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21/04/2010

VILLA PENTETORRI RIVIVE IN UN MURALE AL PARCO XXII APRILE

Sabato 24 si inaugura l'opera dei ragazzi di Icone sulla delizia estense bombardata
Cacciabombardieri che scendono dal cielo verso la Villa Pentetorri come appariva nelle ultime foto prima della distruzione, assieme a un messaggio che inneggia alla Liberazione. E’ questo che si potrà vedere al parco XXII aprile sabato 24 alle 17, dopo che il presidente della Circoscrizione 2 Antonio Carpentieri avrà inaugurato il murale dedicato alla delizia estense costruita nel 1652 dall'architetto Gaspare Vigarani e andata distrutta nel bombardamento del 13 maggio 1944, tanto che ora solo un portale rimasto ne ricorda la presenza nello spazio verde dell’attuale parco.
Il grande murale, circa 12 metri x 2.5, dipinto a tempera e pennello nella parte esterna dell’anfiteatro del parco, rappresenterà sulla sinistra degli aerei da guerra visti dal basso. Sulla destra si capirà come, in realtà, siano giocattoli nella mano di un bambino che tra i suoi giochi avrà anche il modello di una casa: la villa Pentetorri. Al centro della scena una grande scritta mossa e colorata: “Modena è libera”. A realizzare l’opera gratuitamente, come omaggio alla città, sono stati i ragazzi del collettivo Icone, artisti modenesi specializzati in murales e graffiti.
La villa Pentetorri, voluta dal duca Francesco I d'Este, salito al potere nel 1629, era una residenza suburbana dedicata allo svago e al diletto del principe ereditario Alfonso. Il progetto della villa, sorta nelle immediate vicinanze della città, all'esterno di Porta Castello, lungo la riva sinistra del Naviglio, si deve all'architetto Gaspare Vigarani, autore della Palazzina del giardino ducale, mentre al pittore di corte JeanBoulanger,attivo anche nella reggia di Sassuolo, spettò il compito decorare ad affresco le sale. Un poemetto di Bernardino Valentini, inviato in omaggio al principe Alfonso nel dicembre 1654, offre una dettagliata descrizione della delizia ducale. Un alto muro di cinta racchiudeva l'intero complesso costituito da un edificio, caratterizzato dalle cinque torri da cui deriva il nome, preceduto e affiancato da gruppi simmetrici di aiuole, mentre sul retro c’era un giardino concepito scenograficamente per dilettare gli occhi del sovrano e della corte con “varie e superbe invenzioni”. Peschiere, quinte di cipressi, un padiglione arboreo sopraelevato e animali: quaglie, galline faraone, sgarzette, aironi, oche selvatiche, esemplari esotici come i pappagalli e gli struzzi inviati dal granduca di Toscana; e un'aquila, emblema della Casa d'Este. La villa Pentetorri subì poi trasformazioni nel ‘700 e nell’800, venduta all’asta dai napoleonici e poi ripresa dagli Estensi. Altre ancora e restauri vari ne accompagnarono le sorti fino al bombardamento che la distrusse insieme ai suoi preziosi affreschi.
Foto della villa prima e dopo il bombardamento sono esposte nella mostra “Modena città aperta” all’ex caserma santa Chiara di via degli Adelardi.

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