Un dibattito con numerosi interventi ha accompagnato la delibera per la “Formalizzazione, l’adeguamento e l’implementazione di un piano generale della mobilità ciclistica”, approvata all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 14 luglio, l’ultima prima della pausa estiva. 
Nel presentare la proposta, il consigliere Artioli ha auspicato una “convergenza bipartisan su un argomento importante per la città. L’obiettivo della delibera – ha detto – è dare organicità ai futuri progetti dell’Amministrazione in materia di mobilità ciclistica”. 
Per la maggioranza è intervenuto per primo Federico Ricci (Sinistra per Modena), firmatario anche di un’interrogazione sullo stesso tema. “Le sole piste ciclabili – ha detto – non bastano: serve segnaletica specializzata, omogeneizzazione delle regole stradali, la viabilità dovrebbe essere progettata con gli occhi di chi si sposta in bicicletta”. Ricci ha inoltre affermato che “la pratica di andare contromano in bici nel centro storico dovrebbe divenire norma”. Per il Partito Democratico, Stefano Prampolini ha parlato di una “vocazione a due ruote, e non solo a quattro, della nostra città. Per i modenesi, però, la bicicletta è ancora un mezzo più legato al divertimento e allo sport che non all’uso quotidiano. Vi è poi la piaga dei furti di biciclette, oltre 2mila 500 l’anno”. William Garagnani ha dichiarato: “Questo piano ha alcuni elementi fondamentali, tra cui l’essenzialità e la capacità di essere coerente e realizzabile, non un libro dei sogni ma uno strumento legato a problematiche vere e autentiche. Potrebbe diventare la ‘Carta di Modena’ della mobilità ciclistica”. Luigi Alberto Pini ha evidenziato alcuni tratti problematici delle ciclabili urbane e si è soffermato sulla questione dei furti di biciclette: “Bisogna multare coloro che vendono biciclette a basso prezzo senza avere una prova di acquisto”, ha affermato. Infine, ha citato la poesia “Ode alla bicicletta” di Pablo Neruda. 
Per la minoranza, Olga Vecchi (Pdl) ha ringraziato il consigliere Artioli per l’impegno profuso su questo argomento. “Ben vengano le biciclette – ha detto Vecchi – ma non vorrei fosse anche una necessità obbligata dovuta alle carenze del trasporto pubblico”. Olga Vecchi ha infine auspicato un lavoro congiunto dei consiglieri per individuare “i tratti pericolosi delle ciclabili esistenti”.  Michele Barcaiuolo ha dichiarato: “Sono d’accordo con quasi tutto ciò che ho sentito, ma provo un grande fastidio per una frase, contenuta nel documento: ‘In materia di mobilità ciclistica l’Italia sta accumulando un notevole ritardo’. Non credo ci dobbiamo accanire in maniera fantozziana contro il nostro paese. L’uso della bicicletta comunque non dipende tanto dalla cultura quanto dalla geografia”.  
Nella replica, il relatore della delibera Artioli ha ringraziato i colleghi per il dibattito, rispondendo su alcuni dei punti sollevati: “Stando ai dati oggettivi, nel nord Europa, con un clima anche molto meno favorevole, la bicicletta è molto più utilizzata che da noi. L’uso della bici – ha aggiunto – non va messo in contrapposizione con quello dell’automobile. Sarebbe poi opportuno rendere più flessibile il servizio delle biciclette pubbliche, consentendo di lasciarle in un punto diverso da quello di prelievo”. 
 
Azioni sul documento
