“Fatico a vedere il giornale del Comune di Modena come strumento di propaganda politica, mi sembra che rispetti un giusto equilibrio tra informazioni di servizio, istituzionali, di eventi, pubblicità, ecc. In un’indagine recente sugli strumenti di comunicazione, poi, è stato messo in testa da tutti i cittadini, come strumento privilegiato per informarsi rispetto alla vita e all’attività del Comune”. E’ la risposta dell’assessore alla Comunicazione del Comune di Modena Fabio Poggi all’interrogazione del consigliere del Pdl Sergio Celloni “Richiesta di sospensione della pubblicazione del periodico del Comune di Modena”.
“Quasi un milione di euro viene speso per Ufficio stampa e pubblicazione del periodico del Comune” ha affermato il consigliere presentando la sua interrogazione. “In una condizione in cui si parla di crisi e tagli questo mi sembra uno sperpero, è una comodissima promozione per questa Amministrazione, perché questa comunicazione viene fatta in modo univoco. In molte province grosse i giornali dei Comuni sono stati aboliti per i costi, anche perché oggi abbiamo internet”. Il consigliere nel dettaglio ha chiesto perché si continua nella pubblicazione cartacea del giornale del Comune e perchè non si faccia di più per favorire la pubblicazione via internet. Ha inoltre domandato la ragione per cui nella versione web del giornale non viene assegnato ai consiglieri uno spazio personale autogestito.
“Il giornale del Comune non è l’unico strumento di comunicazione – ha proseguito l’assessore – ma fa parte di una strategia complessiva che ha una sua logica, non si può pensare di toglierlo perché c’è altro. E’ una testata storica, nel 2011 festeggerà 50 anni dalla sua prima pubblicazione”. Poggi ha spiegato che la tiratura del giornale è di 85 mila copie, di cui circa 78 mila inviate a casa delle famiglie e alle associazioni, il resto in circuiti di distribuzione a banco negli spazi espositivi. “I contenuti sono interamente realizzati dall’Ufficio stampa che collabora fino all’impaginazione. L’unico costo reale è quello della stampa e distribuzione che corrisponde a 40 mila 216 euro per 10 numeri in un anno, poco più di 20 centesimi per ogni abitante. Le due fasi sono date in appalto a un raggruppamento temporaneo di imprese. Il canale di distribuzione è il sistema di Poste italiane senza indirizzo, che abbatte incredibilmente i costi. La rivista è già consultabile su internet, ma credo che sia presto pensare solo alla versione via web”.
Il consigliere Celloni nella sua replica ha dichiarato “di non aver nulla contro l’Ufficio stampa, perché sono persone che lavorano. Prendo la sua risposta a titolo di inventario, non credo potrebbe dire che il suo prodotto non sia buono. Lei si è limitato ai semplici costi di stampa e distribuzione, se bastasse solo quello forse i costi sarebbero quelli che dice. Se dovessimo governare noi nei prossimi anni non so se faremmo il giornale, il mondo si evolve. Che quello sia lo strumento giusto siete voi a dirlo”.
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