Diffusi in Europa tra la fine del Medioevo e il Rinascimento, i tarocchi erano un gioco di carte apprezzato nelle corti signorili dell’Italia settentrionale, ma presto vennero utilizzati da nobili, popolani e persino religiosi a scopo divinatorio ed esoterico.
Sulla scia di un interesse che non si è mai esaurito, e che ha coinvolto nel tempo intellettuali, artisti e scrittori, le Biblioteche comunali hanno realizzato “I tarocchi della Cattedrale”, un mazzo di carte con i 22 arcani maggiori liberamente ispirato al Duomo medievale di Modena, inserito dall’Unesco nell’elenco che tutela il patrimonio mondiale dell’umanità.
L’iniziativa rientra in un progetto che ha già visto la realizzazione di libri elettronici sul capolavoro di Lanfranco e Wiligelmo ed è stata realizzata dal giovane artista modenese Federico Manicardi con la consulenza di Patrizia Curti per la parte storica e di Walter Martinelli per quella simbolica. I tarocchi saranno presentati sabato 16 maggio alle 15.30 alla biblioteca Crocetta di via Canaletto 108 e saranno in vendita a 10 euro, entro la fine di aprile, all’Ufficio relazioni con il pubblico di piazza Grande, nei bookshop di palazzo santa Margherita e del Palazzo dei Musei, in edicole e librerie.
“Quello che rimane costante nei secoli è il fascino degli Arcani, che dopo aver ispirato tanti illustratori ora si associano alle sculture del Duomo di Modena dando origine a esseri e personaggi di volta in volta mitologici, onirici, iper moderni”, commenta Meris Bellei, direttrice delle Biblioteche del Comune di Modena. E così, prendendo spunto dai bassorilievi della cattedrale, hanno preso forma il Matto, il Bagatto, la Luna, la Torre, il Carro, la Papessa, ma anche la Temperanza, la Giustizia, il Diavolo, l’Imperatrice, l’Imperatore, il Papa, l’Innamorato, l’Eremita e, ancora, la Ruota, la Forza, l‘Appeso, la Morte, le Stelle, il Sole, il Giudizio, il Mondo.
“Illustrare i tarocchi attingendo al repertorio figurativo di una Cattedrale romanica come il Duomo di Modena è stato un compito a tratti arduo”, spiega Federico Manicardi, modenese, studente all’Accademia di Belle Arti di Bologna. “Non sempre i rilievi scultorei si prestavano a essere tradotti all’interno delle 22 carte. Ci si è trovati di fronte all’assenza quasi totale di figure femminili nell’opera di Wiligelmo quando invece ritornano frequentemente nell’iconografia degli Arcani; partendo da questo limite ho manipolato alcune figure in modo molto libero”.
“La difficoltà e la sfida del progetto - aggiunge Walter Martinelli, responsabile delle Biblioteche decentrate del Comune di Modena - consistevano nel bilanciare correttamente l’estetica creativa del disegnatore, il rigore storico delle citazioni e dei rimandi alla cattedrale e l’aspetto simbolico ed esoterico delle carte”.
Il “libro di pietra” di Lanfranco e Wiligelmo si presta così ad essere aperto a molteplici chiavi e livelli di lettura. La densità di dotti riferimenti storici e artistici non pregiudica la possibilità di abbandonarsi all’incanto delle forme e al fascino dei colori e dei disegni. “I Tarocchi di Manicardi – spiega Patrizia Curti - sono anche un invito a guardare con curiosa attenzione le sculture della cattedrale alla scoperta dei tantissimi riferimenti e citazioni evidenti e nascosti. Ognuno tuttavia potrà vederci ciò che vuole”.
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