Il Consiglio comunale ha approvato tre ordini del giorno differenti sulla questione del Tibet. Andrea Leoni, Forza Italia, ha presentato la mozione “Condanna per la sanguinosa repressione in atto in Tibet da parte della Cina”, approvata coi voti di An, Fi, Lega Nord, Idv, Prc, Verdi. Contrari i consiglieri Pd Cigni e Vetrugno, astenuti il resto del Pd, Sinistra per Modena, Società civile. Con gli stessi voti è stata approvata anche la mozione “la tragedia del Tibet” presentata da Eugenia Rossi, Idv, che tra le altre cose “propone la formazione di un gruppo consiliare interpartitico che si occupi con continuità della difesa dei diritti umani e della situazione politica e culturale del Tibet”. La mozione “solidarietà alla popolazione del Tibet” presentata in aula da Alberto Caldana, Pd, è stata approvata con i voti favorevoli di Idv, Pd, Prc, Ps, Sinistra per Modena, Società civile, Verdi, Lega nord. Astenuti An e Fi.
Questi gli interventi dei consiglieri nel dibattito. Andrea Leoni, Fi, ha detto: “spero che quello che è successo alle olimpiadi di Pechino sia un monito per i nostri atleti per come ci si comporta di fronte a dittature sanguinarie: non si abbassa la testa e si difende la democrazia”. Alberto Caldana, Pd, ha osservato: l’Odg era stato fatto in occasione delle olimpiadi ma i fatti cui si riferisce sono ancora in corso in Tibet. La richiesta rimane del tutto attuale: chiedere al governo e all’Unione Europea di difendere i diritti umani”. Eugenia Rossi, Idv, ha detto: “abbiamo posto un terzo ordine del giorno per uscire da una difesa retorica dei diritti umani e con questo testo abbiamo trovato l’appoggio di molti consiglieri, compreso Manfredini della Lega. Chiediamo di formare un gruppo consiliare continuativo che si occupi della difesa dei diritti umani”. Ivo Esposito, Fi, ha affermato: “il Dalai Lama era disponibile a rinunciare alla completa indipendenza e accettare anche forme di autonomia. Questa offerta non è stata recepita dalla Cina. Perciò vorrei che, come ha fatto il Parlamento alla quasi unanimità, che ci si impegnasse nella difesa di un popolo il cui leader non ha mai invocato la violenza”. Antonino Marino, assessore allo Sport, ha rimarcato “molte similitudini tra i tre ordini del giorno” e auspicato la creazione di un testo comune. “Personalmente – ha detto Marino – non condivido l’idea di creare un intergruppo su questo problema, credo che il tema debba rimanere all’attenzione dell’intero consiglio, come in questo caso. Sergio Rusticali, Ps, ha dichiarato: “se dovessi scegliere per concretezza e profondità di analisi uno dei tre documenti, sceglierei quello della consigliera Rossi, anche se mi lasciano perplesse alcune proposte”. Achille Caropreso, Pd, ha dichiarato: “nessuno ha avuto il coraggio di fare ciò che andava fatto. Boicottare le Olimpiadi avrebbe sicuramente posto la Cina di fronte alla propria responsabilità. È stato seguito lo stesso criterio delle olimpiadi di Berlino al tempo di Hitler: tutti i paesi del mondo parteciparono, ma Hitler, come tutti i dittatori, non tenne in considerazione questo gesto”. Angela Bellei, Rifondazione, ha citato alcuni dati del rapporto annuale di Amnesty International, che denuncia “che in 61 paesi è ancora presente la tortura e in più di 70 non è consentita l’espressione libera delle proprie idee. Anche l’Italia è un paese a rischio razzismo”. Ubaldo Fraulini, Idv, ha detto:“l’impegno che possiamo avere noi è un granello di sabbia nel deserto, ma dobbiamo chiederci come fare a difendere i diritti. Perché quando si mette in discussione la libertà di qualcuno, tutti siamo a rischio. Propongo a tutti di votare tutti e tre gli ordini del giorno in modo unanime”. Michele Barcaiuolo, An, ha rimarcato l’importanza “del diritto di autodeterminazione dei popoli” e sottolineato “la gravità del tentativo di assimilazione del regime comunista cinese sul popolo tibetano. Per quanto riguarda le olimpiadi – ha proseguito – abbiamo commesso una serie di errori”. Enrico Artioli, Pd, ha proposto: “anziché creare un gruppo istituzionalmente dedicato ai diritti umani, suggerirei, se fosse possibile, di formulare in modo più generale le finalità di questo gruppo, in modo che non fosse strettamente legato al tema del Tibet. Potremmo lavorare anche sugli ordini del giorno per dare vita a una mozione comune”. Eugenia Rossi, Idv, ha replicato: “non capisco come mai si rifiuta l’idea di un intergruppo, che esiste dal 2002 anche in Parlamento. Credo sia necessario difendere la causa tibetana”. Michele Andreana, Pd, ha detto: “abbiamo perso l’opportunità di un unico ordine del giorno. Lo scopo della collega Rossi era di raggiungere proprio un unico testo. Le osservazioni che le sono arrivate non sono state recepite. In questa sede è arrivata un’altra proposta. Pensiamo che non si debba istituzionalizzare la creazione di un intergruppo. Noi voteremo il nostro ordine del giorno e ci asterremo sugli altri due”. Andrea Leoni, Forza Italia, ha suggerito: “se i consiglieri Andreana e Caldana ritirano il proprio ordine del giorno, noi siamo disponibili a ritirare il nostro e convergere su quello della collega Rossi”.
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