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27/04/2009

ERRENORD, OK DEL CONSIGLIO PER CONFERIMENTI A CAMBIAMO SPA

Approvata la delibera che dà in diritto di superficie per 40 anni 16 appartamenti, 9 negozi e 11 uffici. A favore maggioranza, Idv e Verdi, contro Lega e astenuta l'Udc

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato con il voto favorevole di maggioranza, Idv e Verdi, contrario della Lega Nord e con l’astensione dell’Udc la delibera sul conferimento di beni immobili nell’ambito del progetto di recupero urbano dell’Errenord.
Con questa delibera si conferiscono in diritto di superficie per 40 anni alla società CambiaMo 16 appartamenti, 9 negozi e 11 uffici che il Comune di Modena ha acquistato nel condominio Errenord per la riqualificazione dello stabile. “In questo modo si fanno realizzare a terzi i servizi sulle nostre aree – ha affermato l’assessore al Patrimonio Antonino Marino illustrando la delibera – mantenendo una presenza sia sostanziale che formale dell’Amministrazione. I lavori di recupero sono già iniziati, la società Cambiamo è stata messa in condizioni di andare avanti con gli appalti e ha realizzato portierato sociale e sede della Polizia Municipale, anche grazie a un’anticipazione economica”. Tale conferimento corrisponde a un aumento di capitale del Comune nella società CambiaMo pari a 6 milioni 682 mila 200 euro, cui va aggiunto l’importo di 1 milione 543 mila 219 euro già corrisposto in via anticipata alla stessa società. Viene ioltre dato atto del fatto che anche Acer conferirà beni immobili per un valore di 315 mila euro e denaro per una somma pari a 4 milioni 395 mila euro, in modo da portare il capitale sociale complessivo a 13 milioni 55 mila 419 euro, di cui il 63,56% resta del Comune e il 36,44% di Acer. “Riteniamo che tale conferimento – ha concluso Marino – consentirà un adeguato recupero degli spazi pubblici del comparto e consentirà di incrementare con beni valorizzati il patrimonio comunale alla scadenza del periodo del diritto di superficie”.
Adolfo Morandi di Fi-Pdl ha affermato che si tratta di una “operazione che comporta un investimento notevole. Tutti speriamo si possa semplificare la gestione di questo immobile e si arrivi a una maggior sicurezza, ma stiamo facendo un’operazione di privatizzazione, pur partecipata dal Comune e da Acer, che credo sia errata. Non capisco perché serva una società per azioni: il dubbio è che si moltiplichino per consentire a qualcuno di trovare collocazione in poltrone”.
Per Ubaldo Fraulini dell’Idv “all’Errenord siamo molto oltre rispetto a Windsor park. E’ una struttura di cui la città avrebbe fatto volentieri a meno e che oggi crea problemi di ordine pubblico. Sull’operazione mi auguro che sia tutto stato studiato in modo approfondito. Ritengo che di problemi in questa struttura ne rimangano sempre: o ne facciamo una struttura pubblica, o l’abbattiamo, oppure, se rimane una struttura mista, credo che non si risolva il problema. Il portierato sociale chi lo paga?”
Achille Caropreso del Pd ha affermato: “Dobbiamo valutare la cosa nella sua complessità. Ci accingiamo a creare, in una zona che non è una delle migliori, i presupposti per poter trasformare quel luogo in un centro normale. Già qualcosa è stato fatto e si vede una attività normale e sana che ha bisogno di essere alimentata e incentivata, ma che costituisce già un presupposto valido per la creazione di una nuova realtà nell’attuale Errenord. Certo è una scommessa”.
“Questa sera, anche se a fine mandato, stiamo votando due importanti delibere che riguardano due situazioni inerenti il problema della sicurezza della città di Modena, su cui ci siamo impegnati e abbiamo dibattuto perché vengano portate fuori dal degrado ambientale e sociale” ha affermato Antonio Maienza dei Popolari per il Centrosinistra. “Quando si parla di sicurezza si deve guardare non solo all’aspetto contrattuale, ma anche ai riflessi positivi sociali che queste delibere hanno nei confronti della cittadinanza. Sono sicuro che con il tempo questi germogli daranno i frutti sperati”.
L’assessore Marino ha spiegato che “il contributo di 9 milioni di euro che ci arriva è pubblico, regionale-ministeriale e passerà dal bilancio di investimenti del Comune di Modena”.
Per le dichiarazioni di voto è intervenuto nuovamente Ubaldo Fraulini affermando: “Voteremo a favore, è una operazione che si deve assolutamente fare, speriamo dia esiti auspicati. Ho notato che il prezzo di acquisto non è così basso pensando al degrado della struttura: circa 2000 euro al metroquadrato”.
Mauro Manfredini della Lega Nord ha invece annunciato un voto contrario, “non per il risanamento che è necessario, ma per le politiche che riteniamo sbagliate fatte nel passato. Sono a conoscenza che alcune attività non pagano l’affitto e sono indietro nel pagamento delle quote condominiali. Nel blocco preso dei negozi, come ci regoliamo? Nell’accordo è stato detto che le spese condominiali sono a carico del gestore o ci siamo addossati anche queste spese qua?”.
Per Davide Torrini dell’Udc “è vero che si poteva lavorare in passato per non creare certe situazioni, ma mi sembra una spiegazione un po’ strana oggi per motivare il voto a questa delibera. Mi sembra che su quest’area sia partito un progetto interessante, per la forma, il Comune ha partecipato a un bando statale emesso da un governo non di centrosinistra. Sarebbe bello poter intervenire ovunque così se fosse possibile, ma pur essendo una goccia nel mare del bisogno credo sia un intervento importante da fare”.
A chiudere il dibattito il sindaco di Modena Giorgio Pighi: “E’ una discussione positiva che consente anche di chiarire alcuni nodi. La finalità dei contratti di quartiere non è un intervento in cui il governo mette somme a fondo perduto che si disperdono. Nel contratto di Quartiere ci sono situazioni difficili in cui, assumendo la proprietà pubblica, ed entrando in sinergia con i privati, l’investimento non va perso, ma va ad aumentare il patrimonio pubblico. Lo scopo è proprio quello di determinare la valorizzazione di un patrimonio che adesso è degradato. Quando è stato realizzato l’Errenord il fabbisogno di piccoli appartamenti era nato per lo spostamento di manodopera che si verificava in quei tempi. Venendo meno questa situazione è subentrata un’utenza meno raccomandabile e più pericolosa. Certi interventi non sono stati lungimiranti, ma è difficile esserlo di fronte a bisogni e fenomeni sociali nuovi”.


 

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