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27/04/2010

"A SCUOLA NO AL CIBO SPAZZATURA, SI' A YOGURT E FRUTTA"

Unanimità in Consiglio comunale per una mozione contro l'obesità dei ragazzi

No al “cibo spazzatura” nelle scuole, sì a yogurt e frutta nei distributori automatici al posto di merendine ipercaloriche e patatine fritte. E’ l’orientamento espresso dal Consiglio comunale di Modena, che nella seduta di lunedì 26 aprile ha approvato ad unanimità (anche se la presenza di consiglieri in aula era ridotta) l’ordine del giorno “Integrazione alle strategie di prevenzione dell’obesità nell’età scolare” illustrato da Salvatore Cotrino (Pd). Approvati anche gli emendamenti apportati su suggerimento della consigliera Olga Vecchi (Pdl). La mozione, nello specifico, chiede alla Giunta un impegno concreto per rilevare i dati su obesità e sovrappeso dei ragazzi in età scolare; avviare iniziative educative che coinvolgano le scuole e le famiglie, introdurre nel regolamento comunale il divieto di fare promozioni commerciali di alimenti o bevande di qualità nutrizionale non idonea e certificata all’interno dei plessi scolastici. A favore dell’ordine del giorno hanno votato tutti i 21 consiglieri presenti in aula appartenenti a Pd, Pdl e Lega nord.
Illustrando la mozione Salvatore Cotrino ha ricordato l’entità del problema “ampiamente affrontato dall’Organizzazione mondiale della sanità” e “relativamente nuovo per le nostre società occidentali”; la necessità di “intervenire in età evolutiva, adottando un approccio preventivo” e “i progetti che a Modena vanno in tale direzione”. Luigi Alberto Pini (Pd) ha rincarato la dose attribuendo anche precise responsabilità: “Obesità e grassi in eccesso sono diventati la prima causa di morte – ha detto – fanno più vittime di droga e alcol. La responsabilità è delle multinazionali che producono cibi e merendine studiate per creare dipendenza. L’obesità è un fatto di mercato voluto dalle multinazionali.” Sull’ “operazione verità” del consigliere Pini si è detta “assolutamente d’accordo” l’assessore all’Ambiente Simona Arletti che ha ricordato all’aula le quattro scuole superiori della città che hanno accettato di sostituire nei distributori le merendine con cibo sano e i risultati raggiunti nelle scuole elementari del centro storico dove “bambini e genitori hanno affrontato il problema anche attraverso un questionario, la Cir si è impegnata a fornire ad ogni bambino, una volta alla settimana, un frutto per la merenda, mentre un altro giorno sono le famiglie a fornire ai figli il frutto che consumano durante l’intervallo”. Sull’importanza di proporre iniziative di educazione alimentare nelle scuole ha insistito Fabio Rossi (Pd): “Perché quanto si fa negli istituti scolastici ha dei riflessi positivi e immediati anche in famiglia, in virtù dello straordinario potere che hanno i bambini nel riproporre in negli altri contesti di vita quanto viene insegnato loro a scuola”.
A Sandro Bellei (Lega nord) che ha annunciato il “pieno appoggio” alla mozione insistendo sul lato gastronomico e affermando il primato delle merende di un tempo su quelle di oggi, ha replicato il compagno di partito Stefano Barberini (Lega nord) contrario ai distributori di cibo sano nelle scuole, ma convinto dell’importanza di educare i giovani a conoscere il proprio fabbisogno calorico, di insegnare loro a fare sport non solo a livelli agonistici e di attrezzare i parchi con percorsi e tabelle per favorire l’attività motoria.
Olga Vecchi (Pdl) ha precisato che il fenomeno obesità, “per quanto non paragonabile a droga e alcol”, sia tale anche per quanto comporta in termini di spesa sanitaria e ha sottolineato che “la prevenzione si fa partendo dalle famiglie prima e poi nelle scuole, diffondendo la cultura della nutrizione e dello sport nel modo giusto”. Anche per Adolfo Morandi (Pdl), favorevole al fatto che il Comune appoggi azioni educative nei confronti dei genitori all’interno delle scuole, il problema si risolve agendo innanzitutto nei confronti di mamme e papà: “Sono i genitori ad avere il diritto-dovere di educare i propri figli, non loro che si devono far condizionare dai figli”.
 

“A SCUOLA NO AL CIBO SPAZZATURA, SI’ A YOGURT E FRUTTA”
Unanimità in Consiglio comunale per una mozione contro l’obesità dei ragazzi

No al “cibo spazzatura” nelle scuole, sì a yogurt e frutta nei distributori automatici al posto di merendine ipercaloriche e patatine fritte. E’ l’orientamento espresso dal Consiglio comunale di Modena, che nella seduta di lunedì 26 aprile ha approvato ad unanimità (anche se la presenza di consiglieri in aula era ridotta) l’ordine del giorno “Integrazione alle strategie di prevenzione dell’obesità nell’età scolare” illustrato da Salvatore Cotrino (Pd). Approvati anche gli emendamenti apportati su suggerimento della consigliera Olga Vecchi (Pdl). La mozione, nello specifico, chiede alla Giunta un impegno concreto per rilevare i dati su obesità e sovrappeso dei ragazzi in età scolare; avviare iniziative educative che coinvolgano le scuole e le famiglie, introdurre nel regolamento comunale il divieto di fare promozioni commerciali di alimenti o bevande di qualità nutrizionale non idonea e certificata all’interno dei plessi scolastici. A favore dell’ordine del giorno hanno votato tutti i 21 consiglieri presenti in aula appartenenti a Pd, Pdl e Lega nord.
Illustrando la mozione Salvatore Cotrino ha ricordato l’entità del problema “ampiamente affrontato dall’Organizzazione mondiale della sanità” e “relativamente nuovo per le nostre società occidentali”; la necessità di “intervenire in età evolutiva, adottando un approccio preventivo” e “i progetti che a Modena vanno in tale direzione”. Luigi Alberto Pini (Pd) ha rincarato la dose attribuendo anche precise responsabilità: “Obesità e grassi in eccesso sono diventati la prima causa di morte – ha detto – fanno più vittime di droga e alcol. La responsabilità è delle multinazionali che producono cibi e merendine studiate per creare dipendenza. L’obesità è un fatto di mercato voluto dalle multinazionali.” Sull’ “operazione verità” del consigliere Pini si è detta “assolutamente d’accordo” l’assessore all’Ambiente Simona Arletti che ha ricordato all’aula le quattro scuole superiori della città che hanno accettato di sostituire nei distributori le merendine con cibo sano e i risultati raggiunti nelle scuole elementari del centro storico dove “bambini e genitori hanno affrontato il problema anche attraverso un questionario, la Cir si è impegnata a fornire ad ogni bambino, una volta alla settimana, un frutto per la merenda, mentre un altro giorno sono le famiglie a fornire ai figli il frutto che consumano durante l’intervallo”. Sull’importanza di proporre iniziative di educazione alimentare nelle scuole ha insistito Fabio Rossi (Pd): “Perché quanto si fa negli istituti scolastici ha dei riflessi positivi e immediati anche in famiglia, in virtù dello straordinario potere che hanno i bambini nel riproporre in negli altri contesti di vita quanto viene insegnato loro a scuola”.
A Sandro Bellei (Lega nord) che ha annunciato il “pieno appoggio” alla mozione insistendo sul lato gastronomico e affermando il primato delle merende di un tempo su quelle di oggi, ha replicato il compagno di partito Stefano Barberini (Lega nord) contrario ai distributori di cibo sano nelle scuole, ma convinto dell’importanza di educare i giovani a conoscere il proprio fabbisogno calorico, di insegnare loro a fare sport non solo a livelli agonistici e di attrezzare i parchi con percorsi e tabelle per favorire l’attività motoria.
Olga Vecchi (Pdl) ha precisato che il fenomeno obesità, “per quanto non paragonabile a droga e alcol”, sia tale anche per quanto comporta in termini di spesa sanitaria e ha sottolineato che “la prevenzione si fa partendo dalle famiglie prima e poi nelle scuole, diffondendo la cultura della nutrizione e dello sport nel modo giusto”. Anche per Adolfo Morandi (Pdl), favorevole al fatto che il Comune appoggi azioni educative nei confronti dei genitori all’interno delle scuole, il problema si risolve agendo innanzitutto nei confronti di mamme e papà: “Sono i genitori ad avere il diritto-dovere di educare i propri figli, non loro che si devono far condizionare dai figli”.
 

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