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22/06/2010

SICUREZZA, PIGHI DISERTA L'INCONTRO A PARMA CON MARONI

Il sindaco di Modena: "Approccio riduttivo: i primi cittadini non sono solo ufficiali di Governo. Sì al disegno di legge bipartisan dei senatori Saia e Barbolini"

Il sindaco di Modena Giorgio Pighi non parteciperà oggi a Parma all’incontro dei sindaci con il ministro dell’Interno Roberto Maroni sui temi della sicurezza urbana e della riforma della Polizia locale.
Con una lettera inviata nel pomeriggio di ieri al primo cittadino di Parma Pietro Vignali, sottoscritta anche dal sindaco di Piacenza Roberto Reggi, Pighi precisa di non condividere l’impianto del documento su ordine pubblico, sicurezza pubblica e sicurezza urbana che sarà preso oggi in esame.
“E’ un approccio troppo riduttivo – spiega Pighi – perché il tema da porre al centro della discussione, in via prioritaria, non è lo sviluppo dell'articolo 54, che riguarda le competenze dei sindaci in tema di sicurezza urbana nell’esclusiva qualità di ufficiali di Governo, ma l’attuazione dell'articolo 117 della Costituzione per quanto concerne i rapporti fra sicurezza pubblica e sicurezza urbana e dell'articolo 118 per quanto riguarda il coordinamento fra Stato e Regioni sugli stessi rapporti”.
In altri termini, precisa Pighi, “i sindaci devono rivendicare un ruolo previsto dalla Costituzione anche per le attribuzioni in tema di sicurezza urbana non solo come ufficiali di Governo, ma come eletti dai cittadini”.
Secondo il sindaco di Modena, i temi da privilegiare riguardano l’attuazione degli articoli 117 e 118 della Costituzione sulle politiche locali di sicurezza e le politiche integrate di sicurezza, come previsto dal disegno di legge bipartisan presentato dai senatori Saia e Barbolini.
“E' fondamentale che ogni sforzo sia concentrato nel dare finalmente al tema della sicurezza urbana un solido profilo integrato fra le politiche come ‘ufficiali di Governo’ e quelle di eletti dai cittadini, e riteniamo – conclude Pighi - che questa debba essere la strada da seguire secondo lo spirito e la lettera della Costituzione, autorevolmente interpretata da una recente sentenza della Corte Costituzionale”.
 

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