“Le notizie relative all’Asp Charitas apparse sulla stampa nei giorni scorsi, relative alla denuncia di un gruppo di genitori su presunti trattamenti inadeguati nei confronti di utenti disabili, non solo non corrispondono alla realtà ma, per come sono state esposte, ledono la credibilità della struttura e possono incidere sulla motivazione degli operatori, che costituiscono la risorsa più importante”.
E’ la posizione espressa dal Comune di Modena, dalla Provincia e dall’Arcidiocesi, soci dell’Asp Charitas, in seguito alla verifica svolta da un gruppo ispettivo composto da figure professionali dell’Amministrazione e dell’Azienda Usl, appositamente costituito dall’assessorato alle Politiche sociali del Comune.
L’attività di controllo e vigilanza presso l’Asp Charitas avviene ordinariamente, con sopralluoghi di norma annuali, nell’ambito della Commissione di vigilanza comunale. Sia nel 2010 che nel 2011 sono stati effettuati due controlli l’anno, nel corso dei quali non sono state riscontrate particolari carenze, ma individuati unicamente aspetti da migliorare e piccole criticità organizzative e strutturali per le quali sono state suggerite le opportune soluzioni.
La visita di controllo straordinaria alla struttura, svolta lunedì 27 febbraio, ha evidenziato l’utilizzo di strumenti per evitare scivolamenti e posture scorrette degli ospiti e, per alcune persone, di particolari accorgimenti volti ad evitare atti di autolesionismo, come l’utilizzo di manopole cucite alle maniche, oggetto di denuncia da parte di alcuni genitori. Il ricorso a mezzi di contenzione è registrato in apposite schede personali, a firma del medico, dell’infermiere e dell’addetto all’assistenza, che vengono aggiornate e riviste periodicamente almeno ogni 3 mesi e che definiscono l’intervallo di tempo per il controllo dell’ospite a cui vengono applicate, che varia da un minimo di 30 minuti a un massimo di 2 ore. In seguito all’utilizzo di questi mezzi di contenzione non si registrano casi di infortuni o incidenti a carico dell’utenza o degli operatori.
“Considerato il livello di complessità dell’utenza – spiegano Comune, Provincia e Arcidiocesi – l’adozione di strumenti volti a evitare atti di autolesionismo che possono danneggiare gravemente la salute delle persone appare congrua e viene condivisa dal medico curante e dall’équipe multiprofessionale, oltre ad essere pienamente conosciuta dai parenti”.
Comune, Provincia e Arcidiocesi esprimono quindi piena solidarietà agli operatori sociali e sanitari e alla direzione dell’Asp Charitas, “che quotidianamente accudiscono con senso di responsabilità gli ospiti che trascorrono l’intera giornata o parte di essa nella struttura”. Ferma condanna, invece, viene espressa per “l’utilizzo strumentale di immagini che ritraggono gli utenti in momenti nei quali si ritiene necessario l’utilizzo di misure per evitare che possano compiere azioni di autolesionismo”.
Nei giorni scorsi, Comune e Azienda Usl, in quanto enti sottoscrittori del contratto di servizio con l’Asp Charitas ed enti preposti ai controlli, hanno inoltre inviato una lettera ai familiari degli ospiti per esprimere la propria posizione in merito.
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