Sono state quasi duemila le visite alla mostra “Futuristi a Modena”, ambientata nelle sale del Paradisino in corso Cavour 52. A oltre cent’anni di distanza dal “Manifesto del Futurismo” di Filippo Tommaso Marinetti la mostrapropone una selezione di opere di Balla, Severini, Romani, Anton Giulio Bargaglia e di autori vicini alla città, come Uberto Bonetti, che fissò Modena tra le sue aerovedute, e il precoce futurista toscano Maio Nannini. Curata da Graziella Martinelli Braglia con l’allestimento di Fausto Ferri, “Futuristi a Modena” è promossa dall’associazione Hic et nunc, dall’assessorato alla Cultura del Comune di Modena e dalla Circoscrizione 1 Centro Storico – San Cataldo, con il sostegno della Fondazione cassa di risparmio di Modena, la collaborazione del Museo civico d’arte e della Galleria civica di Modena. Gli orari di apertura vanno da martedì a venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Per informazioni si può chiamare lo 059 2033480.
Tra i visitatori di “Futuristi a Modena” molti giovani, come gli studenti dell’istituto d’arte Venturi. La mostra, che nel corso del mese di febbraio si è arricchita di quattro dipinti inediti di Mario Molinari provenienti da una collezione privata, descrive il clima della città degli anni Trenta, che assisteva stupefatta alla seconda tornata del Futurismo. Rinvigorito dai soggiorni in città di Marinetti, il circolo futurista tentava di sommuovere il clima provinciale proponendo una nuova creatività in forme alternative, spesso clamorose, dai tratti talora goliardici. In questo clima si esprime la multiforme attività di Mario Molinari, esemplificata da importanti dipinti di aeropittura e polimaterici. Spirito estroso e vulcanico che ama stupire indossando una giacca a enormi quadri ricavata da una coperta da cavallo, egli è autore anche di un'esuberante produzione grafica, restituita in mostra da bozzetti progettuali, locandine e soprattutto caricature sulle riviste umoristiche degli anni Venti-Trenta, le stesse a cui collabora Giovanni Grimaldi, altro caricaturista fiancheggiatore del Futurismo. Nel 1894 Modena aveva dato i natali anche ad un altro protagonista del movimento, Enrico Prampolini, di cui si possono ammirare in mostra due autoritratti e vari fogli di taccuino, alcuni provenienti dalla Raccolta del disegno contemporaneo della Galleria civica di Modena. Accanto alle tavole "parolibere" del finalese Pietro Gigli, scrittore futurista che avrebbe consumato il suo migliore impeto sperimentale nei centri maggiori, una vera scoperta è rappresentata dai componimenti, tra Futurismo e Surrealismo, dell'aeropoeta Alfonso Bossetti, dalle cui carte emergono anche inedite fotografie che proiettano atmosfere e personaggi di quella Modena che nel Futurismo sperimentò nuovi orizzonti. E' proprio la pubblicità il terreno nel quale la sigla d'ispirazione futurista sembra meglio attecchire: dalle etichette di bottiglie alle rubriche telefoniche, sino agli stampati al mondo automobilistico e alla nascente "scuderia" di Enzo Ferrari. Proprio nella città dei motori, i miti futuristi della macchina e della velocità troveranno realizzazione.
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