che aiutano a capire e quindi anche a decidere. Ad esempio, uno dei motivi di contestazione al nostro piano è che si prevede l’abbattimento della palazzina uffici dell’ex Amcm, attribuita al bravo e compianto architetto modenese Vinicio Vecchi. Consultando le carte, sono venuti alla luce un fatto ed una vicenda interessanti: il fatto è che il progetto dell’ampliamento della palazzina, così come lo conosciamo, non è stato firmato dall’architetto Vecchi; la vicenda, invece, costituisce la probabile spiegazione del perché quella firma non venne apposta.
L’Amcm, in effetti, chiese a Vecchi di progettare la nuova sede degli uffici. L’architetto modenese presentò un primo progetto nel ’55 che, guarda caso, prevedeva l’abbattimento della palazzina ottocentesca che ancora oggi insiste alle spalle dell’edificio di via Carlo Sigonio. Alla fine la scelta (forse anche allora di natura economica) fu di limitare l’intervento al solo ampliamento, una soluzione ibrida, probabilmente ispirata al progetto di Vecchi anche in funzione di futuri sviluppi. Nel ’63, infatti, l’Amcm presentò un secondo progetto a firma di Vinicio Vecchi che prevedeva, ancora una volta, l’abbattimento della palazzina “stile 800” e quindi un nuovo ampliamento tutto in stile razionalista.
Anche il secondo progetto, evidentemente, non venne realizzato ed è rimasto l’ibrido visibile ancora oggi che, è bene ricordarlo, tutti gli interventi fin qui proposti hanno inserito tra le parti da demolire.
Una storia istruttiva, credo, che fa da contraltare alla nostra decisione di salvare e recuperare l’ex cinema Principe e che rende giustizia tanto alla scelta della Soprintendenza di non vincolare la palazzina, quanto all’operato del Comune di Modena che, confermo, è coerentemente determinato ad individuare una soluzione che consenta di recuperare e riqualificare l’area dell’ex Amcm come polo culturale per la città e come centro di servizio per i cittadini della zona.
In questo percorso si cercherà ancora di tener conto delle esigenze e delle posizioni di tutti, ma non è accettabile che si voglia mortificare il confronto con diffide ed ultimatum e, aggiungo, con maldestri tentativi di denigrare le persone e l’Amministrazione.
Infine, occorre imprimere un’accelerazione alle procedure per la definizione del piano particolareggiato dell’area: solo dopo, infatti, sarà possibile avviare il bando per la progettazione e quindi, finalmente, discutere di progetti veri, di proposte concrete che, confidiamo, saranno comunque di alta qualità, in linea con le finalità dell’intervento ed in coerenza con le aspettative della città.”

Giorgio Pighi
Sindaco di Modena

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