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25/01/2012

BILANCIO, LUNGO DIBATTITO SULLE LINEE DI INDIRIZZO PER IL 2012

L’opposizione: “Servono più tagli, non si possono aumentare le tasse per 17-18 milioni”. La maggioranza: “Giusto ridurre i costi ma salvaguardando il welfare”

E’ stato il consigliere Stefano Barberini, Lega nord, ad aprire il dibattito sulla comunicazione del sindaco relativa alla formazione del Bilancio di previsione 2012 e sui cinque ordini del giorno presentati sul tema. Il consigliere ha espresso contrarietà per il rapporto tra i tagli alla spesa e le tasse osservando che “su un totale di 25-28 milioni di euro, i tagli copriranno solo il 30%. In un momento in cui si devono recuperare i soldi si parla solamente di tagli al personale, all’infanzia, agli anziani e ai bisognosi, solo in ultimo dei dirigenti comunali che hanno stipendi altissimi”.

Per il Pdl, Giancarlo Pellacani ha definito “positivo” l’obiettivo di una congrua riduzione del personale al 2014: “Tagli che non devono essere lineari; va piuttosto eliminato tutto ciò che non è prioritario, come ad esempio le consulenze e le iniziative finalizzate ad ottenere il consenso. Anche i sacrifici devono essere mirati, ad esempio, su cultura e sport a favore dell’istruzione”. Secondo Adolfo Morandi “un aumento di tasse che porti al Comune 17-18 milioni di euro è inaccettabile. Occorre più coraggio nel fare i tagli, riorganizzando la macchina comunale. In un momento come questo è una manovra recessiva, che metterà in difficoltà le famiglie modenesi. Bisogna procedere a un maggior aumento dei tagli e avere visione più a lungo termine”. Per Andrea Leoni, “prima di introdurre nuove tasse bisognerà riorganizzare la macchina comunale, puntando all’azzeramento delle consulenze, all’alienamento del patrimonio pubblico, al blocco del turnover, alla sburocratizzazione. Il dato chiaro che emerge dall’attuale situazione è la crisi del modello di welfare: qualcuno ha pensato di non modificarlo e questa è una grave carenza politica”.

Davide Torrini, Udc, ha affermato: “Non nascondo che mi sarei aspettato qualcosa di più concreto. Per me è inaccettabile che si parli di 17-18 milioni di tasse. La proporzione massima accettabile è 50% di tagli e 50% di tasse”. Il consigliere si è detto disponibile “a fissare intorno al 50% un aumento di imposte per l’intero triennio, cui aggiungere eventualmente qualcosa solo per il 2012”.

Anche per Nicola Rossi, Lega moderna, “non è possibile pensare che solo un terzo dei 28 milioni stimati debba essere dedicato ai tagli. Bisogna fare scelte ancora più coraggiose di quelle che il sindaco ha pensato. Temiamo che l’Amministrazione non abbia la capacità di dare segnali di forte discontinuità”.

Per Eugenia Rossi, Idv, “è necessario partire da un esame attento del non indispensabile prima di colpire i cittadini con aumenti di tasse. Se non ci sono sufficienti entrate è un obbligo ridurre le spese, attraverso alcune operazioni, tra le quali fare gare con vera competizione, in modo da ridurre i costi, e andare a risoluzione delle società partecipate, inutili e costose”.

Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha lamentato la mancanza di coinvolgimento sui contenuti. “Ci manca la sostanza, questa è una finta e stiamo perdendo tempo”, ha detto. Il consigliere ha proposto di vendere le azioni di Hera, “società privata ormai non interessata a quanto dice il Comune di Modena”, e le farmacie comunali, oltre a esternalizzare ogni servizio di cui si possono occupare i privati”.

Per Sergio Celloni, Mpa, “per troppi anni le Amministrazioni – non parlo di questa – hanno fatto solo i loro interessi e non hanno portato a nulla di buono; oggi però il nostro Paese è in difficoltà proprio per questa ragione”. Il consigliere ha inoltre sollecitato una verificare su come vengono spesi i soldi nelle aziende in cui viene esternalizzato il lavoro.

Federico Ricci, Sinistra per Modena, ha sottolineato l’importanza della qualità dei servizi, non solo della necessità di garantirli: “Nei fatti concreti ci si rende conto di cosa vuol dire fare politica di destra o di sinistra. Anche i tagli sono interventi in cui l’Amministrazione mette le mani nelle tasche dei cittadini, che dovranno sborsare di tasca loro per i servizi che non verranno più garantiti”.

Per il Pd, Stefano Rimini ha affermato che “welfare mix, sussidiarietà, pubblico-privato sociale, reti tra volontariato ed enti locali, che rappresentano gli elementi di innovazione, sono già realtà in questo territorio e vanno proseguiti con forza. Un tema importante è sicuramente anche quello della sobrietà e dei costi della politica, ma anche su questo l’Aula ha approvato un documento già nell’aprile 2011”. Secondo Giuliana Urbelli “la priorità rimane salvaguardare i servizi alla persona, senza dimenticare che il tessuto modenese è fatto di associazionismo, di pratica sportiva e culturale, ma non si può pesare troppo con nuove tasse. L’intervento sul welfare deve differenziare ulteriormente i contributi, riorganizzare l’offerta anche con l’intervento di soggetti esterni e fare ‘dimagrire’ aree di servizio”. Per Salvatore Cotrino la strada per superare le minori risorse del Comune è quella delle relazioni umane: “Nessun altro aiuterà i nostri territori a uscire dalla crisi se non  lo faremo noi”, ha affermato. “Non abbiamo più l’autosufficienza per garantire la sostenibilità. Siamo ancora nelle condizioni di poter far qualcosa per sostenere il nostro territorio e possiamo chiedere ai cittadini un maggiore sforzo”. Secondo Michele Andreana “bisogna stare attenti a non fare solo un bilancio di emergenza, per me al primo posto c’è la tenuta della coesione sociale e la forbice tagli ed entrate si decide in funzione delle scelte che facciamo. Non si può parlare – ha aggiunto – solo in termini percentuali della distribuzione delle spese”. Per Gian Domenico Glorioso, in questa fase “c’è chi pensa sia più corretto aggredire il patrimonio e chi ritiene che si debba intervenire diversamente, ma è comunque necessario mettere mano alla leva fiscale. Non bisogna solo guardare dove finisce la spesa, altrimenti si vanno a tagliare cose che sarebbe opportuno mantenere”. Paolo Trande ha sottolineato che “con 28 milioni di minori entrate si è scelto di provare a tagliare fin dove il sistema può reggere, limite non facile da stabilire, e di stare abbondantemente sotto il 50% della potenzialità di tassazione, pesando il più possibile sui patrimoni e non sui redditi ufficiali, che sono spesso fallaci. La scelta di non fare la patrimoniale a livello nazionale è stata sbagliata”. Secondo Enrico Artioli, la via da percorrere è quella di manovre progressive ed esternalizzazioni realizzate con il giusto equilibrio, in modo che una parte della gestione rimanga al Comune. “Se si vuole uscire vincitori da questa guerra – ha aggiunto – bisogna puntare moltissimo sulla formazione delle nuove generazioni”.

L’assessore alla Gestione del personale Marcella Nordi è intervenuta sottolineando che “vanno valutate entrate e spese, ma non dobbiamo perdere la possibilità di fare scelte di sinistra. Riguardo alle entrate bisogna puntare su Imu, potenzialità edificatorie e contrasto all’evasione fiscale. In merito alle spese, l’esternalizzazione va realizzata mantenendo una buona governance pubblica e non è possibile dismettere tutto di colpo creando disoccupazione”.

In conclusione di dibattito, il sindaco Giorgio Pighi ha affermato che “quando si interviene per cambiare le cose è pericolosissimo introdurre del nuovo senza capire quanto del vecchio deve essere portato a unità. Ma oggi il problema non è di sprechi, è decidere cosa è meno doloroso tagliare in termini di pezzi di servizi”.

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