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29/03/2011

BILANCIO, LA MAGGIORANZA LAMENTA I TAGLI DEL GOVERNO

Partito democratico e Sinistra per Modena votano a favore della manovra di previsione

La maggioranza, composta da Pd e Sinistra per Modena, ha detto sì al bilancio di previsione e, nel corso del dibattito che si è svolto ieri in Consiglio comunale, ha lamentato i tagli del Governo ai servizi sociali.
“Per la prima volta in 60 anni il bilancio previsionale del Comune di Modena ha il segno meno. Lo Stato sprecone ci dà meno soldi e i modenesi pagano di tasca loro. Noi non possiamo riproporre i tagli lineari del Governo e abbiamo salvaguardato il welfare chiedendo sacrifici ad altri settori”, ha commentato il capogruppo del Pd Paolo Trande. Sempre per il Pd, Giuliana Urbelli ha aggiunto che “la manovra Tremonti decide di gravare sulle Regioni a statuto ordinario e sugli enti locali, e non è casuale. Dietro il disegno del Governo c’è la volontà di impoverire lo stato sociale; al contrario, la manovra comunale mira alla salvaguardia del welfare locale per preservare la coesione sociale”. Stefano Prampolini ha sottolineato che “il rapporto tra chi paga e chi usufruisce dei servizi del sistema welfare non è più sostenibile: il numero medio di figli per donna è sceso e non c’è ricambio fisiologico delle generazioni. La politica dovrebbe dare speranza ai giovani e scommettere sul futuro: nel bilancio comunale c’è questa visione”. Secondo Ingrid Caporioni “a differenza del Governo, Modena ha deciso di investire per evitare esclusi, ma è evidente che si dovrà attuare una riforma del welfare”. La consigliera ha annunciato voto contrario all’emendamento di Pd e Udc perché ha dichiarato di non ritenere “che l’aborto e il sostegno alle donne che vogliono abortire siano temi da inserire in un emendamento al bilancio”. Per Giulia Morini “fare economia è importante in questo momento, ma quello del Governo è un preciso disegno politico: sono stati operati tagli su tutto ciò che attiene l’intervento pubblico. Il Fondo nazionale per la non autosufficienza è stato rimpinguato dalla Regione”. Per Giancarlo Campioli “una società è sana quando la qualità della vita e il benessere sono diffusi nel più ampio numero di strati sociali. Siamo però consapevoli del fatto che l’attuale modello di welfare è messo a dura prova dalla crisi: è necessaria un’azione di riorganizzazione e riorientamento verso nuovi bisogni”. Secondo Gian Domenico Glorioso “il Comune investe maggiormente su servizi sociali e istruzione rispetto allo Stato. A Modena la qualità è talmente alta che basta modificare la modalità di gestione per scatenare l’indignazione degli utenti, mentre a Roma si azzera il Fondo per la non autosufficienza e si tagliano i servizi”. Francesco Rocco ha sottolineato che “se l’Amministrazione avesse subito passivamente i tagli del Governo ci sarebbero, in meno, 150 posti al nido e 150 alle materne, 80 nelle strutture protette, 100 per assistenza domiciliare e due terzi del cartellone del Teatro comunale sarebbero stati cancellati. Lo Stato ha scelto di scaricare sugli enti locali l’80% dei 24 miliardi di risparmio obbligati”. Anche per Claudia Codeluppi, “dietro la Finanziaria c’è un preciso disegno politico: quello dello ‘scarica barile’, dei tagli sui bilanci di altri, della riduzione dell’autonomia dei territori, dello svilimento del pubblico e della contestuale esaltazione del privato. La manovra interviene sulla spesa pubblica con tagli indiscriminati, strutturati e non isolati nel tempo”. William Garagnani ha dissentito sulla proposta di Sergio Celloni (Mpa) di tagliare gli investimenti destinati alle ciclabili: “Pedoni e ciclisti chiedono percorsi di collegamento con le scuole e con i centri principali, interventi che realizzino connessioni tra varie zone delle città e con le frazioni, e soprattutto chiedono sicurezza. Le ciclabili previste sono fondamentali”. Per Enrico Artioli la logica del Governo è affossare il welfare lasciando il cerino in mano agli enti locali e la filosofia del quadro politico è di un pericoloso darwinismo sociale. Il bilancio comunale va in un’altra direzione: si è lavorato per contenere le spese senza colpire la coesione sociale, coinvolgendo i cittadini, con una sussidiarietà sempre maggiore”. Michele Andreana ha sottolineato che “la manovra ha richiesto 4 milioni di euro di tagli e 8 milioni di entrate straordinarie: senza tali interventi non avremmo potuto chiudere il bilancio. Il patto di stabilità, inoltre, è un esempio di schizofrenia politica: non si possono accusare i Comuni di non investire, o di pagare in ritardo le aziende, senza risalire alla causa”. Secondo Salvatore Cotrino il bilancio del Comune “esce dai confini di ‘resistenza’ e assurge a bilancio di ‘orgoglio e opposizione’: orgoglio per questa città e opposizione a un concetto economicistico di società che rinuncia all’uguaglianza, alla tutela dei deboli e alla coesione sociale”.
“Sinistra per Modena opera per arginare la presenza indiscriminata del privato nel sistema cittadino di welfare mix”, ha affermato il capogruppo Federico Ricci. “Non si ha qualità della prestazione senza qualità del lavoro e non possiamo pensare di far pagare ai lavoratori i costi della crisi. E’ inoltre necessario attuare gli investimenti previsti: vigileremo su questo”.
 

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