Le votazioni degli ordini del giorno sulla questione della Libia, avvenute nella seduta del Consiglio comunale di Modena giovedì 24 febbraio, sono state precedute da un lungo dibattito.
Eugenia Rossi (Idv) ha definito la mozione del Pd “inaccettabile, retorica, priva di coerenza, perché quasi tutti i parlamentari del Partito democratico hanno firmato il trattato di Bengasi”. Ha ricordato gli interessi economici che legano Libia e Italia e coinvolgono Eni, Unicredit, Finmeccanica, ma anche medie imprese modenesi. E rivolta a consiglieri della maggioranza ha affermato: “chi crede ai diritti umani lo deve fare in modo prioritario e deve saper anche ritornare sui propri passi”. Davide Torrini dell’Udc ha segnalato come l’odg presentato assieme all’Idv “intenda evidenziare un’eccezione che conferma la regola: l’Udc è il partito più lontano, a livello parlamentare, dall’Idv, ma in questo ultimo anno ci siamo fatti ridere dietro dal mondo per i rapporti tra il premier italiano e il leader libico; è questa pagina ridicola della storia italiana che abbiamo voluto sottolineare”, ha detto.
Per il Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha invece ribadito “la correttezza del comportamento del Governo: prima prudente e poi, una volta appurato quanto stava accadendo, di ferma condanna della violenza”, ha parlato “di un lungo rapporto di collaborazione tra Italia e Libia, risalente a Enrico Mattei” e ha sottolineato la necessità che “l’Italia non venga ora lasciata sola dalla comunità internazionale”. Andrea Galli, definendo “l’odg del Pdl improntato al riconoscimento di uno stato di necessità”, ha detto: “Per anni abbiamo tollerato che migliaia di persone morissero nel deserto della Libia prima di arrivare alle nostre frontiere; oggi dobbiamo aiutare i libici nel passaggio, meno violento possibile, dal regime di Gheddafi al prossimo, ma non possiamo accogliere masse di profughi”. Per Michele Barcaiuolo “il problema reale su cui interrogarsi sono le carenze europee, ma in Consiglio si è persa un’occasione, perché è mancato il coinvolgimento delle opposizioni, mentre su problematiche di politica estera di questo tipo si dovrebbe trovare un accordo”.
“Il Consiglio comunale si dovrebbe preoccupare di questioni locali”, a parere di Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it), che ha anche aggiunto: “Proporrei che tutti assieme facessimo un emendamento in cui il Consiglio condanna tutte le violenze, auspica che la democrazia prenda piede in quei Paesi dove ancora non c’è e invita il Governo a fare tutto il possibile. Le altre questioni mi sembrano pretestuose”.
Per il Pd, Giulia Morini ha ricordato che “5mila migranti in 5 giorni sono bastati per far andare in tilt la macchina di carta velina messa in piedi dal ministro Maroni”. Morini che ha anche chiesto alla consigliera Rossi di ritirare il suo odg, “perché presentiamo un emendamento in cui recepiamo la parte condivisa”. Stefano Prampolini ha commentato: “Ciò che avviene sulle sponde meridionali del Mediterraneo riguarda anche noi e le nostre coscienze. La vecchia Europa è chiamata in causa per gli atteggiamenti indulgenti che ha avuto. Condanniamo la repressione in Libia e auspichiamo esiti democratici della rivoluzione in atto nel nord Africa”. Per William Garagnani “non possiamo cadere in tatticismi, scaricabarile o furbizie. Davanti a sé l’Italia ha solo una strada: sostenere i giovani che si battono per la democrazia contro i vecchi corrotti tiranni arabi. Riscopriamo la civiltà italiana e facciamo la vera politica estera fatta di pace e solidarietà”. Per Stefano Rimini occorre dire “sì alla realpolitik “perché il problema degli sbarchi di migranti è innegabile, ma con Gheddafi in questi ultimi anni abbiamo visto un livello di politica estera italiana molto bassa” e ha ricordato “il blocco di Roma, la sfilata dei cavalli e le tende berbere” in occasione della visita romana del colonnello libico. Secondo Salvatore Cotrino, “per arrivare ad una mozione condivisa bisognava probabilmente fare due ordini del giorno di cui uno limitato all’attuale violenta repressione, ma tutti i gruppi hanno voluto sommare il tema del massacro a quello della politica estera”. Anche per il capogruppo Paolo Trande “non si può condividere la politica estera italiana degli ultimi anni, basata su rapporti amicali con i peggiori dittatori. Non c’erano le condizioni per fare un odg comune - ha concluso - teniamo a differenziarci perché non c’entriamo nulla con quell’idea di politica estera”.
Federico Ricci (Sinistra per Modena) facendo proprio l’appello lanciato da importanti esponenti della cultura ha detto: “Non possiamo restare in silenzio mentre il Governo italiano, preoccupato solo di evitare l’arrivo dei migranti sulle nostre coste, tace. Dobbiamo chiudere la stagione della guerra ai migranti, chiediamo che a loro sia concesso immediatamente lo status di profughi”.
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